“L’amore non può morire, la morte non ha l’ultima parola”: gli auguri di Monsignor Bodo

9 aprile 2023 | 09:01
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“L’amore non può morire, la morte non ha l’ultima parola”: gli auguri di Monsignor Bodo

Il messaggio del vescovo dela diocesi di Saluzzo

Monsignor Cristiano Bodo, vescovo di Saluzzo, ha rivolto i suoi personali auguri ai fedeli della sua diocesi attraverso un messaggio il cui testo riportiamo qui di seguito.

Ci sono eventi che, come macigni, si pongono sul corso della storia; essi dicono la fatica di credere che il Regno sia già e che sia possibile l’augurio per una Buona Pasqua.
Si respira l’assenza di pace, un’assenza che dura nel tempo, e da tanto tempo; mette ansia, paura e incertezza. Si respira l’assenza del desiderio, la mediocrità e il grigiore di vite spente; sembra impossibile il brivido che fa fremere il cuore, scuote l’animo, muove l’ardore. Si respira l’assenza di compassione e di fratellanza, di gioia e di voglia di vivere; sconcerta e sconvolge la vita senza spiagge accoglienti, senza volti felici. Si respira l’assenza di acqua, di aria salubre, un’assenza che incombe sul Creato, crea sgomento.
Anche il crimine non è stato eliminato dalla cronaca, inorridisce. La speranza è scoraggiata; il futuro è guardato con timore, tutte le crisi mettono inquietudine.
Ma il cristiano, amaramente, celebra il mistero della Pasqua, il mistero della Vita che trionfa sulla morte passando dalla Croce. Sul patibolo della Croce é salito, liberamente e per amore dell’uomo, Gesù, il Figlio di Maria e Unigenito del Padre. É il Padre lo ha risuscitato da morte, restituendolo realmente vivo all’umanità di ogni tempo. Perché l’Amore non può morire; la morte non ha l’ultima parola, l’amore vive e trionfa sul male e sulla morte. L’amore è più forte dell’odio, il perdono è più forte della vendetta, la Misericordia lava la miseria; la luce squarcia le tenebre. Dio é Amore!
La risurrezione di Gesù è evento che si celebra ed è evento che succede nella storia. Si può però passare accanto alla Pasqua senza riconoscerla, per vederla e per crederci occorrono oltre ai gesti del Signore e una sua Parola, anche gli occhi della nostra fede. La Pasqua fatica a vedersi perché all’uomo occorrono occhi tersi, magari da tante lacrime: di gioia, di dolore, di consolazione; occorrono cuore puro, labbra essenziali, braccia tese, cuori spalancati; occorrono vite amanti che sanno riconoscere e adorare Cristo, il Vivente, presente nel tempo, spesso opaco della storia.
La Pasqua è già! E noi lo crediamo.
Perché in forza dello Spirito, presenza viva del Crocifisso Risorto, anche l’uomo di oggi è capace di pregare in famiglia, di vivere relazioni buone e ricche, profonde e significative, sincere e vitali, di lasciarsi toccare dall’altrui sofferenza, di rispondere con il bene all’indifferenza, di impegnarsi nel dono di sé in tanti ambiti della vita civile, sociale, religiosa.
La vedo e la incontro nelle nostre comunità parrocchiali, la vedo nella gente in festa, che celebra con fede l’Eucaristia, che prega, che canta, che annuncia la Parola, che cura le chiese e le tante cappelle; la vedo nella Caritas, negli oratori, nelle scuole, nelle associazioni, nell’amore alla propria terra e alle proprie tradizioni.
La vediamo nella primavera che rinasce, nel sole che sfolgora; nella luce accesa del cero, nell’acqua nuova del fonte battesimale, la odoriamo nel profumo degli olii consacrati, la sentiamo nel suono solenne delle campane e nell’alleluia festoso che si canta in coro.
La Pasqua é già ora, la Chiesa che crede, spera e ama, la celebra e la annuncia mentre attende quella eterna. É possibile, quindi, e non è formalità, scambiarsi di cuore e convintamente l’augurio: Buona Pasqua, fratello!”