la perla di cuneo |
Cultura
/

220 anni fa l’inaugurazione del Teatro Toselli di Cuneo

26 dicembre 2023 | 09:19
Share0
220 anni fa l’inaugurazione del Teatro Toselli di Cuneo

Nato come edificio dei monaci Cappuccini, su iniziativa di oltre 30 cittadini dell’epoca che proposero di trasformarlo in una “sala per spettacoli”, la prima rappresentazione si tenne il giorno di Santo Stefano del 1803.

Compie oggi 220 anni il Teatro Toselli di Cuneo. Il 26 dicembre 1803, infatti, l’attuale teatro civico del capoluogo della Granda ospitava infatti la prima rappresentazione della sua storia. Un evento a cui si giunse dopo oltre un anno di lavoro da parte del Prefetto del Dipartimento dello Stura, Degregory, del comandante del Dipartimento, Gen. Compans, del Sindaco Conte Cairotti di Chiusano, e di altri trentasei privati cittadini, il cui obiettivo era quello di trasformare l’edificio, storicamente in mano ai monaci Cappuccini ma da poco passato alla Confraternita della Misericordia, in una “sala per spettacoli“.

Dall’inaugurazione scaturì la stagione teatrale cosiddetta “del Carnovale” che si protrasse per tutto il corso del 1804 portando in scena oltre cinquanta spettacoli, con protagoniste soprattutto le opere di grandi autori del teatro come Federici, Goldoni, Pindemonte, Alfieri, Voltaire e Avelloni. Non bisogna pensare però che gli spettacoli dell’epoca fossero in tutto simili a quelli odierni. Molto spesso, infatti, a seguito della messa in scena del copione (o in alcuni casi del semplice canovaccio, trattandosi di spettacoli che avevano ancora molto a che spartire con la “Commedia dell’Arte”), andava in scena una farsa brillante, che spesso mostrava anche numeri di ballo in maschera. Una tradizione che durò per molto tempo, inoltre, fu quella delle “recite a benefizio” per cui il primo attore o la prima attrice ricevevano l’intero incasso della loro serata. Altri elementi di grande discontinuità rispetto ad oggi erano l’assenza delle poltrone in platea, con il pubblico che era tenuto a portarsi delle sedie pieghevoli (affittabili anche a teatro) da casa e la durata sproporzionata degli intervalli (almeno un’ora), per permettere al pubblico di andare a rifocillarsi nella vicina osteria.

Il teatro divenne proprietà del Comune di Cuneo nel 1828, con quest’ultimo che decise di operare una completa riqualificazione dello stabile per mano dell’architetto Carlo Barabino già progettista del Teatro Carlo Felice di Genova. Fu lo stesso sovrano Carlo Felice ad approvare il progetto e insieme alla consorte assistette anche alla rappresentazione di una commedia di Goldoni alla fine del 1828. Il teatro rimase sostanzialmente invariato fino al 1852, quando il Consiglio della Città approvò l’acquisto di alcune migliorie per la struttura, tra cui il mitico lampadario in cristallo, l’orologio nella parte superiore del palcoscenico, l’allargamento dello stesso e l’adozione di un impianto di illuminazione a gas. Dal 1857 il teatro civico divenne anche sede ufficiale di una compagnia teatrale, quella fondata da Giovanni Toselli col nome di “Compagnia drammatica nazionale”, che fu fondamentale soprattutto per portare avanti la riscoperta della lunghissima tradizione teatrale piemontese, persino con alcuni adattamenti audaci, come la trasformazione della “Francesca da Rimini” di Silvio Pellico in “Chichina ‘d Moncalé”, con la presenza in scena della maschera Gianduia. Toselli rimase legato alla città di Cuneo e al suo teatro per tutta la seconda metà dell’Ottocento, arrivando anche a costruire una struttura chiamata “Teatro d’estate” (inaugurato nel 1874), che però, dopo diversi anni in passivo, venne ceduta al Comune per 35mila lire. Alla morte del capocomico (a Genova nel 1886), la Città si decise immediatamente per dare al teatro civico il suo nome.

Durante la Grande Guerra il Toselli cadde in un completo abbandono, fungendo da deposito militare. Si presentò anche la sempre più insistente possibilità di restaurarlo o costruire una nuova struttura, tanto che nel 1920 il vecchio teatro venne abbattuto per costruire il Palazzo delle Poste, mentre si valutavano i progetti di costruzione di un nuovo teatro. Possibilità che venne abbandonata soltanto nel 1927, quando si decise di ristrutturare il Toselli originale, con il progetto affidato all’ingegner Cesare Vinaj. È in questa fase che il teatro assunse una fisionomia simile a quella odierna, con una galleria a gradinata e una platea molto più grande della precedente, essendo stata eliminata la prima fila di palchi. Il 12 maggio 1928 il Teatro Toselli, radicalmente rinnovato, riaprì i battenti con la commedia “I quattro Rusteghi”.

Nel secondo dopoguerra il Teatro Toselli attraversò una delle fasi più difficili: il Comune concedette in locazione il teatro alla società che gestiva i cinema cittadini, e questa trasferì gli spettacoli di prosa al cinema Nazionale di via Roma. Seguirono anni di assoluto mutismo e solo l’Associazione studenti universitari, in quegli anni molto attiva, occupò il teatro per le più svariate iniziative. Il teatro rimase in stato di abbandono per molto tempo. Nel 1966 il Sindaco di Cuneo Tancredi Dotta Rosso diede incarico di formulare le modifiche e le innovazioni più idonee al ripristino del teatro, e nel 1968 esso vide la modifica della galleria con l’aumento consistente del numero dei posti e soprattutto con notevoli migliorie al palcoscenico. Il 5 ottobre 1968 il teatro venne re-inaugurato con grande sfarzo, partecipazione e soddisfazione dei cittadini. Da allora in poi il Teatro Toselli ha continuato a portare a Cuneo alcune delle più importanti rappresentazioni teatrali della scena contemporanea, rendendo il palcoscenico cuneese, soprattutto negli anni Settanta e Ottanta, uno dei più prestigiosi e immancabili nelle tournée delle compagnie, fino ai giorni nostri, con i cuneesi che lo guardano con affetto. E allora auguri al Teatro Toselli. Altri 220 di questi anni!