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Il Buongiorno di Cuneo24

5 febbraio 2023 | 08:01
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1950 prima partita in TV: Juventus-Milan

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:39 e tramonta alle 17:48. Durata del giorno dieci ore e nove minuti.

Santi del giorno
Sant’Agata, vergine e martire, è la protettrice di balie, nutrici e fonditori di campane. 
San Saba il Giovane, monaco.
Sant’Avito, vescovo di Vienne.

Avvenimenti
62 – Un terremoto danneggia le città romane di Pompei ed Ercolano e diversi monumenti di Neapolis fra cui il teatro.
1991 – Innuendo, ultimo album dei Queen al completo. Dopo vent’anni di hit da primato, dischi di platino, tour mondiali, la band “regina” scrive l’ultima pagina della sua storia, che è la storia della musica rock e pop. Cantano lo «spettacolo deve andare avanti» ma senza la voce storica di Freddie Mercury niente è destinato a rimanere come prima. Siamo nella primavera del 1989. Sono appena terminate le fatiche dell’album The Miracle, che già miete i primi successi nelle classifiche europee, quando i Queen si ritrovano nuovamente al lavoro in sala di registrazione. Qualcosa però non va ed è necessario rimandare le prove. Il frontman appare provato e smagrito rispetto ai mesi precedenti, ma i suoi compagni e il mondo non conoscono le ragioni del suo stato. Ignorano che due anni prima ha scoperto di essere sieropositivo al virus HIV, degenerato proprio in quel frangente in AIDS conclamato. Alla stampa che già avanza i primi sospetti sul suo stato di salute, individuato come la causa del mancato tour per il disco precedente, il cantante originario dello Zanzibar obietta che è stata una scelta voluta per rompere una lunga routine. A novembre del 1989, alla ripresa delle prove per il nuovo album, gli altri vengono messi al corrente della verità: questa potrebbe essere l’ultima volta che si ritrovano tutti assieme a incidere in studio. Brian May alla chitarra, John Deacon al basso, Roger Taylor alla batteria, Mercury con la sua voce che non conosce confini. Ecco perché nelle 12 canzoni di Innuendo, a cominciare dalla title track, viene messa un’energia particolare, permeata da una palpabile malinconia per un cammino che sta per giungere al termine. Sul piano delle sonorità si torna in parte alle origini, abbandonando il genere “dance-rock” per il rock puro degli anni ’70, qui portato a piena maturazione. S’inizia con il brano che dà il titolo all’opera e mescola più stili, dall’hard rock al flamenco, affidato alla chitarra di Steve Howe (del complesso Yes); si chiude con la struggente The Show Must Go On che a molti appare, erroneamente, un testamento spirituale della band. Il 5 febbraio, il quattordicesimo album dei Queen, prodotto dallo stesso gruppo e da David Richards, debutta nei negozi con una copertina d’autore che richiama i disegni dell’illustratore ottocentesco J.J. Grandville, i cui personaggi immaginari ricompaiono nel video del singolo Innuendo. Il disco non ci mette molto a balzare ai primi posti delle classifiche di mezza Europa, mentre molti critici lo giudicano il miglior lavoro della band britannica. Circa dieci mesi più tardi, il 23 novembre Mercury annuncia al mondo la sua malattia. Il giorno dopo muore tra lo sconforto di milioni di fan e di artisti amici come Elton John. Solo dopo la sua scomparsa si viene a scoprire che negli ultimi mesi, ridotto ormai allo stremo delle forze, ha registrato alcune tracce vocali (come A Winter’s Tale, You Don’t Fool Me e Mother Love) incluse nell’album Made in Heaven pubblicato nel 1995. Lo “show” è andato avanti ma non senza la sua voce immortale.
1997 – Le banche di investimento Morgan Stanley e Dean Witter annunciano una fusione da 10 miliardi di dollari.
2018 – L’indice Dow Jones chiude in ribasso del 4,6%, segnando così la più grande perdita dalla Crisi finanziaria del 2007-2008.

Nati in questo giorno
Carolina Morace – Per il grande pubblico è stata per anni l’emblema del calcio femminile italiano, soprattutto quando dal 1998 ha lasciato il campo per la panchina e per gli studi televisivi. Nata a Venezia, è un’ex calciatrice, poi allenatrice e commentatrice televisiva. Ha indossato le maglie di Lazio, Reggiana, Milan, Torres, Agliana, Verona e Modena, conquistando ben 12 scudetti e 11 volte il titolo di capocannoniere della serie A. In Nazionale, dopo l’esordio nel 1978 contro la Jugoslavia e fino al 1997, ha totalizzato 153 presenze e segnato 105 reti. È stata finalista negli Europei 1993 e 1997. Lasciato il calcio giocato, da tecnico ha allenato la Lazio Calcio Femminile e perfino, nel luglio 1999, la Viterbese in C1, diventando la prima donna alla guida di una squadra professionistica maschile, sia pure per sole due giornate. In seguito ha avuto l’incarico di commissario tecnico della Nazionale di calcio femminile dell’Italia, dal 2000 al 2005, del Canada, dal 2009 al 2011, e di Trinidad e Tobago, dal dicembre 2016 al giugno 2018, quando diventa l’allenatrice della neonata sezione femminile dell’A.C. Milan. Da gennaio a ottobre 2021 è stata sulla panchina della Lazio femminile. Compie 59 anni.
William Burroughs (1914/1997) – Personaggio chiave della beat generation, è stato uno degli scrittori più originali della controcultura americana degli anni Cinquanta e Sessanta, e un’icona hippy per la condotta fuori da ogni regola. Nato a Saint Louis, nel Missouri, come William Seward Burroughs II e morto nell’agosto del 1997 a Lawrence. Cominciò a scrivere già in età adolescenziale e prima dei trent’anni finì preda della droga, avvicinandosi con la sua vita sregolata alla Beat Generation e stringendo una forte amicizia con Jack Kerouac. Dopo il primo successo con il romanzo semi-autobiografico La scimmia sulla schiena, nel 1959 pubblicò il suo capolavoro, Pasto Nudo, incentrato sul controllo delle menti esercitato dallo Stato. Oltre a 18 romanzi, scrisse sei raccolte di prose, tra cui il racconto fantascientifico “Blade Runner, un film”, che ispirò nel titolo il celebre film di Ridley Scott nel 1982. Nominato nell’American Academy and Institute of Arts and Letters, poco prima di morire Burroughs prese parte al videoclip “Last Night on Earth” degli U2.

Eventi sportivi
1950 – Juventus-Milan prima partita in TV. All’inizio del 1950 l’apparecchio televisivo era un oggetto misterioso, posseduto da pochi e che in tanti vedevano, osservavano con immaginabile meraviglia nei bar e nelle vetrine dei negozi. Il 5 febbraio 1950 tutto era pronto per l’esordio del calcio sugli schermi dei possessori di una TV per la sola zona di Torino. Una troupe riprese (con le telecamere portate sul posto con l’ausilio di mezzi dei Vigili del Fuoco) la partita del campionato di calcio di Serie A Juventus-Milan al Comunale di Torino. Per la cronaca, e per la storia, i bianconeri erano primi in classifica, inseguiti dai rossoneri; il risultato però premiò quest’ultimi con un netto 7 a 1, con 3 gol in 3 minuti. Lo scudetto alla fine del campionato fu vinto comunque dalla Juventus con 62 punti (100 reti fatte e 43 subite), secondo il Milan con 57 (118 e 45 i gol). Con la successiva diffusione televisiva si aprì un’era che dopo quasi 70 anni porterà il calcio ovunque in Italia, con la possibilità di vederlo in diretta e anche distribuito su più giorni, in televisione e su tanti altri dispositivi.

Proverbio / Citazione
Sant’Agata conduce la festa a casa.
“Un uomo può fallire molte volte, ma non diventa un fallimento finché non comincia a dar la colpa a qualcun altro” William Burroughs