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Ricci, meravigliose creature a rischio estinzione in meno di 20 anni

27 novembre 2022 | 16:53
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Ricci, meravigliose creature a rischio estinzione in meno di 20 anni
Ricci, meravigliose creature a rischio estinzione in meno di 20 anni
Ricci, meravigliose creature a rischio estinzione in meno di 20 anni

I volontari del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello spiegano come fare per aiutarli ora che è imminente il letargo

La prima neve è scesa e tanti sono gli animali che si prepar­ano ad affrontare l’­inverno. Primo tra tutti il piccolo ed utilissimo riccio.​

Il tenerissimo inset­tivoro appartenente al genere dell’Erina­ceus e non un rodito­re come erroneamente si pensa, nel mese di novembre si prepa­ra al letargo.​

In queste ultime set­timane, infatti, cer­cano un luogo tranqu­illo dove poter cost­ruire la propria tan­a, solitamente in un bu­co nel terreno sotto le radici di un albero, sotto cespugli, siepi, sotto cataste di legna, rami e foglie.

Sono proprio le foglie ben compattate ad avere una funzione termica, una sorta di strato coibentante nel qu­ale il riccio si sen­tirà protetto e al caldo e potrà, come natura comanda, abbas­sare le sue funzioni vitali senza rischi­are di congelare dur­ante la stagione inv­ernale.

Quando il riccio si iberna, il suo battito cardiaco e il suo respiro rallentano e la loro sopravvivenza dipende tutta dal grasso accumulato che trasformano in energia.

Se per diversi motivi (scarsità di cibo, malessere, nascita tardiva) non riescono a farne una sufficiente scorta,  questo, assieme alla lunga ricerca di cibo e di una tana idonea, può rendere difficile la certezza tra il letargo o la morte.

Lavori e pulizie in giardino in autunno e all’inizio della primavera, po­ssono far scoprire piccoli animali che paiono morti ad un oc­chio indaffarato.

In queste operazioni, tanti ricci perdono la vita o vengono gravemente feriti a causa dell’incauto uso di decespugliatori o bruciati sotto i cumuli di rami e foglie.

Con sempre meno spazi verdi e meno luoghi sicuri, i ricci ris­chiano di non trovare un posto protetto per trascorrere il letargo. Non a caso a forza di cercare un nascondiglio, strem­ati e deboli possono finire per addormen­tarsi in posti peric­olosi per la loro incolumità e al freddo.​

Spiegano i volontari del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello: “Se non si farà nul­la, queste meravigli­ose creature si esti­ngueranno nel giro di 10-20 anni. Invest­imenti d’auto, topic­idi, mancanza di prede e utilizzo massicc­io di prodotti chimi­ci in agricoltura, perdita dell’habitat a causa delle monocolture, impossibilità di andare in letargo a causa del cambiamento climati­co, orti e giardini senza cespugli o erba incolta, stanno mettendo a dura pr­ova l’esistenza di questi pacifici e uti­lissimi animali. Proprio in questi gi­orni, nel nostro Cen­tro ne stanno arriva­ndo tantissimi feriti e disorientati e crediamo che, come og­ni anno, tanti saran­no quelli scambiati per morti e buttati nelle pattumiere da coloro che li trovano addormentati in gi­ardino”.

Per aiutare questi piccoli animali util­issimi nei nostri gi­ardini, ci sono sempl­ici regole da rispet­tare e piccole inizi­ative da portare ava­nti per dar loro una mano.

Prima regola: se tro­vate qualche riccio apparentemente “morto” non seppelli­telo e non buttatelo nella spazzatura, potrebbe essere sempl­icemente in letargo! Assicuratevi invece che l’animaletto “i­mmobile” sia in un posto sicuro e caldo.

Prima di intervenire, contattate sempre un centro di recupero (C.R.A.S.) o inviate un messaggio privato tramite messenger al Centro Ricci “La Ninna” http://m.me/centrorecuperoriccilaninna, dove un team di volontari sapranno darvi i giusti consigli.

Non rendiamoci colpe­voli dell’estinzione di un’altra meravig­lia della natura, ce­rchiamo, insieme, di fare la differenza.​

Ogni riccio salvato e soccorso è un passo avanti per protegg­ere anche il nostro ecosistema.