"al santa croce si può, al santa croce si deve" |
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Un “Santa Croce” nuovo da 100 mila mq: la proposta per l’ospedale unico di Cuneo

7 novembre 2023 | 15:53
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Il progetto del Comitato per il Nuovo Ospedale Unico Santa Croce, realizzato dagli architetti Michele Nasetta e Angelo Bodino, è stato presentato nella serata di ieri alla presenza dei consiglieri comunali Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) e Giancarlo Boselli (Indipendenti)

Un ospedale Santa Croce completamente rinnovato ed ampliato, che dagli attuali 75 mila passi ad avere un’estensione complessiva di circa 100 mila metri quadri. E’ quanto prevede il progetto presentato nella serata di ieri (lunedì 6 novembre) dal “Comitato per il Nuovo Ospedale Unico Santa Croce” al Centro di Documentazione Territoriale in Largo Barale. Un ampliamento di 25 mila metri quadri dunque suddivisi in quattro blocchi: oltre 14 mila mq in più sul Blocco 1 (via Monte Zovetto), 8800 mq in più sui Blocchi 2 e 3 (via Michele Coppino) e 1420 mq in più sul Blocco 4 (Pronto Soccorso). Una proposta in antitesi con quella dell’ospedale unico a Confreria negli spazi attualmente ospitati dal Carle su cui sta lavorando la Regione dopo che nel febbraio 2021 l’assemblea dei sindaci pressochè all’unanimità (l’unico a votare contro fu Maurizio Paoletti, primo cittadino di Boves ndr) aveva votato per quell’ubicazione.

Il progetto, presentato in un video (che riportiamo qui sopra) di circa quattro minuti in cui le immagini si fondono con le note della canzone “Si può fare” di Angelo Branduardi, è stato realizzato dagli architetti Michele Nasetta e Angelo Bodino, presenti alla serata di ieri, insieme ai consiglieri comunali Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) e Giancarlo Boselli (Indipendenti), da sempre tra i più accaniti sostenitori della scelta dell’opzione Santa Croce.

“Il nostro motto – ha detto Sturlese – è ‘Al Santa Croce si può, al Santa Croce si deve’ perchè consideriamo che questa sia l’unica possibilità di avere una struttura sanitaria e ospedaliera rinnovata. Sono passati quasi sei anni ormai da quando nel marzo 2018 veniva istituita la Commissione Speciale del Consiglio comunale per decidere se unificare i due ospedali e scegliere il territorio in cui investire per la sede unica. Ma su quel territorio (quello del Carle ndr) ci sono dei vincoli della sovraintendenza che impediscono di costruire nel senso che l’accessibilità non è così semplice e bisognereebbe anche lì investire per rendere accessibile quella localizzaizone. Il Santa Croce ha una minore disponibiità di territorio, ma ha quello che serve e la riunione di stasera vuole dimostrare che è possibile realizzare un ospedale completamente riqualificato, quasi come fosse nuovo”.

“Chi ha collocato l’attuale ospedale Santa Croce dove è lo ha fatto con grande lungimiranza – ha aggiunto Giancarlo Boselli. – Davanti alla stazione, in un punto facilmente raggiungibile, fece allora non solo una scelta moderna per quei tempi, ma una scelta che già allora era una scelta importante per il futuro della sanità cuneese. Chi vorrebbe spostare l’ospedale a Confreria invece lo ha fatto in fretta e accettando sollecitazioni improprie”. Secondo Boselli sono due gli errori in questa vicenda: “togliere l’ospedale dalla città e cercare di costruirlo non con i soldi pubblici, ma con il partenariato pubblico-privato. In Italia sono una decina le ipotesi di questo tipo, e io mi sono fatto un’idea, perchè non ho trovato altre spiegazioni se non che tale scelta sia fatta per spendere di più. Nessuno ha smentito le cifre che noi abbiamo calcolato sulle varie ipotesi e c’è la teoria che bisogna sollecitare il mercato delle costruzioni e sostenere l’iniziativa privata. Noi invece pensiamo che gli ospedali debbano essere pubblici e costruiti dallo stato e di questa idea, secondo alcuni un po’ retrò, noi siamo convinti. Gli urbanisti più attenti ai probemi della sanità dicono che la città ideale oggi ha 50-60 mila abitanti con un ospedale che ne deve fare parte. E il nostro progetto non è un rattoppo, ma un’operazione radicale. Stasera noi presentiamo un ospedale nuovo, fatto dove oggi c’è l’ospedale Santa Croce. La nostra è una proposta moderna, che si fa carico delle questioni ambientali e della vitalità economica e finanziaria dei quartieri tutelandone anche il valore degli appartamenti e delle case della zona”.