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Iniziato ieri ad Asti il processo al gioielliere di Gallo d’Alba

1 ottobre 2022 | 07:33
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Iniziato ieri ad Asti il processo al gioielliere di Gallo d’Alba
Il Palazzo di Giustizia di Asti

Erano presenti in aula sia l’imputato che il rapinatore ferito. I parenti delle vittime si sono costituiti parte civile.

È iniziato ieri ad Asti il processo a Mario Roggero, 68 anni, il gioielliere di Gallo di Grinzane Cavour accusato dell’uccisione di due uomini, Andrea Spinelli, 44 anni, e Giuseppe Mazzarino, 58 anni, e del ferimento di un terzo complice, Alessandro Modica, 35 anni.

La Corte d’assise ha iniziato il dibattimento con le prime procedure di costituzione delle parti. Erano presenti in aula sia l’imputato che il rapinatore ferito. Erano inoltre in aula i parenti delle vittime, costituitisi parti civili. Mario Roggero è difeso dall’avvocato Dario Bolognesi.

Come si ricorderà, la rapina avvenne il 28 aprile 2021 quando tre persone tentarono di rubare, a volto coperto solo dalle mascherine, nel negozio di Roggero nel centro di Gallo. Secondo l’accusa, il commerciante ha inseguito in strada i banditi che avevano rubato preziosi per oltre 50 mila euro sparando 4 colpi di pistola e il pubblico ministero nell’ottobre scorso aveva terminato le indagini e rinviato a giudizio il gioielliere sostenendo che “allorché i rapinatori si davano alla fuga sulla pubblica via, il gioielliere con l’arma colpiva in successione Alessandro Modica alla gamba destra ferendolo nonché Andrea Spinelli al fianco destro e Giuseppe Mazzarino alle spalle e ne cagionava la morte”.

Sono stati ammessi come parti civili 14 persone, i familiari dei due rapinatori deceduti e il terzo rapinatore, che è stato già condannato nel dicembre scorso ad una pena di quattro anni e 10 mesi.

La novità più rilevante di ieri è stato un episodio della vita passata del gioielliere. Che avesse subito una violenta rapina nel 2015, durante la quale erano state picchiate brutalmente e violentemente la moglie e la figlia si sapeva, ma un’altra vicenda è tornata a galla. Nel 2005 Mario Roggero avrebbe patteggiato una pena di 2 mesi per aver aggredito il fidanzato della figlia: si presentò a casa del ragazzo che viveva ancora con i genitori e lo minacciò con una pistola.

Per il Pubblico ministero quegli eventi inquadrano la personalità dell’imputato. Per la difesa quell’episodio non ha alcun valore probatorio relativamente al giudizio in corso.

Ricordiamo che l’accusa per la quale i due giudici togati e i sei giudici popolari dovranno pronunciarsi è di doppio omicidio volontario, tentato omicidio e porto illegale di arma comune da sparo.

La prossima udienza si terrà il 21 dicembre.