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Il Buongiorno di Cuneo24

24 dicembre 2022 | 08:01
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1802 viene istituita la Borsa Valori di Roma

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:59 e tramonta alle 17:00. Durata del giorno nove ore e un minuto.

Santi del giorno
Sant’Adele di Pfalzel, abbadessa benedettina.
San Delfino di Bordeaux, vescovo.
San Giacobbe, patriarca.

Avvenimenti
1802 – Viene istituita la Borsa Valori di Roma.
1901 – Termina il ventesimo Giubileo universale indetto da Papa Leone XIII.
1920 – Gabriele D’Annunzio cede alle forze armate italiane la reggenza del Carnaro a Fiume.
1971 – Giovanni Leone viene eletto sesto presidente della Repubblica Italiana al ventitreesimo scrutinio, con 518 voti su 1008.
1818 – Prima esecuzione di Silent Night. Due voci soliste accompagnate da una chitarra. Così, in un piccolo borgo dell’Austria, venne eseguito per la prima volta Stille Nacht, il canto di Natale più amato in assoluto. A scrivere il testo nel 1816 fu il reverendo Joseph Mohr, che due anni dopo lo fece musicare all’organista ed insegnante di musica Franz Xaver Gruber. La prima occasione per cantarlo in pubblico si presentò il 24 dicembre del 1818, durante la Messa di Natale nella chiesa di San Nicola di Oberndorf (vicino Salisburgo). A intonarlo furono gli stessi autori, accompagnandosi con la chitarra, per l’inservibilità dell’organo (secondo la tradizione rosicchiato dai topi). Finito nel dimenticatoio e cantato di tanto in tanto da qualche venditore ambulante, il brano acquisì grande polarità oltre i confini dell’Austria, dopo aver conquistato la corte dell’imperatore Francesco I nel 1822. Trentasette anni più tardi un vescovo americano, John Freeman Young, ne trasse una versione in inglese col titolo di Silent Night, destinata a diventare la più eseguita nel mondo. La sua fortuna in Italia crebbe grazie alla versione italiana Astro del ciel (non un’esatta traduzione del testo tedesco), pubblicata nel 1937 dal prete bergamasco Angelo Meli. Nel 1993 ad Oberndorf, accanto alla chiesa di San Nicola, venne creato lo Stille Nacht Museum che conserva, tra gli altri, la chitarra del reverendo Mohr, utilizzata per la prima esecuzione del 1818.
1871 – La prima dell’Aida di Verdi. Al Teatro khediviale dell’Opera del Cairo, il 24 dicembre 1871, venne eseguita in pubblico per la prima volta l’Aida, celebre capolavoro di Giuseppe Verdi, tra le più eseguite nei teatri di tutto il mondo. Tutto partì da un’iniziativa del viceré d’Egitto Ismail Pascià, intenzionato a festeggiare in pompa magna l’inaugurazione del Canale di Suez, avvenuta nel novembre del 1869. Per questo commissionò al famoso egittologo francese Auguste Mariette (le cui preziose scoperte lo portarono ad essere il fondatore del Museo del Cairo) un testo ambientato nell’antico Egitto, che ne celebrasse trionfalmente la millenaria civiltà. Nello stesso periodo era stato inaugurato anche il Teatro dell’Opera del Cairo e la prima opera lirica rappresentata era stata il Rigoletto di Verdi. Di qui l’idea di chiedere al grande compositore di Busseto, di comporre un inno per celebrare entrambe le inaugurazioni, dietro compenso di 80mila franchi. Al rifiuto di quest’ultimo a scrivere musica d’occasione, il viceré inviò Mariette a Parigi con l’incarico di assicurarsi la collaborazione di uno tra Verdi, Wagner o Gounod. Grazie all’intercessione del librettista Camille Du Locle (che aveva scritto per Verdi il libretto del Don Carlos), il testo di Mariette arrivò tra le mani del compositore italiano che ne rimase entusiasta, accettando l’incarico di trarne un inno per un compenso più alto (150mila franchi). In collaborazione con il poeta scapigliato Antonio Ghislanzoni iniziò la stesura del libretto, in cui l’intento di Verdi era di dare valore drammatico all’ambientazione scenica, curando in maniera minuziosa i particolari dei vari ambienti e dei costumi legati all’epoca dei faraoni. Protagonista è il capitano egiziano Radames, incaricato di contrastare l’invasione degli Etiopi. Innamorato della schiava etiope Aida, combattuta tra la fedeltà al suo popolo e l’amore per l’egiziano, Radames rivelerà alla stessa la strategia d’attacco del suo esercito, ignaro di essere spiato dal padre della ragazza. Convinto di essere caduto in trappola, si farà condannare a morte ma nell’affrontare la pena capitale ritroverà al suo fianco l’amata che morirà con lui. La “prima”, programmata inizialmente per gennaio del 1871, slittò a causa della guerra franco-prussiana, che rese difficoltoso portare fuori dalla capitale francese le straordinarie scenografie e i sontuosi costumi, curati dallo stesso Mariette (studiando gli antichi bassorilievi egiziani) e realizzati negli ateliers parigini del prestigioso teatro dell’Opera da noti artisti (come Daran e Lavastre). La sera del 24 dicembre arrivò l’atteso debutto del melodramma, suddiviso in quattro atti. Sotto la direzione del maestro Giovanni Bottesini, si esibirono nel ruolo dei protagonisti quattro dei migliori artisti dell’epoca: il soprano Antonietta Pozzoni Anastasi (Aida); il tenore Pietro Mongini (Radames); il mezzosoprano Eleonora Grossi (Amneris, figlia del faraone e innamorata di Radames); il baritono Francesco Steller (Amonasro, padre di Aida). Fu uno straordinario successo e il pubblico rimase affascinato da brani di grande intensità drammatica come la Celeste Aida. La conquista delle platee e della critica europea fu altrettanto immediata riuscendo ad intercettare il rinnovato interesse per la civiltà egiziana, che nell’Ottocento si respirò nelle diverse forme di espressione artistica, dall’architettura alla musica. La prima rappresentazione in Italia – ospitata nello splendido Teatro alla Scala di Milano l’8 febbraio del 1872 – fu un trionfo per Verdi, che vide la sua opera salutata come un inno ai valori risorgimentali. In particolare, la marcia trionfale del II atto venne giudicata di travolgente intensità emotiva e per questo riproposta in tutti gli eventi celebrativi dell’Unità d’Italia.
L’Aida fu portata in scena dai più illustri interpreti della lirica, da Maria Callas a Placido Domingo, e diretta da maestri d’eccezione quali Arturo Toscanini e Riccardo Muti.

Nati in questo giorno
Claudia Corsini – Nata a Roma, è un’ex pentatleta. Nel 2005 è stata campionessa del mondo di pentathlon moderno. Ai Mondiali ha conquistato anche due argenti e un bronzo. Ai campionati europei ha vinto 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi. Alle Olimpiadi di Atene 2004 si è fermata ai piedi del podio, per pochissimi punti, equivalenti a un ritardo di 5 secondi nella gara di corsa. Nel pentathlon moderno gli atleti competono in cinque diversi sport: tiro a segno, nuoto, scherma, equitazione e corsa. Viene detto il moderno per distinguerlo dall’antico pentathlon, praticato nelle Olimpiadi antiche, in cui le cinque prove erano: salto in lungo, tiro del giavellotto, corsa, lancio del disco e lotta. Festeggia 45 anni.
Marcelo Salas – Nato a Temuco (Cile) è stato un calciatore, in Italia dal 1998 al 2003 come attaccante di Lazio e Juventus. In maglia biancoceleste ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane ed una europea. Con quella bianconera ha conquistato due scudetti e una Supercoppa italiana. José Marcelo Salas Melinao, queste le sue generalità complete, ancor prima dell’uruguaiano Edinson Cavani, è stato soprannominato “El Matador”, perché dopo una rete salutava i tifosi con un inchino, simile a quello dei toreri. In Nazionale ha collezionato 70 presenze e grazie alle 37 reti è il miglior marcatore di sempre. Lasciati i campi di gioco, è diventato un dirigente sportivo della squadra della sua città natale. Compie 48 anni.

Eventi sportivi
1972 – Va in campo la Serie A. Si tratta dell’ultima volta del massimo torneo calcistico italiano che si gioca alla vigilia di Natale. Quell’edizione, che verrà ricordata come una delle più emozionanti della storia, vede ai nastri di partenza 16 squadre col Milan che si ritrova sotto le feste al primo posto in classifica. In quel pomeriggio i rossoneri non vanno oltre lo 0-0 contro il Napoli e tanto basta per staccare in classifica l’Inter, clamorosamente sconfitta a “San Siro” dal Vicenza. La Juventus, futura vincitrice del torneo, vince in casa contro la neopromossa Ternana per 2-0, grazie alle reti di Causio e Altafini. Da allora non si sarebbe mai più giocato così in prossimità di Natale con l’eccezione della stagione passata dove si è giocato nel giorno di Santo Stefano cercando di emulare la tradizione tipicamente anglosassone. Esperimento fallito e a partire già da quest’anno si è tornati alla classica pausa fino all’Epifania.

Proverbio / Citazione
Dicembre variante, freddo costante.
“Io ho quello che ho donato” Gabriele D’Annunzio