A Saluzzo un “cohousing” per donne in difficoltà

24 novembre 2022 | 11:13
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A Saluzzo un “cohousing” per donne in difficoltà
Monsignor Cristiano Bodo (vescovo della Diocesi di Saluzzo)

Opera della Caritas diocesana offrirà 15 posti suddivisi in 7 stanze e sarà intitolato a Santa Chiara d’Assisi. Inaugurazione alla presenza del vescovo Monsignor Cristiano Bodo

Saluzzo. Sarà intitolato a Santa Chiara d’Assisi il nuovo cohousing femminile che la Caritas diocesana inaugurerà sabato 3 dicembre alle ore 9 in via Fiume a Saluzzo. Il progetto, che offrirà 15 posti suddivisi in 7 stanze, nasce in sinergia con altre realtà quali l’Associazione Penelope di Saluzzo e l’Associazione Mai+Sole di Savigliano che si occupano di sostenere donne maltrattate ed in situazioni di fragilitàsocio-economica.

Una nuova struttura d’accoglienza che va ad aggiungersi a Casa Madre Teresa di Calcutta, inaugurata nel 2018, dove nei tre piani in via Sant’Agostino 7 si trovano un dormitorio per i braccianti stagionali incondizioni socio-sanitarie precarie e un cohousing per singoli e famiglie alla ricerca di un approdo verso l’autonomia abitativa, oltre a Casa Monsignor Bona in corso Piemonte 63, un dormitorio maschile da 11 posti con annessa una Mensa, riattivatonel febbraio2021 e gestito dalla Caritasinsieme alla Comunità Cenacolo.

I locali in cui aprirà il nuovo cohousing Santa Chiara d’Assisi sono stati messi a disposizione da enti diocesani che hanno così permesso di colmare un “vuoto” nei servizi di supporto all’abitare della Caritas diocesana, creando un luogo dedicato esclusivamente alle donne. Grazie ai fondi dell’8×1000 di Caritas Italiana e ad un contributo specifico della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Caritas diocesana diretta dal prof. Carlo Rubiolo e supportata nella gestione dei suoi servizi dall’Associazione di volontariato AVASS presieduta da Tiziana Drago, ha realizzato numerosi interventi di adeguamentoinvia Fiume, non ancora ultimati.

“Abbiamo acquistato gli arredi necessari, installato una cucina comune e rimesso a nuovo le stanze – spiega il prof. Rubiolo. Speriamo che questa struttura possa dare sollievo a donne in situazioni di estrema fragilità, permettendoperiodidiaccoglienza anche lunghi attraverso un accompagnamento dedicato. Lo faremo anche grazie ad un gruppodi volontarichiamati “Custodi” che daranno un aiuto costante a queste donne, abbinando ciascuna ad un volontario, in modo da offrire loro un punto diriferimento specifico”. Un’esigenza, quella di intervenire a favore di persone particolarmente fragili,sentita non solo dalla Caritas, madal territoriointero, che negli ultimi due anni, complici la pandemia e la crisi economica, ha registrato un aumentodellepersonescivolate in condizioni di povertà relativa, o peggio, assoluta.

Il Vescovo, Monsignor Bodo, che inaugurerà sabato 3 dicembre questa nuova struttura, sottolinea a propositodel nuovocohousing: “Casa Santa Chiara ha un profondo significato, in particolare perchè è un’accoglienza rivoltaalledonne,perinserirle in un contesto dove possano seguire un percorso utile a ritrovare un posto di lavoro, una casa, riaffacciarsi allavitacon uno sguardo di speranza. Per il nostro territorio, per la nostra Caritas e per la nostra Diocesi è importantecheancheledonne abbiano un luogo dove trovare alloggio e un aiuto a ripartire. Un luogo che le porti a riappropriarsi di quell’ottimismoe quelle energie necessarie ad affrontare la vita con più serenità e con il desiderio di ripartire dopo una stagionesegnatadaprove e situazioni difficili. Il nome ha un significato soprattutto spirituale: Santa Chiara è stata una donnacoraggiosa,capace di andare contro tutti e tutto per seguire la propria vocazione. Così auspico che le ospiti di questanuovaCasadellaCaritasritrovino qui la forza perriprendere il bandolo della loro vita, ilsapore e il gusto del loro cammino,riappropriandosidiquella gioia che forse si era spenta.Questo è l’augurio che faccio a loro da parte mia e di tutta la Caritas diocesana”.