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Gli studenti del “Baruffi” di Ceva in gita nei luoghi manzoniani

14 novembre 2023 | 13:01
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Gli studenti del “Baruffi” di Ceva in gita nei luoghi manzoniani

Una tre giorni di full immersion nei luoghi dei Promessi Sposi per toccare con mano le atmosfere del più importante romanzo della letteratura italiana.

Per celebrare i 150 anni della morte di Alessandro Manzoni, nei giorni 8, 9 e 10 novembre le classi 4 A, 4 B, 2^ e 3^ liceo, 4 CAT e 2^ AFM dell’Istituto “Baruffi” di Ceva hanno partecipato al viaggio d’istruzione nei luoghi manzoniani, accompagnati dai professori Basso, D’Agostino, Digennaro, Piovano, Lenta, Gallo e dalla Dirigente Raffaele Addamo.

“Siamo partiti da Ceva di prima mattina mercoledì 8 novembre, soltanto un giorno dopo rispetto alla data in cui inizia il romanzo, il 7 novembre 1628. – scrive Ilaria Rossi, studentessa della 4^BLa nostra prima tappa è stata Milano, dove abbiamo ammirato l’esterno del Duomo, edificio che aveva lasciato stupefatto Renzo, che nel romanzo era giunto nella città per consegnare una lettera di Fra Cristoforo a Padre Bonaventura. Abbiamo poi visto i luoghi teatro del Tumulto di San Martino, la rivolta popolare causata dalla carestia che portò all’assalto dei forni. Renzo, spaesato, nel romanzo si lascia coinvolgere dalla folla e pronuncia un discorso, venendo così scambiato per uno dei capi della sommossa. Poi abbiamo visitato la casa del Manzoni, oggi museo e centro studi. Le guide si sono soffermate sulla biografia del romanziere, la sua famiglia, le sue amicizie e le sue passioni, tra cui la botanica: infatti è ancora presente una magnolia piantata da lui stesso. Suggestivo è lo studio, con il magnifico soffitto cassettonato e le pareti della stanza per lo più nascoste da scaffali colmi di libri: proprio lì furono composte molte delle sue opere. A Milano abbiamo anche visitato la chiesa rinascimentale di Santa Maria presso San Satiro con la finta abside di Bramante, esempio di illusionismo prospettico.

Giovedì mattina abbiamo finalmente visto dal vivo il famoso ramo del lago di Como e poi il luogo dell’”Addio monti”, ricordando i pensieri di Lucia rivolti alle sue montagne, la catena frastagliata del Resegone, conosciuti e amati come persone familiari, che non aveva mai pensato di lasciare e che non sapeva quando avrebbe rivisto. Manzoni era particolarmente legato a questi luoghi e nel romanzo li descrive con familiarità e affetto. È stata poi la volta di Pescarenico e della chiesa già convento di Fra Cristoforo, il cappuccino aiutante dei due protagonisti. Sempre nella mattinata siamo andati a vedere Olate, che secondo molti studiosi potrebbe essere il paesello dei due promessi, con la chiesa di don Abbondio e la casa di Lucia, per poi salire verso il castello dell’Innominato, una fortezza davvero imponente e inaccessibile, allora al confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica Serenissima di Venezia. Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro con il battello sul lago di Como; faceva piuttosto freddo e pioveva, quindi non si vedevano molto nitidamente i contorni delle sponde e delle case che si affacciavano sulle rive del lago, tuttavia l’atmosfera era indefinita, quasi magica. Venerdì, infine, è stata una giornata dedicata alla visita della città di Como, con il duomo e la Casa del fascio, edificio che ben rappresenta l’architettura razionalista. All’insegna della scienza l’ultima tappa del viaggio, con la visita al Tempio voltiano, dedicato ad Alessandro Volta, padre della fisica e della chimica moderna, e ai suoi strumenti, fra cui ovviamente la pila. Tre giorni pieni, tra arte, letteratura e…un po’ di tempo libero per noi studenti!“.