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Oggi, 11 novembre, si celebra San Martino

11 novembre 2022 | 07:25
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Oggi, 11 novembre, si celebra San Martino

Famoso il racconto del suo mantello ma anche la frase in dialetto piemontese “fé San Martin” legata a quando si trasloca

Oggi, 11 novembre, si celebra San Martino.

Un santo legato all’ambiente rurale. In passato in questa giornata venivano rinnovati gli accordi in ambito agrario. E spesso questa ricorrenza è legata alla prima spillatura del vino novello.

Una giornata che molti di noi ricordano per l’omonima poesia, ma anche per racconto della storia di Martino e del suo mantello.

Martino era figlio di un ufficiale romano e fu educato nella città di Pavia. La tradizione narra che, durante una ronda a cavallo, Martino notò un mendicante che pativa il freddo perché quasi completamente svestito. Mosso dalla pietà, Martino senza indugio tagliò a metà il mantello e ne diede un pezzo al mendicante. Ma perché solo metà? Perché a quel tempo ogni soldato si pagava mezzo equipaggiamento, l’altra metà veniva fornita dai governanti per i quali i soldati erano in servizio, Martino non avrebbe potuto dare il mantello nella sua interezza perché non era di sua proprietà! Dopo aver compiuto questo nobile gesto Martino prosegue la ronda, immediatamente smette di piovere, il sole si alza in cielo e la temperatura si scalda. Per questo motivo le giornate ancora calde e con un bel sole di novembre vengono chiamate Estate di San Martino.

Molto i modi di dire in lingua piemontese legato alla sua figura. Tra i più usati “fé San Martin” legato a quando si trasloca. Non è un semplice luogo comune ma ha riferimenti storici importanti. Infatti prima della riforma dei patti agrari avvenuta nel secondo dopoguerra, l’anno agrario terminava il 10 novembre data scelta in quanto i lavori nei campi erano già terminati senza però che fosse già arrivato l’inverno e di conseguenza era finito il lavoro del mezzadro ed il relativo contratto di affitto. I braccianti che venivano riconfermati dal proprietario terriero per il nuovo anno agrario, che ripartiva il giorno successivo, non avevano problemi: il posto di lavoro era mantenuto così come l’abitazione. Per coloro che venivano licenziati, l’11 novembre, quando la chiesa ricorda San Martino di Tours, era un giorno disgraziato. Il mezzadro con la sua famiglia era praticamente messo alla porta, doveva raccogliere tutte le sue cose ed era costretto ad abbandonare casa e lavoro. Non era inusuale, in quei giorni, imbattersi in carri strapieni di ogni masserizia che si spostavano da un podere all’altro, ecco perché è tradizione utilizzare il termine “fé San Martin” (fare San Martino) quando si trasloca.