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Il Buongiorno di Cuneo24

6 aprile 2023 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1943 veniva pubblicato “Il Piccolo Principe”

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:58 e tramonta alle 20:07. Durata del giorno tredici ore e nove minuti.

Santi del giorno
San Pietro da Verona, martire, è il protettore dei domenicani e degli inquisitori, dei calzolai, dei commercianti di tessuti e dei fabbricanti di birra.
San Filarete di Calabria.
San Prudenzio di Troyes, vescovo.

Avvenimenti
648 a.C. – Gli antichi greci registrano la prima eclissi solare.
1943 – Pubblicato “Il Piccolo Principe” – «Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi». Da questo popolare passo si ricava il fascino universale di un volume considerato tra i più celebri del XX secolo, per alcuni secondo soltanto alla Bibbia come numero di lettori. Per comprendere la genesi dell’opera occorre conoscere il profilo dell’autore. Antoine de Saint-Exupéry, originario di Lione, era cresciuto in una famiglia di nobili origini, dove fin da bambino respirò l’arte grazie alla madre pittrice. Anni felici che s’interruppero con lo scoppio della Prima guerra mondiale, che lo allontanò dalla madre (presa dal lavoro di infermiera), e successivamente funestati dalla morte prematura del fratello. Arruolatosi nell’aviazione francese, scoprì la passione per la prosa proprio solcando i cieli di mezza Europa e trovando nella moglie Consuelo la musa ispiratrice. Antoine era un personaggio di grande estro, che esprimeva nei suoi scritti e nelle invenzioni tecniche legate all’attività di aviatore, tra cui un dispositivo per l’atterraggio di aerei. A ciò si univa una sensibilità malinconica, accentuata dalla solitudine che soffrì sia nella separazione dagli affetti familiari, sia nel fallimento del suo matrimonio. Questa centralità dell’amore e il bisogno di rimarcarlo, mentre il Mondo stava per entrare nella più crudele delle guerre, delinearono l’humus lirico da cui fiorì il suo più popolare racconto. Autobiografia e invenzione si confondono mirabilmente nella storia dell’aviatore che, atterrato in pieno deserto del Sahara, è sorpreso dalla vocina di un inaspettato ospite. Un minuscolo ragazzo, dai capelli color oro e vestito come un principe, giunto dall’asteroide B612, dove vive da solo e in compagnia di una rosa vanitosa, di cui si prende cura. Nel suo peregrinare per lo spazio in cerca di nuovi amici, racconta a uno stupito interlocutore tutte le sue avventure con curiosi personaggi, conosciuti nei diversi pianeti che ha visitato: dal vecchio Re solitario che si crede onnipotente, all’uomo d’affari che conta le stelle illudendosi che esse gli appartengano. Scritto a Long Island (USA) e illustrato direttamente dall’autore, il libro venne pubblicato il 6 aprile del 1943, in una prima versione inglese curata dall’editore Reynold & Hitchcock; dalla seconda in francese venne ricavata la traduzione italiana edita da Bompiani. La prima edizione venne dedicata a Léon Werth, ebreo francese, al quale de Saint-Exupéry era legato da profonda amicizia. Nemmeno il tempo di godersi le fortune della sua creatura, che l’anno seguente si ritrovò abbattuto da un caccia tedesco e di lui si perse ogni traccia. Soltanto nel 2004, dopo il ritrovamento dei resti dell’aereo si chiarirono le circostanze della morte. Nel frattempo, Il Piccolo Principe spopolò di generazione in generazione, affermandosi ora come racconto per ragazzi, ora come poesia dell’infanzia per gli adulti. Tradotto in 220 lingue e venduto in oltre 140 milioni di copie, negli anni ispirò fumetti, cartoni animati e opere teatrali. Resta attualmente uno dei libri più venduti, con una media di circa 1-2 milioni di copie all’anno soltanto in Italia. Il segreto del successo è spiegato negli appunti dell’autore: «Non ho mai detto agli adulti che non appartenevo al loro ambiente e ho nascosto che avevo sempre cinque o sei anni in fondo al cuore». Da questo spirito “infantile” nasce la capacità del testo di penetrare nell’intimo del lettore di ogni età e di ogni tempo.
1980 – In commercio i post-it. Un promemoria prezioso, una trovata geniale, un messaggio originale, un appunto di un libro. Tutto ciò esprime quel quadratino (la forma più diffusa), prevalentemente, di colore giallo che va sotto il nome di “post-it” e che popola scrivanie, pc e bacheche di uffici, scuole e abitazioni. Uno strumento irrinunciabile di uso quotidiano per milioni di persone che vide la luce alla fine degli anni Sessanta, grazie a Spencer Silver, ingegnere della 3M, società americana già entrata nella storia per aver brevettato lo scotch nel 1930. Silver inventò un nuovo tipo di colla adatta ad ogni superficie e in grado di conservare la propria capacità adesiva anche se spostata da un oggetto all’altro. Ritenuta, inizialmente, non di grande utilità pratica, solo grazie alla caparbietà di Geoff Nicholson (ritenuto il “padre dei “post-it”) se ne individuò la portata rivoluzionaria nell’applicarla su piccoli pezzetti di carta. Con il nome esatto di “Post-it Notes”, i primi blocchetti dal caratteristico colore giallo comparvero nei negozi statunitensi il 6 aprile del 1980 e negli anni successivi si diffusero anche in Europa.
2009 – Terremoto dell’Aquila. Alle 3:32 di lunedì 6 aprile del 2009 si aprì una profonda ferita nel cuore geografico dell’Italia e nella memoria collettiva, che a distanza di anni dal disastro è ben lungi dal rimarginarsi. Preceduta da uno sciame sismico registrato a partire dal 14 dicembre 2008, la scossa di quella tragica notte toccò i 6,3 gradi di magnitudo, radendo al suolo gran parte del centro storico del capoluogo abruzzese e delle frazioni di Onna, Paganica e Tempera. Pesantissimo il bilancio umano: 309 vittime e 1.178 feriti, oltre a 65mila sfollati. Avvertito principalmente in Abruzzo e in misura minore nel Lazio e nelle Marche, il sisma dell’Aquila è risultato, per numero di vittime e danni materiali (oltre 10 miliardi di euro), il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea. La burocrazia e la complessità del contesto urbano continuano a rallentare la ricostruzione dell’Aquila, ad oggi ridotta a un enorme cantiere a cielo aperto. A ciò si aggiungono le diverse inchieste giudiziarie, una delle quali ha portato nel 2013 alla condanna, in primo grado, di 7 scienziati, all’epoca dei fatti membri della commissione Grandi Rischi. L’accusa è di aver dato false rassicurazioni alla popolazione locale, rispetto allo sciame sismico d’intensità crescente, registrato cinque giorni prima del terremoto. La sentenza è stata quasi del tutto ribaltata in appello, nel 2014, con l’assoluzione di sei dei sette imputati; assoluzione confermata anche in Cassazione.

Nati in questo giorno
Maurizia Cacciatori – Nata a Carrara (in Toscana), è stata una pallavolista, alta 178 cm, che con la rete a 224 cm schiacciava a 298 cm e murava a 274. Dal 1989 al 2006, è stata l’alzatrice di Perugia (dove ha esordito in A1 a 16 anni), Agrigento, Bergamo, Napoli, Tenerife ed Arzano. In carriera ha conquistato 5 scudetti, 5 Coppe nazionali, 3 Supercoppe italiane, 3 Coppe Campioni (Bergamo 1997 e 2000, Tenerife 2004), 1 Coppa Cev (Napoli 1999). In Nazionale ha totalizzato 228 presenze, vincendo un oro ai Giochi del Mediterraneo (2001), un bronzo e un argento agli Europei del 1999 e del 2001. Ha partecipato ad un reality televisivo ed è commentatrice televisiva sul canale satellitare per le partite di pallavolo femminile. Nell’ottobre 2018 ha pubblicato un libro autobiografico Senza rete. Festeggia 50 anni.
Eugenio Scalfari (1924/2022) – Intellettuale e figura storica del giornalismo italiano, che ha contribuito ad innovare in quasi sessant’anni di carriera. Nato a Civitavecchia, in provincia di Roma, da una famiglia di origini calabresi, si trasferisce con i genitori a Sanremo e qui frequenta il liceo classico “G.D. Cassini”, avendo come compagno di banco lo scrittore Italo Calvino. Durante gli anni universitari, alla facoltà di Giurisprudenza, fiorisce la passione per il giornalismo, con le prime collaborazioni per Roma Fascista, l’organo ufficiale del Gruppo Universitario Fascista, da cui viene allontanato per le sue denunce di speculazioni edilizie da parte di esponenti del partito. Gli anni Cinquanta ne segnano l’ascesa, passando dalle collaborazioni con i settimanali “Il mondo” ed “Europeo” alla direzione de l’Espresso dal 1955, portando quest’ultimo a superare in pochi anni il milione di copie. Parallelamente, la sua avventura politica passa dal Partito Liberale al PSI, nelle cui fila viene eletto deputato nel 1968. Arso dall’ambizione di dar vita a un giornale che orienti l’ala progressista della sinistra italiana, nel 1976 fonda a Roma il quotidiano la Repubblica, ispirandosi al formato “tabloid” e al linguaggio moderno del giornalismo anglosassone. Il successo crescente lo porta, a partire dagli anni Ottanta, a contendersi il primato con il Corriere della Sera. Lasciato nel 1996 il ruolo di direttore del quotidiano, si dedica principalmente all’attività di saggista, scrivendo di politica, filosofia e religione. In merito a quest’ultimo tema, rivolge una serie di domande su fede e laicità a papa Francesco, che nel settembre 2013 invia alla Repubblica una lettera di risposta, entrata nella storia come prima lettera di un pontefice a un giornale. Scompare a Roma il 14 luglio 2022.

Eventi sportivi
1997 – Milan-Juve 1-6: il ciclone bianconero si abbatte su Sacchi. La notte più buia dei gloriosi anni ’90 rossoneri. Una Signora senza pietà trascinata da Jugovic e da un giovane Bobo Vieri, travolge il Diavolo a San Siro e vola verso lo scudetto.

Proverbio/Citazione
La neve di gennaio diventa sale, e quella d’aprile farina.
“Il cuore è nient’altro che una pompa, l’uomo nient’altro che un bipede destinato al nulla” Eugenio Scalfari