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Il Buongiorno di Cuneo24

19 marzo 2023 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1915 Plutone è fotografato per la prima volta, ma non ancora riconosciuto come un nuovo pianeta

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:31 e tramonta alle 18:44. Durata del giorno dodici ore e dieci minuti.

Santi del giorno
San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria, è il protettore di artigiani, carpentieri, ebanisti, economi, falegnami, operai, padri di famiglia e procuratori legali.

Avvenimenti
1915 – Plutone è fotografato per la prima volta, ma non ancora riconosciuto come un nuovo pianeta.
1918 – Il Congresso degli Stati Uniti d’America stabilisce il fuso orario e approva l’ora legale estiva.
1964 – Inaugurato il traforo del Gran San Bernardo. Una delle prime grandi opere del miracolo italiano fu la galleria di quasi 6 km che metteva in collegamento la Valle d’Aosta con il cantone svizzero del Vallese. Il primo traforo autostradale attraverso la barriera alpina aprì un fondamentale varco verso l’Europa. In pieno boom economico, l’Italia aveva iniziato dalla fine degli anni Cinquanta un’ampia serie di interventi infrastrutturali, atti a potenziare la rete di collegamenti tra Nord e Sud e con il centro Europa. In particolare, si puntò a migliorare le vie di comunicazione con la Svizzera, fino a quel momento concentrate per lo più sulle gallerie ferroviarie del San Gottardo e del Sempione, inaugurate rispettivamente nel 1882 e nel 1906. I governi delle due nazioni confinanti raggiunsero un accordo per aprire un passaggio nel versante valdostano delle Alpi, nello specifico attraverso il valico del Gran San Bernardo. Il progetto prevedeva la realizzazione di un tunnel autostradale lungo 5.798 metri, che metteva in collegamento i comuni di Saint-Rhémy-en-Bosses (distante 20 chilometri da Aosta) e di Bourg-Saint-Pierre, nella Svizzera vallese. I lavori, affidati all’ingegnere piemontese Giorgio Dardanelli (figura storica dell’urbanistica di quegli anni), partirono nel 1958 e furono portati a termine sei anni dopo. Nel corso degli stessi rimase impresso nella memoria l’incontro tra le due squadre di minatori impegnate nell’opera: il 5 aprile del 1963, caduta l’ultima parete di roccia, italiani e svizzeri s’incontrarono a metà strada, nel cuore della montagna. Esattamente un anno dopo, la mattina di giovedì 19 marzo, il tunnel del Gran San Bernardo fu inaugurato alla presenza delle massime autorità italiane ed elvetiche. Si trattava del primo traforo stradale alpino (il secondo fu il Traforo del Monte Bianco, completato nel 1965), rivestito da uno spesso strato di cemento armato e strutturato in un’unica carreggiata, con due corsie di marcia a doppio senso. I veicoli che vi transitavano erano tenuti al pagamento di un pedaggio, calcolato in base alle diverse tipologie. Nei decenni successivi emersero diverse criticità in merito all’affidabilità dei trafori alpini, in generale e solo dopo la tragedia dell’incendio scoppiato nel 1999 all’interno della galleria del Monte Bianco (che causò la morte di 39 persone), si adottarono misure di sicurezza più stringenti, avviando la realizzazione di una “galleria di servizio e sicurezza” e garantendo un migliore addestramento del personale di soccorso. Rimasta negli anni una cruciale via di comunicazione con l’Europa, il traforo del Gran San Bernardo festeggiò, il 25 giugno del 2010, uno storico traguardo: il transito del 25.000.000° utente, premiato con il pedaggio gratuito e un cesto di prodotti tipici delle due sponde alpine, insieme con il 24.999.999° e il 25.000.001°. In quell’occasione si fece un bilancio complessivo di 46 anni di attività, evidenziando che in quest’arco di tempo avevano imboccato il tunnel oltre 22 milioni di auto e più di 2 milioni di camion.
1994 – Don Giuseppe Diana ucciso dalla camorra. «Per amore del mio popolo non tacerò» s’intitolava l’ultimo appello di un prete coraggioso, divenuto un simbolo della lotta anticamorra. Dopo la laurea in Teologia biblica e in Filosofia (presso l’Università Federico II di Napoli), nel 1989 Don Giuseppe Diana divenne parroco della chiesa di San Nicola di Bari, nella sua natia Casal di Principe. In quegli anni il clan dei Casalesi era in piena ascesa, destinato, sotto il controllo del boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, a diventare uno dei più sanguinari della storia d’Italia. Don Diana divenne per i suoi fedeli un punto di riferimento contro le violenze e i soprusi del potere criminale, denunciando più volte dall’altare e nei vari incontri l’assenza delle istituzioni di fronte a quello scenario. Il culmine di questo impegno fu il celebre manifesto distribuito a Natale del 1991, a tutte le parrocchie della città. In esso richiamò la Chiesa a non rinunciare «al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili». Entrato nel mirino dei clan, la mattina del 19 marzo 1994 venne ucciso nella sua sagrestia, con cinque colpi di pistola sparati da un solo killer. Ricordato da associazioni e iniziative intitolate a suo nome, Don Diana è diventato un simbolo del movimento antimafia. In particolare, la cooperativa “Le Terre di Don Diana” gestisce la produzione agricola nelle terre sottratte ai clan, dando lavoro a diverse persone.

Nati
Alessandro Nesta – Nato a Roma, è un ex calciatore. Campione del mondo 2006, è tra gli italiani inseriti nella FIFA 100, l’elenco dei 125 migliori calciatori viventi, presentata dalla federazione internazionale nel 2004. Cresciuto nelle giovanili della Lazio, gioca con i biancocelesti in Serie A fino al 2002, quando passa al Milan dove rimane fino al 2012. Con 417 presenze (e 8 reti) nella massima serie italiana è al 51° posto della classifica di sempre, in compagnia di Sandro Mazzola. Dopo 19 stagioni in serie A, è ricco il suo palmarès: tre scudetti, tre Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, due Champions League e una Coppa del mondo per club. In Nazionale ha 78 presenze, conquistando pure l’argento agli Europei del 2000. Compie 47 anni.
Pino Daniele (1955/2015) – L’uomo in blues della musica italiana è stato un artista tra i più amati e ricercati di sempre, stimato come pochi dai colleghi per la sua infinita generosità. Nato a Napoli, dopo il diploma di ragioniere imbraccia la chitarra in vari gruppi, quali “Batracomiomachia” e “Napoli Centrale”, dove conosce James Senese. Nel 1976 incide il primo 45 giri (con le canzoni “Che calore” e “Furtunato”), che anticipa di un anno l’album d’esordio Terra mia, strettamente legato alla tradizione partenopea, con brani destinati a diventare cavalli di battaglia: ‘Na tazzulella ‘e cafè e Napule è. Nei tre successivi album s’indirizza verso il jazz e il blues, con la collaborazione di Senese. Dopo aver fatto da apri concerto a Bob Marley, nel 1981 dà un concerto a Napoli con grandi artisti del calibro di Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito e James Senese. In questi anni si consolida l’amicizia con Massimo Troisi, per il quale scrive le musiche di Ricomincio da tre e di altri film. Gli anni Novanta lo consacrano a livello nazionale con album che vendono milioni di copie, facendo la storia del repertorio classico della canzone italiana: da “Un uomo in blues” a Che Dio ti benedica, da “Non calpestare i fiori nel deserto” a “Dimmi cosa succede sulla terra”. Nel contempo sono innumerevoli le star italiane ed internazionali che collaborano con lui, come Ralph Towner, Pat Metheny, Eric Clapton, Jovanotti e Claudio Baglioni. Del 2013 è la raccolta live “Tutta n’ata storia – Vai mo’ – Live in Napoli”. Due anni dopo viene colpito da un infarto e muore all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.

Eventi sportivi
2008 – Cristiano Ronaldo supera il record di Best.

Proverbio / Citazione
“Quand a san Giusèp la griva canta, a fà n’invern e ‘n aotor apress” (Quando a san Giuseppe il tordo canta, all’inverno ne seguirà un altro)
“Bisogna risalire sui tetti per riannunciare parole di vita” Don Giuseppe Diana