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Ciclovia Langhe e Roero, l’Osservatorio: “Si chiariscano tempi e costi del progetto”

3 gennaio 2024 | 13:01
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Ciclovia Langhe e Roero, l’Osservatorio: “Si chiariscano tempi e costi del progetto”

Secondo Osservatorio del Paesaggio di Langhe e Roero, a seguito della riunione di presentazione del progetto di ciclovia tenutasi a Pollenzo lo scorso 16 dicembre, la realizzazione del progetto potrebbe essere collegata al completamento dell’Asti-Cuneo.

Sabato 16 dicembre 2023 anche l’Osservatorio del Paesaggio di Langhe e Roero ha partecipato alla presentazione del progetto della Ciclovia tra Langhe e Roero, passeggiata di loisir, Bra-Pollenzo-Alba, attraverso il ponte sospeso “Carlo Alberto”. L’iniziativa si è svolta presso l’albergo dell’Agenzia di Pollenzo ed ha visto la partecipazione di personalità importanti come il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il rettore dell’Università di scienze gastronomiche, Bartolomeo Biolatti.

Il progetto è stato nell’occasione illustrato dai due relatori, l’architetto Chiara Benedetti, che ha letto l’excursus storico del ponte sul Tanaro della prof. Monica Naretto e l’architetto Corrado Rinaudo, che ha presentato il percorso della ciclovia e il dettaglio della nuova passerella sospesa sul Tanaro. Un progetto con una importante valenza simbolica di unione di un territorio con grandi capacità economiche e con una significativa valenza turistica per un territorio collocato in due siti Unesco di interesse internazionale. “Come Osservatorio non possiamo che rallegrarci di vedere tradotto in fatti concreti quanto avevamo auspicato nelle nostre Osservazioni al progetto del Lotto mancante dell’autostrada Asti-Cuneo, tra Verduno e Cherasco, depositate il 16 dicembre 2022 in cui richiedevamo, tra le mitigazioni all’impatto dell’autostrada con costi a carico del Concessionario, un intervento di mitigazione dell’impatto della pesante opera autostradale, realizzato mediante la creazione di un percorso ciclo-pedonale ad hoc, comprensivo del recupero a nuova vita della storica struttura del Ponte Albertino, con lo scopo di mettere in comunicazione la buffer zone del Sito Unesco dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero con il Sito Unesco Residenze Sabaude – Complesso Carloalbertino di Pollenzo. Purtroppo la nostra richiesta non aveva avuto seguito e sembrava che la questione fosse caduta nel dimenticatoio. Per fortuna dei cittadini di Langa e Roero, è intervenuta la Fondazione Compagnia di San Paolo che ha coperto i costi di questo bel progetto di cui, sabato scorso, abbiamo avuto modo di apprezzare tutti gli aspetti architettonici, culturali, di mobilità sostenibile e per un turismo rispettoso dell’ambiente“, dichiarano gli esponenti dell’Osservatorio Guido Chiesa, Cesare Cuniberto e Silvio Veglio.

Una domanda circolava tuttavia, a mezza bocca, tra gli astanti: “Ma chi troverà i fondi per quest’opera e quando potranno partire i lavori?”. A dare una risposta a queste domande si è impegnato il presidente Cirio. I costi dell’intero progetto sono stati valutati in 9,5 milioni di euro. Per ricostruire in sicurezza la passerella sospesa sul Tanaro (la vera chicca di questa ciclovia, assunta a simbolo dell’unione di queste terre), andata distrutta durante la seconda guerra mondiale a seguito di eventi bellici e che troverebbe i suoi piloni di sostegno nelle due pile del ponte carloalbertino in laterizi policromi, il preventivo ammonta a 4,5 M€. Questi ultimi troverebbero la copertura nel nuovo Piano Economico Finanziario (PEF) che sarà ridiscusso tra il Ministero e la Società Asti-Cuneo del Gruppo Gavio per i motivi più diversi, tra i quali l’inclusione delle opere cosiddette “d’accompagnamento” nel novero delle opere necessarie per completare il riassetto della viabilità di tutta l’area Albese-Braidese. Per altri 3 M€ è previsto l’utilizzo di non ben specificati fondi regionali e per i rimanenti 2 M€ il sempre auspicabile intervento di qualche finanziamento privato.

“Non per il gusto di fare i guastafeste, ma per l’inveterato vizio di questo Osservatorio di guardare la realtà in faccia e di mettere da parte le facili illusioni, possiamo dire che la revisione del PEF tra Ministero e gruppo Gavio comporterà, anche sulla base delle esperienze degli anni passati, un periodo di alcuni anni per le lunghe e defaticanti trattative e le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti. Per il semplice motivo che saranno in ballo importi di centinaia di migliaia di euro dovuti agli eventi più imprevedibili come la pandemia e le guerre, nonché l’inclusione di nuove opere non incluse nel precedente PEF, con magari la necessità di ampliare il periodo di concessione della A33, e Dio non voglia, anche della A4 con un meccanismo di cross-financing“, commentano dall’Osservatorio.

Secondo l’Osservatorio, insomma, l’impresa costruttrice del gruppo Gavio potrebbe essere interessata a iniziare l’intervento subito dopo la fine dei lavori sulla Tangenziale di Alba, nella seconda metà del 2026 e che muoverà le sue pedine per ottenere questo risultato. La facile conclusione è tuttavia che della passerella sul Tanaro se ne potrà parlare concretamente in occasione delle prossime elezioni regionali del 2029. Come pure non è il caso di parlare prima della restante parte della ciclovia che, senza passerella, perderebbe molto del suo significato.
“In questa campagna elettorale del 2024 avremmo preferito poter parlare dell’altra mitigazione che avevamo richiesto e auspicato di vedere realizzata già nel corso dei lavori del lotto Verduno-Cherasco: le due gallerie artificiali suggerite dalla Soprintendenza all’Archeologia, belle arti e Paesaggio per interrompere la visione del nastro d’asfalto ai piedi della collina prospiciente la residenza reale di Pollenzo e per dare la possibilità alla fauna di passare in sicurezza da una parte all’altra dell’autostrada. Purtroppo la soluzione al risparmio della Società Asti-Cuneo di una sola galleria, denominato “ecodotto”, della lunghezza di appena 40 m non ha centrato nessuno dei due obiettivi proposti dalla Soprintendenza. Anzi, per certi aspetti, costringendo la fauna a passare in un solo punto, per di più di dimensioni contenute, l’ha messa ancor più in pericolo: una vera trappola. Ma di tutto questo, a Gavio e a Cirio, poco importa, basta finire” concludono i membri dell’Osservatorio.