Morte Michele Pellegrino: la strada era troppo stretta per il Defender

18 giugno 2023 | 08:51
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Morte Michele Pellegrino: la strada era troppo stretta per il Defender

Al momento nessuna inchiesta in Procura sul drammatico incidente costato la vita giovedì 15 giugno al cuneese 37enne appuntato del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Cuneo e a due cartografi dell’Istituto Geografico Militare di Firenze

Ventimiglia. Una strada pericolosa e forse troppo stretta per essere percorsa dal Defender dell’Esercito italiano. E’ molto probabilmente questa la causa del drammatico incidente costato la vita giovedì 15 giugno al cuneese Michele Pellegrino, 37 anni, appuntato del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Cuneo oltre che a Leonardo Sensitivi, 54 anni, e Tiberio Ghelardini, 58 anni, entrambi cartografi dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.

I tre erano a bordo del mezzo militare insieme a Simone Bartolini, 61 anni, di Scandicci (Firenze): responsabile dell’ufficio che si occupa delle missioni di confine, nonché funzionario cartografico e capo missione. Unico superstite, salvo per miracolo.

Stando a quanto ricostruito fino ad ora, alla guida del Defender c’era Ghelardini che, al momento del dramma, pare stesse percorrendo un tratto asfaltato, ma proprio a causa delle dimensioni ridotte della carreggiata, sia finito con due ruote nel tratto asfaltato. A quel punto il Defender si è inclinato ed è precipitato nel vuoto, finendo nella scarpata per circa trenta metri e ribaltandosi più volte.

All’interno dell’abitacolo, oltre a Ghelardini, c’era il collega Sensitivi. Entrambi sono morti sul colpo. Pellegrino e Bartolini, invece, erano seduti nella parte telonata del mezzo, su due panche laterali. Mentre Bartolini è stato sbalzato fuori dalla jeep, salvandosi, il finanziere si trovava nella parte più vicina all’abitacolo, restando incastrato tra le lamiere.

A lanciare l’allarme è stata una quinta persona, un finanziere, anch’egli impiegato nella “missione di campagna” per il rilevamento dei confini insieme al collega e ai tre tecnici dell’Istituto Geografico Militare. L’uomo, però, non era con gli altri quattro al momento dell’incidente, forse perché si era allontanato prima o forse perché alla guida di un secondo mezzo.

Al momento, la Procura di Imperia non ha ancora aperto un fascicolo di indagine, ma non è escluso che nei prossimi giorni, non appena ricevuti tutti gli atti, venga aperta un’inchiesta per far luce su quanto esattamente accaduto. Un’ipotesi alquanto remota, comunque, in quanto il magistrato ha già concesso il nullaosta per la restituzione delle salme ai familiari delle vittime e ieri si sono svolti i funerali di Michele Pellegrino.

Sequestrato il Defender dell’Esercito, che dovrà essere sottoposto a perizia per capire se fosse idoneo alla missione per la quale era stato utilizzato. Il mezzo era arrivato a Ventimiglia da Firenze, trasportato con un furgoncino sul quale viaggiavano i tre cartografi. Si tratta, infatti, di un “mezzo tattico” non da strada.