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Cia Mondovì: “Nella nostra area un 2023 difficile, con il calo delle produzioni”

8 gennaio 2024 | 08:31
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Cia Mondovì: “Nella nostra area un 2023 difficile, con il calo delle produzioni”

Il presidente di zona dell’organizzazione agricola Fabio Bottero preoccupato soprattutto per la mancanza di acqua che si è fatta sentire quest’anno, ma, se non nevica e piove, potrebbe ripresentarsi in modo drammatico nel 2024.

Il presidente Cia della zona di Mondovì è Fabio Bottero: titolare di un’azienda agricola con sede a Carrù. Lavora una settantina di ettari, di cui la metà coltivata a noccioleti. “Abbiamo dovuto fare i conti con un’annata molto difficile in tutti i settori. Le gelate primaverili, il caldo estremo in estate, la mancanza di acqua, che dalle nostre parti si è di nuovo fatta sentire, e le grandinate hanno provocato un calo rilevante delle produzioni. Nel caso delle nocciole siamo arrivati a un 50% in meno. Inoltre, gli eventi meteo estremi hanno danneggiato fortemente le piante: molte sono seccate e quelle le abbiamo perse per sempre”, ha commentato Bottero a proposito dell’annata 2023.

I problemi si sono riscontrati soprattutto per quanto riguarda le spese di produzione: “I quantitativi ridotti, aggiunti ai costi energetici e
delle materie prime che, pur assestandosi a prezzi più bassi rispetto al periodo pre-crisi, sono rimasti e restano comunque alti, non hanno consentito di coprire le spese per molte colture. E a livello di allevamenti dei bovini la situazione è stata ancora peggiore, con il prezzo di vendita degli animali al macello davvero poco remunerativo”. Alla luce di questi dati Bottero prova anche a tracciare un bilancio per il 2024 appena iniziato: “Le “pesanti” difficoltà patite nel 2022, hanno avuto conseguenze anche quest’anno ed è probabile si presenteranno di nuovo nel prossimo. Soprattutto sul fronte siccità, perché è vero che durante la primavera e l’estate ha piovuto ma, nel Monregalese, non in quantità sufficienti a riportare le falde acquifere in condizioni accettabili. Infatti, già ora alcune sorgenti storiche sono completamente asciutte. Nell’inverno passato in montagna c’era la neve, in questo periodo l’abbiamo vista poco. Quindi, se non piove nei prossimi mesi, corriamo il rischio di dover fare i conti con un 2024 di nuovo molto difficile. L’unica strada percorribile per risolvere il problema è programmare la costruzione degli invasi, soprattutto quelli piccoli, per poter utilizzare l’acqua durante le emergenze dovute alla siccità. E sul fronte costi e prezzi di vendita ci auguriamo che la forbice si assottigli, altrimenti diventa problematico lavorare”.