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Cia di Alba: “Nel 2023 in alcune aree meno 50% di produzione, ma qualità buona”

11 gennaio 2024 | 10:31
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Cia di Alba: “Nel 2023 in alcune aree meno 50% di produzione, ma qualità buona”

A dirlo è il presidente di zona, Giacomo Damonte. Che aggiunge: “Bisogna adattarsi al clima che si sta trasformando velocemente e imparare a lavorare di conseguenza”.

Il presidente Cia della zona di Alba è Giacomo Damonte, enologo nell’azienda di famiglia Malvirà con sede a Canale. Un territorio dove a farla da padrone è la produzione vitivinicola, ma nel quale sono comunque operative un buon numero di attività legate ad altri settori agricoli: a partire dalla coltivazione delle nocciole.

Come è andata la stagione 2023? Risponde Damonte: “È stata un’annata complessa. La qualità delle produzioni si è mantenuta buona, ma abbiamo dovuto gestire al meglio la poca acqua disponibile e in molte aree è caduta la grandine. I due problemi si sono sommati, generando, nelle zone più colpite, un calo di quantità prodotta del 50% rispetto a una stagione normale. Purtroppo, gli eventi climatici estremi non portano ricchezza. Inoltre, i costi energetici e delle materie prime, pur assestandosi a livelli minori, se confrontati con i picchi degli ultimi due anni, sono rimasti ancora alti”.

Le prospettive per l’anno appena iniziato sono molto legate alla fortuna: “Incrociamo le dita e speriamo in un’annata migliore. Le carte per ottenere dei risultati più soddisfacenti ci sono: l’augurio è di potercele giocare bene. Abbiamo bisogno di pioggia, ma se la carenza idrica continua a condizionare le stagioni occorre, sempre di più, far diventare l’acqua una risorsa condivisa”, con Cia che è perfettamente consapevole che un’azienda, per garantirsi un buon futuro, deve “dal punto di vista agronomico produrre sempre alta qualità, adattandosi al clima che si sta trasformando velocemente e imparare a lavorare di conseguenza. Senza rimanere ancorata ai modelli di sviluppo del passato e andando di pari passo con i cambiamenti in atto. Per quanto riguarda l’aspetto economico deve avere più mercati di riferimento dove vendere i prodotti, così da poter disporre di diversi canali di commercializzazione e raggiungere una distribuzione capillare”.

Per farlo è necessario anche e soprattutto un intervento delle istituzioni: “Lo diciamo da anni: semplificare le procedure burocratiche. In quale modo? Velocizzando i tempi di istruttoria delle pratiche e le tempistiche di pagamento dei contributi legati ai bandi. Ad esempio, sulle misure del Pnrr i tempi continuano a essere troppo lunghi. Invece le aziende, per investire, hanno bisogno di certezze e di rapidità nelle decisioni”.