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Il Buongiorno di Cuneo24

3 novembre 2022 | 08:05
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1990 tre ori per gli azzurri ai Mondiali di canottaggio in Australia

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:05 e tramonta alle 17:21. Durata del giorno dieci ore e sedici minuti. Fase lunare: gibbosa crescente.

Santi del giorno
Santa Silvia, madre di San Gregorio Magno.
Sant’Uberto di Tongeren-Maastricht, vescovo, è il protettore di cani da caccia, guardie forestali, fabbricanti di pelli e macellai.
San Martino de Porres, domenicano.

Avvenimenti
1534 – Enrico VIII d’Inghilterra promulga l’Act of Supremacy che provoca la rottura con Roma e la relativa scomunica papale.
1914 – Brevettato il reggiseno. Limitare i disagi delle donne senza rinunciare alla bellezza femminile. Partendo da questa sfida la ricca ereditiera newyorchese Mary Phelps Jacobs, diciannovenne attivista per la pace, arrivò a brevettare il Backless Brassiere, primo modello di reggiseno della storia. Un’invenzione che cambiò radicalmente il modo di vestire delle donne, costrette fino a quel momento a sopportare scomodi e dolorosi sistemi di contenimento come i corsetti e le stecche di balena. Con una dimostrazione pratica, ripresa dai media dell’epoca, la Phelps mostrò il nuovo indumento intimo creato con due comuni fazzoletti uniti da nastri di raso rosa. Già ricca di suo, la giovane si ritrovò una miniera d’oro tra le mani che fu fiutata da una società del Connecticut, la Warner Brothers Corset Company. Quest’ultima acquistò i diritti di produzione del brassiere per una cifra pari a 1.500 dollari. Niente in confronto alle cifre a sei zeri che guadagnerà nei decenni successivi. C’è da dire che la parola “reggiseno” era già apparsa in precedenza e la rivista Vogue fu la prima nel 1907 ad utilizzarla. Per quanto riguarda l’effettiva origine del capo di biancheria intima, alcuni ne attribuiscono la paternità alla francese Madame Herminie Cadolle che, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1889, presentò un corsetto tagliato a metà chiamato “soutien-gorge”, ossia “corsetto-seno”.
1954 – Primo film di Godzilla. Le radiazioni degli esperimenti nucleari trasformano l’ultimo superstite di una specie di dinosauri, sopravvissuto all’estinzione, in una gigantesca creatura dalla forza mostruosa e in grado di sputare raggi distruttivi.

Per i giapponesi è Gojira, protagonista dell’omonimo film, diretto da Ishirō Honda, che debuttò nelle sale del Sol Levante il 3 novembre del 1954. Prodotto dalla Toho e costato 60 milioni di yen (cifra record per l’epoca), la pellicola ebbe un successo strepitoso negli USA e nel mondo occidentale, dove fu proiettato con il nome di Godzilla.

Risposta nipponica all’americano King Kong (1933), il mostro venne chiamato “Gojira”, dal nomignolo di un dipendente della stessa Toho, noto per la sua corpulenza; il termine è un composto dell’occidentale “gorilla” e del giapponese “kujira”, che sta per balena.

Primo capitolo della saga del dinosauro atomico, Godzilla fu concepito come un atto di denuncia contro il pericolo di una guerra nucleare (negli anni Cinquanta tutt’altro che irrealistico, visto il clima di guerra fredda tra USA e URSS), richiamando, nello scenario di un’immaginaria Tokyo rasa al suolo dal mostro, il reale panorama di distruzione e morte di Hiroshima e Nagasaki dopo il bombardamento atomico.

Lo storico film del 1954 ispirò innumerevoli sequel e rivisitazioni in Giappone e negli Stati Uniti, tra cui l’ultima pellicola del 2014, diretta da Gareth Edwards
1978 – In TV debutta Arnold. Un peperino che ha la battuta sempre pronta, e dal sorriso contagioso, si presenta per la prima volta al pubblico americano il 3 novembre del 1978, sull’emittente televisiva NBC. Lui è Arnold Jackson, protagonista della sitcom Diff’rent Strokes che in Italia sarà trasmessa due anni più tardi inizialmente con il titolo “Harlem contro Manhattan” e infine con “Il mio amico Arnold”. Interpretato da Gary Coleman (che a causa di disfunzioni renali non supera l’altezza di 1,30 m), il bambino nero più simpatico della storia della televisione ha nella fiction un fratello più grande, Willis, insieme al quale viene adottato dal ricco uomo d’affari Philip Drummond, in seguito alla morte della madre che lavorava come governante per lo stesso Drummond. La serie conquista il pubblico televisivo (sia adulti che bambini) fin dalla prima stagione, cui ne seguiranno altre sette per un totale di 189 episodi. Rimarranno impresse nella memoria le battute più ricorrenti di Arnold, su tutte la mitica «Che cavolo stai dicendo Willis?» rivolta al fratello. In Italia insieme alla sigla originale in inglese, riscuoterà enorme successo il brano Arnold di Nico Fidenco. Tra le celebrità ospitate nella serie Nancy Reagan (moglie del presidente USA Ronald) e il campione di pugilato Muhammad Ali.

Nati in questo giorno
Cristina Parodi – Volto storico del TG5 di Mediaset, che ha visto nascere nel 1992, Cristina Parodi è una delle giornaliste più affermate della televisione italiana. Nata ad Alessandria, ha iniziato come giornalista sportiva prima per Odeon Tv e poi per Mediaset, passando poi al telegiornale della rete ammiraglia del “Biscione”. Per la stessa rete ha condotto per nove stagioni il rotocalco Verissimo, passando nel 2012 a La7 per condurre show come “Cristina Parodi Live” e “Cristina Parodi Cover”. Sposata con il produttore televisivo, e dal 2014 sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, da giovane è stata una tennista a livelli agonistici. Passata in Rai nel 2013, dal settembre dell’anno seguente ha assunto, con Marco Liorni, la conduzione de La vita in diretta. Nella stagione 2017/18 è stata su Rai 1 a “Domenica in” e in quella successiva nel programma, sempre domenicale, La prima volta. Festeggia 58 anni.
Monica Vitti (1931/2022) – Per molti critici è la maggiore interprete della commedia all’italiana del Novecento, per il pubblico è uno dei pochi esempi di attrice che al notevole fascino unisce un’innata capacità di far ridere. Nata a Roma come Maria Luisa “Marisa” Ceciarelli, si forma a teatro con Shakespeare e Moliére, incontrando nel regista Michelangelo Antonioni il suo talent scout (nonché compagno di vita per diverso tempo), che la lancia sul grande schermo con “L’avventura” (1960). La collaborazione con Mario Monicelli che la scrittura per “La ragazza con la pistola” (1968) ne fa esaltare le doti comiche, proiettandola tra i grandi protagonisti del genere, come Alberto Sordi in coppia con il quale recita in diverse pellicole di successo: da “Amore mio aiutami” (1969) a “Io so che tu sai che io so” (1982), passando per “Polvere di stelle” (1973). Premiata con cinque David di Donatello come “miglior attrice protagonista” e con il Leone d’oro alla carriera nel 1995, a partire dagli anni Novanta si allontana gradualmente dalle scene, comparendo sporadicamente in alcune manifestazioni ufficiali. Muore a Roma il 2 febbraio 2022.