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Il Buongiorno di Cuneo24

17 marzo 2023 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

10 anni fa Papa Francesco tiene il suo primo Angelus dinanzi alla gremita Piazza San Pietro

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:35 e tramonta alle 18:42. Durata del giorno dodici ore e sette minuti. Fase lunare: luna calante.

Santi del giorno
San Patrizio, vescovo, è il protettore dei minatori.
Sant’Agricola di Chalon sur Saone, vescovo.
Santa Gertrude di Nivelles.

Avvenimenti
180 – Commodo viene proclamato imperatore di Roma.
1426 – I guelfi di Brescia schiudono nottetempo le porte al conte di Carmagnola, alla testa delle truppe veneziane assedianti.
1861 – Vittorio Emanuele II proclamato Re d’Italia. «Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come Legge dello Stato». Recita così l’articolo unico della Legge 17 marzo 1861, atto di nascita del Regno d’Italia. L’idea romantica del “Bel Paese” unito in una sola nazione, vagheggiata da Dante sei secoli prima, era ormai una realtà. Due Guerre d’indipendenza (1848-49 e aprile-luglio 1859) e la mitica spedizione dei Mille (maggio-ottobre 1860) condotta da Giuseppe Garibaldi avevano portato all’unificazione di gran parte della penisola; restavano fuori i territori delle odierne regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Lazio insieme alla provincia di Mantova, quest’ultima ancora sotto il controllo degli Austriaci. L’ultimo atto dell’impresa, guidata dalla dinastia Sabauda e dal genio politico di Camillo Benso Conte di Cavour, era stata l’annessione del Regno delle Due Sicilie, completata ad ottobre del 1860 al caro prezzo di numerose perdite umane tra i due eserciti e tra la popolazione civile. Nello scenario di entusiasmo e speranza contrapposti al conflitto sociale e alle condizioni di estrema povertà che dividevano il Paese, si arrivò alle elezioni del 27 gennaio e del 3 febbraio 1861, il cui risultato disegnò il primo parlamento dell’Italia unita. I deputati, che per via del “suffragio a base censitaria” erano rappresentativi di una parte limitata della società (per lo più nobili, esponenti della borghesia delle professioni e appartenenti agli ordini cavallereschi), ebbero come primo e fondamentale incarico l’approvazione della legge istitutiva del nuovo Stato. Il testo definitivo (presentato come disegno di legge ministeriale n. 4671 del Regno di Sardegna) venne approvato al Senato il 26 febbraio, con due soli voti contrari, e all’unanimità alla Camera il 14 marzo. L’iter legislativo era stato interessato da un acceso dibattito in particolare tra i sostenitori di un ruolo più centrale del Parlamento e quelli più fedeli alla monarchia sabauda. I primi, rispetto alla versione definitiva della legge, proponevano un testo diverso d’ispirazione parlamentare, in cui tra i tanti aspetti si ometteva il numero ordinale nella dicitura del nuovo Re, per dare un messaggio di discontinuità ed evitare che l’Unità fosse avvertita come l’ennesima conquista della dinastia sabauda. L’intervento di Cavour sanò le divisioni, facendo passare la linea “governativa”. Il 17 marzo la legge venne promulgata con la firma di Vittorio Emanuele II e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Fu salutato come l’atto di nascita del Regno d’Italia, che aveva come capitale Torino e sotto la cui giurisdizione erano compresi Piemonte, Lombardia, Granducato di Toscana, ducati di Parma e Modena, Regno delle Due Sicilie, Sardegna e parte dei possedimenti pontifici. La notizia portò in strada migliaia di cittadini, anche a Trieste e a Roma dove i manifestanti sfidarono rispettivamente la repressione austriaca e papale. In quei giorni le strade erano tappezzate di tricolori con al centro lo stemma di casa Savoia bordato d’azzurro, versione adottata nella bandiera ufficiale del Regno dal 14 marzo di quell’anno. La scelta della moneta nazionale venne rimandata all’estate del 1862, quando fu adottata ufficialmente la Lira. Con 22 milioni di abitanti e una superficie di 259.320 km², il nuovo Stato entrava di fatto nella schiera della maggiori nazioni d’Europa. Tuttavia l’instabilità politica e sociale e le gravi carenze economiche non permettevano di annoverarla tra le grandi potenze. Gestire questo clima e realizzare nel contempo l’unificazione amministrativa, sociale ed economica non era impresa facile. Certo è che la strategia adottata dai primi governi della cosiddetta destra storica (erede del pensiero di Cavour) si dimostrò infelice. In pratica si avviò un processo di “piemontesizzazione”, estendendo il sistema legislativo sabaudo agli altri territori, senza tenere conto delle enormi differenze che esistevano tra l’uno e l’altro. Una rigida politica fiscale e di accentramento decisionale finì per scavare un solco ancora più profondo fra le aree cittadine più industrializzate e le zone rurali più arcaiche. In politica estera, tenne sempre banco il completamento dell’impresa unitaria, portata a termine con la Terza guerra d’indipendenza (1866), che consentì al Regno d’Italia di annettersi il Veneto, il Friuli e la provincia di Mantova, e con la Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870) che sottrasse Roma al Papa. Cinque mesi dopo quest’ultimo episodio, la capitale (che dal ’64 era stata spostata da Torino a Firenze) venne istituita in via definitiva a Roma.
2013 – Papa Francesco tiene il suo primo Angelus dinanzi alla gremita Piazza San Pietro.

Nati
Mia Hamm – Mentre nel calcio maschile si discute ancora se il migliore sia stato Maradona o Pelé, con qualcuno che avanza candidature di atleti più giovani, impegnati nel Terzo millennio nei più importanti club, in quello femminile sono quasi tutti concordi. Mariel Margaret Hamm detta Mia, nata a Selma (Alabama, USA), ex attaccante, è considerata la migliore calciatrice della storia. Ha conquistato due FIFA World Player (2001 e 2002) ed è una delle sole due donne incluse nella FIFA 100, la lista dei migliori 125 calciatori di tutti i tempi, viventi nel 2004. Ha indossato per diciassette anni la maglia della Nazionale statunitense, collezionando 258 presenze e confermando le sue ottime doti di attaccante con 158 reti. Ha vinto due ori olimpici (1996 e 2004) e un argento (2000). Festeggia 51 anni.
Rudolf Nureyev (1938/1993) – L’etoile per eccellenza della storia danza, modello insuperabile di eleganza e agilità, è considerato il più grande ballerino di tutti i tempi. Nato ad Irkutsk, nell’allora Unione Sovietica (oggi Russia siberiana) e scomparso a Parigi nel gennaio del 1993, venne alla luce nella carrozza di un treno. E come un treno procedette la carriera artistica dopo l’ingresso all’Accademia di Ballo Vaganova, dove esplose tutto il suo talento. Diventato il primo ballerino della storica compagnia del Kirov di Leningrado, a giugno del 1961 conquistò Parigi, da cui rifiutò il rimpatrio imposto dalle autorità sovietiche, chiedendo asilo politico in Francia. Questo fece di lui un simbolo di libertà contro l’oppressione della dittatura comunista, oltre che un ambasciatore della grande tradizione della danza russa. Fu alla guida delle principali compagnie europee, su tutte il Royal Ballet di Londra, formando con Margot Fonteyn una coppia di ballo straordinaria. Fino alla fine dei suoi giorni continuò a impegnarsi nella danza come coreografo e direttore d’orchestra, acquisendo nel 1982 la cittadinanza austriaca.

Eventi sportivi
2012 – Sei Nazioni 2012, Italia quinta. All’Olimpico di Roma, davanti a più di 70.000 spettatori, l’Italia ha sconfitto la Scozia per 13 a 6, nell’incontro di rugby valido per la quinta ed ultima giornata del Torneo Sei Nazioni 2012. La prima vittoria ha evitato agli azzurri l’ultimo posto in classifica e l’assegnazione simbolica del cosiddetto “Wooden Spoon” (Cucchiaio di legno), riservato all’ultima in classifica; quest’anno andato proprio agli scozzesi che, avendo perso tutte le cinque partite, hanno “vinto” anche il “Whitewash” (Imbiancata o Andata in bianco). Il prestigioso torneo rugbistico è stato vinto dal Galles, seconda l’Inghilterra.

Proverbio / Citazione
Tanta nebbia di marzo, tanti temporali d’estate.
“Perché Dio chiama ogni giorno, qui e oggi. Dio ci chiama, ognuno di noi, ogni giorno, ci chiama qui e ci chiama oggi, ci chiama nel nostro mondo” Papa Francesco