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1° novembre: perché si celebra il giorno di Ognissanti?

1 novembre 2023 | 08:40
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1° novembre: perché si celebra il giorno di Ognissanti?

Ricorrenza ricca di particolari e vicissitudini

Il primo di novembre è il giorno di Ognissanti, come dice il nome stesso, celebra tutti i santi della tradizione religiosa cristiana.

Fu Papa Gregorio IV, nell’835 a scegliere il 1° novembre come data per ricordare i santi apostoli e tutti i santi, martiri (ossia coloro che in passato morirono a causa della loro Fede cristiana) e confessori.

Perché proprio il 1° novembre?
Come spesso accadde nel corso della storia della Chiesa, la religione cristiana prese le mosse da riti pagani già esistenti. È più che probabile infatti che il primo novembre fu scelto proprio perché in quella data si celebravano già altre feste pagane che accoglievano il letargo della natura e l’arrivo della stagione fredda. Tra i Celti, ad esempio, i giorni fra ottobre e novembre erano per tradizione il periodo di maggior contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti (e infatti il 2 novembre si ricordano i defunti). Sempre da questo mondo ha origine la festività di Halloween del 31 ottobre il cui nome è infatti formato dall’unione delle parole All (tutti) Hallow (santi) Eve (vigilia), ossia “la vigilia di tutti santi!”

Celebrata in tutto il mondo la festività di Ognissanti è ricca di curiosità e vicissitudini. In Messico credenza vuole che i morti tornino tra i vivi per circondarsi del calore dei parenti e degli amici. In occasione di questa festa l’unica regola è: farsi trovare felici e allegri per accogliere al meglio i propri cari defunti. In Cina, invece, dove si crede che in questo giorno si aprano le porte dell’Inferno, viene celebrata la festa dei fantasmi; in questo caso la tradizione chiede agli abitanti di preparare un posto a tavola in più in modo che le anime dannate possano placare il loro appetito. In Italia lo spirito non è gioioso e felice, ma anche qui la tradizione di trascorrere la giornata per visitare i propri cari defunti.

Altra tradizione sono i dolci legati alla celebrazione dei santi e la commemorazione dei defunti. Tra i più noti troviamo il pane dei morti, tipico del Nord Italia e in particolare della zona milanese, una preparazione soffice e dolcissima a base di mandorle, amaretti e frutta secca. Le ossa dei morti – l’ossa ‘e muotti o cruzzedde – sono invece dei biscotti siciliani che venivano fatti trovare ai bambini la mattina di Ognissanti come dono da parte dei defunti. Le ossa dei morti della provincia parmense sono invece biscotti croccanti a base di mandorle, chiodi di garofano e cannella. A Napoli, invece, troviamo il torrone dei morti, a base di cioccolato fondente, cioccolato bianco e nocciole. In provincia di Siena troviamo il pane dei santi, un croccante dolce a base di uve noci e pepe, da gustare accompagnato dal vin santo. Antichissima è la ricetta delle fave dei morti, che si trovano già nella tradizione etrusca. Oggi esistono innumerevoli varianti, ma rimane per tutte che i dolcetti siano di vari colori. Originariamente, le fave dei morti erano a base di legumi secchi, in quanto si usava offrire ai defunti in libagione delle fave.