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Un deposito di rifiuti pericolosi a Clavesana? Un Comitato dice “NO!”

1 novembre 2023 | 16:54
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Un deposito di rifiuti pericolosi a Clavesana? Un Comitato dice “NO!”

“Autorizzare questo impianto metterebbe a rischio la comunità e comprometterebbe in modo irreversibile l’immagine, la vocazione e l’economia del territorio. Un territorio nelle Langhe, noto per la produzione di vino, carne di razza piemontese, nocciole, per il Tanaro e i suoi calanchi, rischia di diventare celebre per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono Patrimonio UNESCO”

Scrive il Comitato Clavesana dice no allo stoccaggio di rifiuti pericolosi.

“Un deposito di rifiuti pericolosi a Clavesana? NO! L’azienda Cement Srl ha chiesto l’autorizzazione per realizzare un deposito di rifiuti pericolosi e non a Clavesana, lungo la fondovalle, in un’area al confine con i comuni di Carrù e Farigliano, vicina al comune di Piozzo. L’autorizzazione è stata chiesta per oltre 100 categorie di rifiuti. Tra questi compaiono:

  • materiali contenenti amianto
  • batterie al piombo
  • batterie al nichel-cadmio
  • batterie contenenti mercurio
  • gas in contenitori a pressione contenenti sostanze pericolose
  • liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose
  • tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio
  • rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni
  • fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
  • pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

La capacità massima dell’impianto sarà di circa 200 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Calcolando una media di 20 tonnellate per camion, sono potenzialmente 10.000 camion all’anno. I rifiuti pericolosi saranno stoccati in un capannonedi 2000 metri quadrati, alto 11 metri. Gli altri rifiuti saranno sistemati sotto due tettoie (altri 1500 metri quadrati) aperte sui lati e all’aria.

Perché diciamo NO alla realizzazione di questo deposito di rifiuti. Autorizzare questo impianto metterebbe a rischio la comunità e comprometterebbe in modo irreversibile l’immagine, la vocazione e l’economia del territorio. Un territorio nelle Langhe, noto per la produzione di vino, carne di razza piemontese, nocciole, per il Tanaro e i suoi calanchi, rischia di diventare celebre per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono Patrimonio UNESCO!

La salute della comunità è a rischio. La lista dei rifiuti comprende sostanze altamente tossiche (mercurio, cadmio, amianto…). Sono evidenti i rischi in termini di salute per tutta la comunità.  La frequenza di incidenti in stoccaggi, depositi e discariche (sversamenti, incendi) è molto elevata. Gli incendi di questo genere scoppiati tra il 2017 e il 2019 vanno dai 50 ai 112 l’anno; la maggioranza si è verificata nel Nord Italia. Un incendio nel deposito avrebbe gravissime conseguenze per l’aria (per dispersione di fumi tossici) e per il suolo e le acque sottostanti. La quantità di rifiuti prevista genererà un importante traffico di tir, con conseguenze negative in termini di emissioni, traffico, rischio incidenti.

Il luogo è sbagliato. Il luogo scelto è ricco di sorgenti sotterranee (circa venti), è attraversato dall’acquedottoLanghe e Alpi Cuneesi (che fornisce acqua potabile a 200 mila persone), ma anche da una grande galleria che raccoglie l’acqua del Tanaro a Clavesana e la convoglia alla centrale idroelettrica Edison, a Farigliano. Si trova nel cuore di un meandro del Tanaro, un fiume che si caratterizza per l’andamento sinuoso e per i calanchi, suggestive formazioni geologiche che sono state inserite nell’elenco ISPRA dei geositi di rilevanza nazionale. A pochi metri dal sito ci sono 4 centri abitati: località Cascina San Giovanni, frazione Pra, frazione Tetti di Clavesana; frazione Naviante di Farigliano.

Mette a rischio l’economia e il patrimonio della comunità. Ogni prodotto della terra, ogni terreno, ogni immobile sarà svalutato dalla vicinanza a un deposito di rifiuti, in parte altamente tossici, e causerà, inevitabilmente, un impoverimento di ogni famiglia. La presenza del deposito allontanerà il turismo, con conseguenti perdite per l’economia generale di una zona, che negli ultimi decenni ha lavorato molto per risollevarsi dalle conseguenze dell’alluvione del ’94 e per puntare su economie virtuose.

Compromette tutti gli sforzi fatti perché questo territorio diventasse un’area di eccellenza. Il territorio di Clavesana e dei Comuni limitrofi (Farigliano, Carrù, Piozzo) è prevalentemente agricolo. Siamo nella DOCG del Dogliani, nella DOCG Alta Langa, nella IGP nocciola Piemonte, nell’area di allevamento della razza piemontese. La Cantina Clavesana, con i suoi 200 associati, è punto di riferimento per tutto il territorio. A pochi metri dal sito scelto per il deposito rifiuti si trovano due aziende alimentari (la pasticceria Martini e il salumificio Chiapella, che produce anche salumi bio) e, nel raggio di un paio di km, si trovano alcune rinomate eccellenze del settore alimentare italiano: il birrificio agricolo artigianale Baladin (con relativi appezzamenti coltivati a luppolo) e l’azienda casearia Beppino Occelli. Il Comune di Carrù, con cui confina il sito, è noto in tutto il mondo per la Fiera del bue grasso, per la ristorazione, per la razza bovina piemontese (qui ha sede l’Anaborapi, Associazione Allevatori Bovini Razza Piemontese). Clavesana è nota al grande pubblico grazie al suo paesaggio e alle sue colline. E’ nata qui l’idea delle panchine giganti, oggetti simbolo dell’Alta Langa, che attraggono turisti in cerca di bei paesaggi e aria pulita.

Questo territorio può e deve puntare sulla terra, sulle eccellenze agricole, sulla gastronomia, sul paesaggio, sulla cultura. Non può essere monitorato in modo adeguato e responsabile. Lo stoccaggio sarebbe gestito da una ditta che opera nel settore lavori edili, stradali, autotrasporto, cave, calcestruzzo. Gestire uno stoccaggio di questo tipo richiede un’alta specializzazione. Oltre ai controlli degli organi provinciali, regionali e nazionali, richiede un monitoraggio costante da parte dell’amministrazione comunale. Clavesana è un Comune di piccole dimensioni e non ha gli strumenti per svolgere questo ruolo.

Un dramma vissuto già trent’anni fa. Clavesana aveva già vissuto questa esperienza nel 1991, quando un’azienda privata aveva tentato di realizzare una discarica di rifiuti speciali nel medesimo sito. Allora, a seguito alla mobilitazione popolare e alla valutazione dei dati tecnici (sulla presenza di acque nel sottosuolo e sulla vocazione del territorio) la Regione Piemonte aveva negato l’autorizzazione. La lettera pubblicata il 20 settembre del 1991 dal Comune di Clavesana per ringraziare chi si era impegnato in questa battaglia si concludeva così: “A seguito di questa vicenda, un chiaro monito deve arrivare alle amministrazioni e alle popolazioni affinché l’esperienza che ha vissuto Clavesana non si ripeta, a Clavesana e negli altri Comuni”.

Siamo contrari a questo stoccaggio di rifiuti e chiediamo alle autorità competenti di agire per fermarlo! Lunedì 23 ottobre è stato costituito il “Comitato Clavesana dice no allo stoccaggio di rifiuti pericolosi”, un’associazione cui tutti possono aderire sottoscrivendo un modulo e offrendo un contributo di 10 euro. L’associazione non ha fine di lucro. Il contributo serve per sostenere spese tecniche e organizzative. L’associazione ha un Comitato Direttivo che si impegna a informare i soci e rendicontare l’uso delle quote associative. Per contatti: clavesanadiceno@gmail.com”