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“Ennesima aggressione nel carcere di Cuneo”: la denuncia del sindacato di Polizia Penitenziaria

2 ottobre 2022 | 10:17
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“Ennesima aggressione nel carcere di Cuneo”: la denuncia del sindacato di Polizia Penitenziaria
[immagine di repertorio]

Secondo quanto riferisce l’OSAPP un detenuto di nazionalità straniera, mentre veniva accompagnato al reparto isolamento, avrebbe opposto resistenza all’ingresso in cella, aggredendo l’Assistente Capo cercando di tirarlo con se in cella e sputandogli in faccia

“Ieri 1^ ottobre, un detenuto di nazionalità straniera ristretto nel carcere di Cuneo mentre veniva accompagnato al reparto isolamento opponeva resistenza all’ingresso in cella, dopo opera di persuasione,
lo stesso, all’improvviso aggrediva l’Assistente Capo cercando di tirarlo con se in cella per fortuna non riuscendovi e mentre si provvedeva alla chiusura della cella il detenuto sputava in faccia al poliziotto”. Lo denuncia l’OSAPP, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria.

“Nei giorni scorsi – aggiunge l’OSAPP – sempre nel carcere di Cuneo si sono verificate altre due aggressioni ai danni di agenti di Polizia Penitenziaria, da parte di detenuti i sottoposti al regime di cui all’Art. 41 bis O.P.. Il problema è divenuto serio e incontrollato, i detenuti hanno probabilmente percepito una grande falla del sistema ed hanno ben capito che gli agenti, all’interno dell’istituto, non hanno difese né tutele in nessuna condizione”.

“Quanto accaduto – aggiunge Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP – è da ritenersi di estrema gravità; i penitenziari da tempo sono nel completo ‘caos’ organizzativo sia in ordine al trattamento ed ai rapporti con la locale popolazione detenuta, spesso fuori controllo, sia riguardo alla gestione del Personale di Polizia penitenziaria soggetto a carichi di lavoro oltre i limiti ed a continui tensioni e rischi, nel più totale silenzio degli organi dell’Amministrazione penitenziaria e del Dicastero della Giustizia. Occorre dotare gli Agenti di strumenti idonei quali taser o altri mezzi a tutela dell’incolumità fisica. Della massima urgenza, quindi il diretto e risolutivo intervento del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi e della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, affinché assicurino l’immediato ripristino delle regole di legalità e di civile convivenza nelle strutture, in cui il personale di Polizia penitenziaria subisce la quotidiana ed ingiustificata “tortura” di gravi offese morali e fisiche e di continui disagi lavorativi, peculiarità di un sistema oramai caratterizzato dall’assenza di risultati verso una maggiore sicurezza interna ed esterna nell’interesse della Collettività”.