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Lettura dei “Sepolcri” di Foscolo a Fontanelle di Boves

8 novembre 2022 | 20:12
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Lettura dei “Sepolcri” di Foscolo a Fontanelle di Boves
Lettura dei “Sepolcri” di Foscolo a Fontanelle di Boves
Lettura dei “Sepolcri” di Foscolo a Fontanelle di Boves

Valeria Arpino, in gran forma, ha fatto dei bei pezzi come «Sono io la morte» di Angelo Branduardi

Fontanelle, la parrocchia della maggior frazione bovesana, ha cominciato le celebrazioni del centenario dalla «posa della prima pietra» del suo venerato Santuario, «Regina Pacis», avvenuta l’8 dicembre 1922, giorno della festa dell’Immacolata, quattro anni dopo la fine della sanguinosissima Prima Guerra Mondiale (con Benito Mussolini nominato Primo Ministro da poco più di un mese, dopo la «Marcia su Roma» dei suo Partito Nazionale Fascista).

I lavori di completamento continuarono per decenni, oltre la morte del fondatore, don Agostino Pellegrino (poi si dovette cominciare con interventi di manutenzione e restauro, come capita alle grandi chiese, dal Duomo di Milano a scendere).

Un primo momento, delizioso, culturale e musicale, è stato la sera di sabato 5, nei giorni del ricordo di tutti i «defunti», con lettura e commento della famosa opera di inizio Ottocento di Ugo Foscolo, suo capolavoro, «I Sepolcri» (immortale son i versi, di quasi trecento complessivi del poema, esaltazione dell’importanza della cura delle salme dei defunti, ad incarnare valori e memoria, dal tono molto laico-illuminista: «A egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella / e santa fanno al peregrin la terra / che le ricetta». Protagonista è stato un preparatissimo professor Valter Giordano, accompagnato dalla musica di Federico Bersia, alle tastiere, Valeria Arpino, chitarra e voce, ed Eugenia Ruggeri, flauto (a sostituire il previsto fagotto di Luisa De Marchi).

È stata una bella serata, colta ma gioiosa… Valeria Arpino, in gran forma, ha fatto dei bei pezzi come «Sono io la morte» di Angelo Branduardi, ambientazione medievale, «Frisina», del patrimonio tradizionale locale… Non c’era il fagotto sostituito egregiamente dal flauto di Eugenia Ruggeri.

Il pubblico, buono per un simile impegnativo appuntamento, un sabato sera, giorno di convivi e relax, era entusiasta.