SANITÀ ALLA SBARRA |
Altre News
/
Cultura
/
Sanità
/

“Non ci interessa dove sarà l’ospedale, ma vogliamo che funzioni”

20 aprile 2023 | 15:59
Share0
“Non ci interessa dove sarà l’ospedale, ma vogliamo che funzioni”
Manifestazione per la sanità pubblica
“Non ci interessa dove sarà l’ospedale, ma vogliamo che funzioni”
“Non ci interessa dove sarà l’ospedale, ma vogliamo che funzioni”

Manifestazione di Cgil, Cisl e Uil per ricordare che “La sanità pubblica fa bene a tutti”

La sanità pubblica è in crisi, gli appuntamenti per ottenere una visita o un esame diagnostico sono ben al di sopra dei tempi previsti dalla normativa di settore, lo stato Italiano spende in percentuale molto meno in sanità pubblica rispetto agli omologhi europei. I lavoratori del settore lamentano turni massacranti e sempre meno personale.

Non è un bel quadro quello che è uscito dalla manifestazione che si è svolta questa mattina, giovedì 20 aprile, in Piazza Europa a Cuneo, organizzata da CGIL, CISL e UIL provinciali e che aveva  come titolo  “La sanità pubblica fa bene a tutti”. 

Dopo un primo momento di testimonianze di cittadini e lavoratori che hanno descritto le loro vicissitudini nel mondo della sanità, con visite mediche e accertamenti specialistici spesso in strutture lontane come gli ospedali di Mondovì o Ceva per anticipare di qualche mese, ricorrendo ai laboratori privati ma a pagamento, sono intervenuti gli operatori sanitari. Anche per loro, apparentemente al di là della barricata, i problemi sono gli stessi, ossia la mancanza di stanziamenti che determina turni di lavoro sempre più pesanti per mancanza di personale e impossibilità di assicurare a tutti la necessaria assistenza.

Un dipendente dell’Aston di Savigliano ha riferito di una colletta per un collega precario che non aveva soldi per pagare le cure; una signora ha raccontato di un appuntamento per le 13:30 di una domenica per la visita del figlio all’ospedale di Mondovì. Al loro arrivo, non c’erano operatori in grado di effettuare l’accertamento diagnostico. E ancora: un signore ha spiegato che non c’erano posti per la moglie se non nel 2024 e che è ricorso alle strutture private, pagando di tasca propria. “Noi per fortuna ce lo possiamo permettere, ma chi non ha soldi?

Particolarmente sentita la testimonianza di un’operatrice di una Residenza per anziani (RSA) che ha ricordato la pandemia, quando gli operatori erano chiamati “Angeli”. “Abbiamo passato un periodo usurante e ci hanno riconosciuto un premio complessivo di 100 euro”. Tra gli interventi, anche il consigliere comunale e medico in quiescenza dell’Ospedale di Cuneo Ugo Sturlese, il quale ha sostenuto che il governo spende senza problemi per gli armamenti e riduce continuamente le spese sanitarie e assistenziali.

Conclusioni dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Armando Dagna della Uil ha detto che il diritto alla salute, al lavoro e al welfare sono diritti intoccabili, sanciti dalla Costituzione. “Siamo su questa piazza e chiediamo delle risposte. Se qualcuno pensa che con dichiarazioni, con articoli sui giornali, vogliono anestetizzare i lavoratori, noi siamo attenti perché il diritto alla salute è primario e condiziona la vita delle persone Siamo per un servizio pubblico finanziato con la fiscalità e lottando contro l’evasione  fiscale”. 

Enrico Solavagione della Cisl ha ringraziato per la massiccia partecipazione alla manifestazione. “Sono 10 anni che denunciamo 27 miliardi di tagli e 209 ospedali chiusi. Ci siamo sempre stati, invitiamo il presidente della Regione, il presidente della Provincia, l’assessore alla Sanità, la sindaca di Cuneo a sedersi ad un tavolo per risolvere i problemi, lasciando da parte le beghe politiche che non interessano la gente. Uscite dalla bagarre rispetto all’ospedale. Non ci interessa dove verrà messo, ma interessa che ci siano i medici, che ci sia il personale, che funzioni. Chi fa politica deve capire i bisogni delle persone. L’ottanta per cento del gettito erariale è fornito dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Una riforma deve tener conto della progressività. Cento miliardi ogni anno di evasione fiscale non sono più tollerabili”.

Piertomaso Bergesio della Cgil ha ricordato che la sanità pubblica è sancita dalla costituzione e che è necessario creare una rete solidale che metta insieme tutte le persone che si battono per recuperare i diritti, tutti i diritti, quello alla salute ma anche quello al lavoro. ”I giovani scappano all’estero, le persone sono ormai scoraggiate, non c’è più una battaglia culturale per il cambiamento. Ci hanno tolto anche la voglia di votare. Si avvicina il 1 maggio, c’è bisogno di fare comunità perché nessuno si senta solo”.