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Il Buongiorno di Cuneo24

14 aprile 2023 | 08:01
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 2003 a Washington il Consorzio pubblico internazionale annuncia il completamento della mappatura del genoma umano

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:44 e tramonta alle 20:17. Durata del giorno tredici ore e trentatre minuti.

Santi del giorno
San Frontone, abate in Egitto.
Santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, martiri di Roma.
San Lamberto di Lione, vescovo.

Avvenimenti
1849 – L’Ungheria proclama la repubblica.
1900 – La prima esposizione universale del Novecento – Una finestra sul secolo appena trascorso attraverso una panoramica delle principali invenzioni tecnologiche e istanze artistiche. Così Parigi, ritoccata dalla modernità nel suo fascino immortale, salutò l’arrivo del Novecento. Nel pieno della seconda rivoluzione industriale (1870-1920), la Francia confermava la vocazione di laboratorio ideale per i nuovi ritrovati della tecnologia e per tutte le espressioni dell’ingegno umano. Prova n’è il fatto che di dodici “esposizioni universali”, ufficialmente riconosciute dal BIE (Bureau International des Expositions, in italiano “Ufficio Internazionale delle Esposizioni”), quattro si erano tenute nella location parigina, mentre all’acerrima rivale Londra n’erano toccate due soltanto. L’EXPO d’inizio secolo premiò nuovamente la “città della Senna” e questa volta si trattava di un evento epocale, sia per la quantità e la qualità del patrimonio esposto, sia per il livello di modernità che la capitale si apprestava a raggiungere in vista del prestigioso appuntamento. Dieci anni dopo l’inaugurazione della celebre Torre Eiffel, altre opere erano in cantiere e promettevano una significativa trasformazione dell’assetto urbano. Dalle stazioni ferroviarie di Gare de Lyon e Gare d’Orsay (oggi sede del Museo d’Orsay) ai padiglioni espositivi di Grand Palais e Petit Palais. Di maggiore impatto sui turisti e sulla qualità dei trasporti cittadini si rivelò la nuova metropolitana (tra le prime in Europa), che tagliava la città da est ad ovest. La linea venne completata in tempo per l’inaugurazione dell’Exposition Universelle del 14 aprile. Una delle prime opere che stupì i visitatori fu la gigantesca ruota panoramica che con i suoi 100 metri d’altezza, detenne il record per quasi un secolo (sebbene fu demolita nel 1920). Tutta intorno Parigi appariva in uno spettacolo di luci che celebrava il trionfo dell’elettricità. Ecco spiegato il boom di presenze per l’EXPO, oltre cinquanta milioni di visite, che solo un’altra esposizione (Osaka 1970) fece registrare. Dentro le aree espositive si poterono ammirare brevetti di portata tecnologica epocale. In primis il motore diesel alimentato da olio di arachidi, brevettato dal francese Rudolf Diesel, che solo trent’anni più tardi trovò applicazione nel settore automobilistico. Ma il maggiore riconoscimento venne assegnato alla prima scala mobile commerciale, realizzata dall’inventore americano Charles Seeberger per la Otis Elevator Company (società costruttrice del primo ascensore). Non meno clamore suscitarono due invenzioni legate alla comunicazione e all’intrattenimento. Da un lato il cinematographe dei fratelli Lumiere, con il quale vennero proiettati alcuni cortometraggi su un grande schermo (16 m per 21 m). Dall’altro il Telegraphone dell’ingegnere danese Valdemar Poulsen, un registratore magnetico a filo, il cui funzionamento fu dimostrato registrando la voce dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria; tutt’oggi è considerata la più antica registrazione audio magnetica esistente. Nel settore dell’arredo e delle decorazioni si affacciò il nuovo gusto dell’Art Nouveau, con mobili moderni, arazzi e oggetti d’arte caratterizzati da linee curve e ornamenti di tipo vegetale o floreale. Principale fonte d’ispirazione furono le immagini orientali e più di tutte le stampe giapponesi. Di qui la tendenza si affermò nel campo delle arti figurative e in architettura. Tra i manufatti artistici riscossero enorme successo piccole bambole di legno vestite secondo la tradizione contadina russa: fu l’esordio delle matryoshka, ideate dall’industriale e collezionista d’arte Savva Mamontov. Premiate a Parigi con la medaglia di bronzo, quale simbolo della tradizione russa, da quel momento cominciarono ad essere prodotte su larga scala ed esportate in tutto il mondo.
2003 – Washington: il Consorzio pubblico internazionale annuncia il completamento della mappatura del genoma umano.
2004 – Iraq: Fabrizio Quattrocchi, uno dei quattro ostaggi italiani in mano ai ribelli, viene ucciso con un colpo alla nuca.

Nati in questo giorno
Adrien Brody – A ventinove anni ha calpestato per la prima volta il red carpet di Los Angeles, uscendo dal Dolby Theatre come il più giovane attore ad aver conquistato l’Oscar di “miglior attore protagonista”. Nato a New York, intraprende la strada del cinema iscrivendosi alla Scuola d’arte drammatica e debuttando a 15 anni sul piccolo schermo, nella nella sit-com “Annie McGuire”. Dopo alcune comparsate in produzioni indipendenti, trova nel regista Terrence Malick il suo talent scout. Quest’ultimo, dopo averlo diretto nel film di guerra La sottile linea rossa (1998), lo segnala a Spike Lee che a sua volta lo scrittura in “S.O.S. Summer of Sam – Panico a New York”. Il curriculum di Brody si arricchisce con le collaborazioni con registi di chiara fama, quali Barry Levinson (in “Liberty Heights”) e Ken Loach (in “Bread and Roses”), che preparano il terreno all’inatteso trionfo del 2003: la statuetta più ambita nella carriera di un attore per il ruolo del pianista ebreo Wladyslaw Szpilman, ne Il pianista di Roman Polanski. Un’interpretazione struggente che gli fa ottenere numerosi prestigiosi riconoscimenti, dal Premio César della critica al Festival di Cannes ai British Academy Film Awards. Apprezzato in film come “The Village”, “The Jacket” e “King Kong”, nel 2009 viene diretto da Dario Argento in “Giallo”, ma i due finiscono in tribunale per questioni legate alla distribuzione e ai diritti di immagine. Nel 2014 è tra i protagonisti di The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, pellicola premiata dalla giuria alla 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. Figura nel cast del film The French Dispatch in uscito, dopo vari rinvii, nel corso del 2021. Festeggia 50 anni.
Nicola Berti – Nato a Salsomaggiore Terme (in provincia di Parma) è un ex calciatore. Centrocampista di Parma, Fiorentina e Inter, ha terminato la sua carriera in Inghilterra, Spagna e Australia. Nel periodo nerazzurro (dal 1988 al 1998) ha totalizzato 229 presenze in A (con 29 reti), vincendo anche uno scudetto (1988/89) e tre edizioni della Coppa UEFA. In Nazionale ha 39 presenze (con 3 gol) e ha contribuito al secondo posto dell’Italia ai Mondiali del 1994 e al terzo di quelli del 1990. Compie 56 anni.

Eventi sportivi
1994 – L’Inter supera il Cagliari e va in finale – Tra le 64 squadre che partecipano alla Coppa UEFA 1993/94, quattro sono italiane: Lazio, Inter, Cagliari e Juventus. In semifinale arrivano Cagliari (dopo aver eliminato Dinamo Bucarest, Trabzonspor, Malines e Juventus) e Inter che in uno scontro tutto italiano si giocano l’accesso alla finale. All’andata sono i sardi a prevalere per 3 a 2, ma nel ritorno a Milano, il 14 aprile 1994, i nerazzurri s’impongono per 3 a 0, con le reti di Dennis Bergkamp, Nicola Berti e Wim Jonk. La finale è Salisburgo-Inter; gli italiani vincono per 1 a 0 a Vienna e a Milano, conquistando così per la seconda volta la Coppa UEFA.

Proverbio/Citazione
Aprile e conti per lo più son traditori.
“Cerco di andare sempre in profondità, in quello che faccio. E non parlo solo di me stesso, ma anche di quello che ho attorno, degli esseri umani che mi circondano” Adrien Brody