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“Per vivere il Mistero del Natale ci vogliono silenzio, preghiera, riflessione”

25 dicembre 2023 | 10:13
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“Per vivere il Mistero del Natale ci vogliono silenzio, preghiera, riflessione”

Gli auguri del vecovo della diocesi di Saluzzo Monsignor Cristiano Bodo: “per entrare nel Natale vero occorrono sensi finissimi, educati all’ascolto di messaggi impercettibili ai distratti; occorre fede; ci vuole “essere bambini” per stupirci davanti al Mistero, comprenderlo, contemplarlo, conservarlo, tradurlo in testimonianza di vita”

Attraverso una lettera intitolata “Il segno del Natale”, Monsignor Cristiano Bodo, vescovo della diocesi di Saluzzo, formula i suoi auguri natalizi alla comunità cui fa da riferimento. Riportiamo integralmente qui di seguito il testo della missiva.

“Il segno del Natale

Per avvicinarsi ed entrare nel Mistero del Natale occorre tempo: ecco perché cominciamo a parlarne; per vivere il Mistero del Natale ci vogliono silenzio, preghiera, riflessione: ecco perché la Chiesa vi si prepara con un tempo disteso su quattro settimane, l’Avvento; per entrare nel Natale vero occorrono sensi finissimi, educati all’ascolto di messaggi impercettibili ai distratti; occorre fede; ci vuole “essere bambini” per stupirci davanti al Mistero, comprenderlo, contemplarlo, conservarlo, tradurlo in testimonianza di vita.

E’ impossibile lasciarci coinvolgere dalla frenesia del tempo che scorre via e non basta mai, senza compromettere la corretta comprensione del senso cristiano del Natale; è impossibile scorrere via velocemente sulle parole evangeliche: “… lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,7), senza rischiare di sciupare il vero Natale. Il segno del Natale, indicato dagli angeli ai pastori è questo soltanto: “un bambino, avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2,12). A Lui solo deve convergere il tutto di noi stessi! A Lui solo: il necessario alla pace, alla gioia, al senso della vita!

Sono trascorsi ormai ottocento anni dal Natale 1223, da quando Francesco, il serafico d’Assisi, di ritorno da Betlemme, volle rievocare la scena della natività di Gesù, allestendo a Greccio, per la prima volta, il presepe. Da allora in poi la creatività e la fede popolare hanno mantenuto la tradizione, offrendo ai sensi del corpo la possibilità di percepire, comprendere e interiorizzare il messaggio di quel Bambino nato a Betlemme e posto in una mangiatoia.

La Chiesa di Saluzzo voglia restare nella bella tradizione popolare e, nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle piazze, si allestiscano i presepi, come “segni” che rinviano al Mistero dell’incontro tra Dio e i suoi figli. Si facciano i presepi: con entusiasmo e nella collaborazione reciproca. Mentre si allestisce il presepe si unisce la famiglia, si costruisce la Chiesa, si mantengono vive le relazioni; ci si addentra nel Mistero di Dio che si svela.

I presepi aiutino a immaginare le scene, a stimolare gli affetti, a coinvolgere la vita; si ritorni a “essere bambini”; si viva la dimensione della vita interiore; si apprenda la condivisione e la gratitudine; si amino i poveri e anche la sobrietà; si irrobustisca la volontà, perché il bene e la pace sono sempre una possibilità; si comprenda in che consiste l’Incarnazione e la Nascita di Gesù a Betlemme, oggi. Perché il Mistero del Natale è contemporaneo.

Il segno del presepe rinvii i sensi a vedere la gloria di Dio nel suo abbassamento; insegni all’uomo l’umiltà di riconoscerlo, ritrovarlo, adorarlo, non di sfuggita e per un giorno soltanto, ma stabilmente, in ogni forma di povertà e di emarginazione e nel modestoquotidiano di tante persone che, senza clamori, fanno la storia dei nostri giorni.

Il segno è qui! E ci basti per mantenere viva la speranza della pace, della concordia tra i popoli, della fratellanza universale; e ci basti per credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui. Con la vita spalancata alla grazia semplice e sublime del Bambino che giace nella mangiatoia, possiamo allora, senza esitazione, scambiarci gli auguri per un santo e felice Natale 2023!

Cristiano, vostro Vescovo”.