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Il Buongiorno di Cuneo24

14 gennaio 2023 | 08:03
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1976 nasce il quotidiano “la Repubblica”

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:58 e tramonta alle 17:19. Durata del giorno nove ore e ventuno minuti.

Santi del giorno
San Felice da Nola, confessore e martire.
Sant’Eufrasio, vescovo.
Santa Bianca, vergine.

Avvenimenti
1301 – Andrea III d’Ungheria muore, ponendo fine alla dinastia degli Arpadi.
1432 – Il mercante veneziano Pietro Querini trova rifugio a Røst in Norvegia, in seguito ad un naufragio.
1976 – Nasce il quotidiano “la Repubblica”. Nell’Italia degli anni di Piombo debutta in edicola il quotidiano la Repubblica, che fin dal primo numero si propone di far riflettere sui fatti, più che raccontarli. La sua portata innovatrice nel formato e nel linguaggio lo porta a scrivere una pagina importante del giornalismo italiano, di cui è ancora oggi tra le voci più autorevoli. L’idea di dar vita a un quotidiano matura nel giornalista 52enne Eugenio Scalfari, dopo l’esperienza felice del settimanale L’Espresso (da lui diretto dal 1963 al ’68) e la parentesi politica come deputato del PSI. Lo spirito moderno nella forma e nei contenuti del primo, unito alla profonda conoscenza della sfera istituzionale, fanno da sostrato culturale al nuovo prodotto editoriale. L’obiettivo è di dargli una marcata caratterizzazione politica, inquadrabile nella sinistra laica e progressista, che lo porti a prendere posizione su aspetti cruciali della società italiana, creando di fatto un’opinione pubblica che si rispecchia fedelmente nell’ideologia del giornale e del suo fondatore. L’impostazione dev’essere quella di un giornale nazionale, che ambisce a contendere il primato al Corriere della Sera. Ciò giustifica la scelta del nome la Repubblica, richiamando il senso patriottico e istituzionale del termine. Il progetto piace all’editore Carlo Caracciolo e alla Mondadori che finanziano per metà l’impresa. La sede viene fissata a Roma, in via dell’Indipendenza, dove iniziano a lavorare 60 redattori, di cui 50 sono giovani alle prime armi; i restanti sono grandi firme come Giorgio Bocca, Sandro Viola, Mario Pirani, Miriam Mafai, Barbara Spinelli, Natalia Aspesi e Giuseppe Turani. Si arriva al giorno della prima uscita in edicola. La prima pagina si apre con un’intervista dello stesso Scalfari con il segretario del PSI, Francesco De Martino, sulla crisi di governo e sui rapporti con il PCI di Enrico Berlinguer. Al centro c’è la notizia dell’incarico di governo conferito ad Aldo Moro, sotto un articolo di Bocca sul rischio fallimento della fabbrica Innocenti. All’interno (la foliazione è di venti pagine) grande spazio alle notizie di politica internazionale, tra i tratti distintivi del giornale, di economia e cultura. Niente sport, che compare solo a partire dal 1979 a cura di Gianni Brera. L’esordio è accompagnato da un boom di vendite: 300mila copie. I lettori si dimostrano felicemente sorpresi dall’aspetto innovativo più evidente: il formato tabloid che lo avvicina alla stampa anglosassone non solo nella maggiore maneggevolezza, bensì anche nel modo stesso di comunicare. Un ruolo centrale è assegnato ai titoli, costruiti per catturare l’attenzione di chi legge, sia attraverso un carattere tipografico originale (il Bodoni) che li rende più grandi, sia nelle scelte lessicali attraverso giochi di parole e termini d’impatto. È così che espressioni come “il palazzo” (ad indicare il potere), accanto a slogan e neologismi legati al contesto politico, entrano per sempre nella memoria collettiva innovando il linguaggio della comunicazione politica e non solo. Un altro versante che farà scuola è la vignetta, inizialmente impaginata nell’area dei commenti fino a guadagnarsi presto la prima. A curarla è Giorgio Forattini, specializzato nella satira politica, priva di scritte e tutta affidata alle immagini. Dall’exploit del lancio via via le vendite scendono fino ad attestarsi su una media di 70mila copie, mantenuta per due anni. La svolta arriva per la concomitanza di diversi fattori: l’arrivo di Piero Ottone, che lascia la guida del giornale rivale di via Solferino; il successo crescente all’interno dei movimenti giovanili universitari; l’autorevolezza acquisita in occasione del sequestro Moro, che tra l’altro vede il presidente della Democrazia Cristiana immortalato, nel covo dei brigatisti, con una copia di Repubblica tra le mani. Con gli anni ’80 parte la scalata al primato, che viene raggiunto verso la fine del decennio (sfiorando le 700mila copie di vendita media), grazie anche a iniziative felici, quali il lancio del primo supplemento Affari & Finanza nel 1986 e, un anno dopo, del settimanale Il Venerdì di Repubblica. In questo periodo la società passa a Carlo De Benedetti, che riunisce Repubblica ed Espresso in un unico gruppo editoriale. Il giornale si caratterizza per un giornalismo sempre più investigativo, anticipando con il caso Enimont gli sviluppi di Tangentopoli. A partire dal 1994 e per tutto il primo decennio del secondo millennio, ingaggia una feroce contesa sul piano politico e giudiziario con Silvio Berlusconi, la cui candidatura viene contestata per via del conflitto d’interessi dell’imprenditore (proprietario di tre televisioni). Il ruolo di Scalfari in questi anni cambia e da direttore responsabile (incarico assegnato dal 1996 a Ezio Mauro, quest’ultimo sostituito, dal 15 gennaio 2016, da Mario Calabresi e, dal 23 aprile 2020, da Maurizio Molinari) passa a quello di padre nobile e di principale editorialista. In vista delle elezioni politiche dell’aprile 2006 debutta la versione online del giornale.
2019 – Dopo 38 anni dalla sua evasione, l’ex terrorista Cesare Battisti viene espulso dalla Bolivia e riportato in Italia.

Nati in questo giorno
Víctor Valdés– Nella rosa della Spagna campione mondiale (2010) ed europeo (2012) di calcio ma non lascia mai la panchina. Nato nel comune catalano di L’Hospitalet de Llobregat, è anche il portiere del Barcellona dal 2002 al 2014. Víctor Valdés Arribas con i blaugrana vince la Coppa del mondo per club, nel 2009 e nel 2011, e soprattutto tre Champions League. A livello nazionale è sei volte campione di Spagna. Dall’8 gennaio 2015 con un contratto di 18 mesi è al Manchester United, ma dopo un breve prestito allo Standard Liegi (con la conquista della Coppa del Belgio), nel luglio 2016 è un portiere del Middlesbrough, in Premier League. Nell’agosto 2017 si ritira dall’attività agonistica. Compie 41 anni.
Albert Schweitzer (1875/1965) – Uomo di alto ingegno e di straordinaria generosità, mise la sua abilità di medico al servizio dell’umanità più debole. Nato a Kaysersberg (nell’Alsazia, a quel tempo parte dell’impero tedesco, oggi in territorio francese) e morto a Lambaréné, nel settembre del 1965, Albert Schweitzer ebbe, da bambino, problemi nel leggere e nello scrivere e faceva fatica a imparare. Diversamente, nella musica dimostrava grande abilità: a sette anni compose un inno ed a otto suonava l’organo. Dopo aver studiato teologia e filosofia (sposando il luteranesimo) in Francia, a 30 anni s’iscrisse a Medicina con l’intento di specializzarsi in malattie tropicali e partire come missionario per l’Africa. Iniziò a raccogliere fondi per costruire un ospedale a Lambaréné, una città del Gabon occidentale (Africa centrale), dove realizzò il suo ambulatorio in un vecchio pollaio, insieme a Hélène Bresslau, infermiera e sua futura moglie. In poco tempo si guadagnò la fiducia delle popolazioni locali, le cui usanze e credenze religiose venivano rispettate all’interno del villaggio-ospedale. L’attività missionaria in Africa, unitamente alla lotta in prima persona contro i rischi degli esperimenti atomici e delle radiazioni nucleari, gli valsero il Nobel per la Pace nel 1952, con i proventi del quale fece costruire il “Village de la lumière” (villaggio della luce) per i lebbrosi. Raccolse, inoltre, numerosi titoli accademici e riconoscimenti, meritandosi la fama di «più grande uomo del mondo» da parte della rivista Time. Il suo pensiero filosofico, imperniato su un profondo rispetto verso ogni forma vivente, e l’opera umanitaria furono da esempio per centinaia di professionisti che, dopo di lui, scelsero di prestare la propria attività nelle aree più disagiate del “continente nero”.

Eventi sportivi
1912 – La peggior sconfitta esterna della Juve, umiliata dal Milan 8 a 1.

Proverbio / Citazione
Non ha timor dell’orrido gennaio, chi ha buona pelliccia addosso e doppio saio.
“L’esempio non è la cosa che influisce di più sugli altri: è l’unica cosa” Albert Schweitzer

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