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La legge Sirchia che vieta di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico compie 20 anni

16 gennaio 2023 | 07:15
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La legge Sirchia che vieta di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico compie 20 anni

Una legge che nonostante le resistenze iniziali ha cambiato il costume del paese

La legge n. 3 del 16 gennaio 2003 che, con l’articolo 51, istituì per la prima volta in Italia il divieto di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico, compie 20 anni.

Proposta e sostenuta dal ministro della Salute di allora Girolamo Sirchia, inizialmente ha trovato forti resistenze ma poi ha cambiato il costume del paese e contribuito a ridurre in modo significativo il numero di fumatori in Italia.

Questo fino al 2020 anno in cui la quota dei fumatori è tornata a salire.

Per questo motivo secondo l’ex ministro Sirchia, sarebbe necessario che le istituzioni “portassero avanti l’agenda antifumo”. In particolare riguardo i prodotti che “le multinazionali si sono inventati per differenziarsi e riconquistare il mercato, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato”.

Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) a maggio 2022, in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco, la quota di italiani che fumano sigarette a tabacco riscaldato è cresciuta dall’1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022, con più di una persona su tre (il 36,6%) che le considera meno dannose delle sigarette tradizionali. Anche gli utilizzatori di e-cig sono aumentanti negli ultimi anni, passando dall’1,7% del 2019 all’attuale 2,4%.

Secondo Sirchia uno dei primi segnali che la politica dovrebbe dare potrebbe essere proprio quello di “allargare le norme sul divieto di fumo nei luoghi chiusi anche a questi nuovi prodotti, nonché agli spazi esterni dei locali che vengono dichiarati ‘all’aperto’ ma che, tra tettoie e tendoni, di aperto hanno ben poco”.

Si stima (dati ministero della Salute maggio 2022) che in Italia siano attribuibili al fumo oltre 93.000 morti all’anno.

Tra i benefici della legge 3/2003, l’Iss sottolinea la riduzione degli eventi coronarici acuti registrata in Italia e la diminuzione degli accessi al pronto soccorso e i ricoveri dei pazienti asmatici, anche tra i più piccoli.