Cuneo, serve una drastica riduzione delle concentrazioni di polveri sottili nell’aria

18 ottobre 2022 | 09:30
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Cuneo, serve una drastica riduzione delle concentrazioni di polveri sottili nell’aria

Nel report consegnato ieri da Legambiente circa i dati dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città, Cuneo appare con valori nella media, ma necessita di riduzioni considerevoli in nome della salute dei propri cittadini.

È stato divulgato ieri da Legambiente il report annuale sull’incidenza delle polveri sottili nelle città italiane, una sorta di classifica delle realtà cittadine più inquinate nel nostro Paese.

Nel presente report di Legambiente sono stati analizzati e interpretati i dati del 2021 appena concluso di238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia.Le centraline in questione, definite di fondo o di traffico urbano, servono per rilevare le concentrazioni dei principali inquinanti monitorati dalle autorità competenti; tra i dati a disposizione, in attesa della validazione ufficiale da parte delle autorità competenti, si è scelto di utilizzare quelli relativi aitre principali inquinanti delle aree urbane che sono le polveri sottili (PM10 e PM2.5) e gli ossidi di azoto – in particolar modo il biossido di azoto (NO2) – ritenuti dalla comunità scientifica internazionale come i marker principali che determinano la qualità dell’aria che respiriamo ma soprattutto gli inquinanti che determinano prevalentemente l’insorgenza di effetti sanitari cronici sul sistema respiratorio e cardiovascolare e che determinano mediamente oltre 50mila morti premature all’anno solo in Italia.

Per quanto riguarda i dati nazionali sul PM10 ben 56 centraline a livello nazionale hanno superato per più di 35 giorni la media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo, cioè il limite previsto dalla normativa europea, con Milano, Torino, Alessandria e Catania bandiere nere. Sul PM2.5 solo a Napoli si è sforato il limite di 25 microgrammi per metrocubo della normativa, mentre per quanto riguarda gli ossidi di azoto (NO2), la situazione si fa più grave, con solamente 14 centraline su 205 che rispettano pienamente le raccomandazioni dell’OMS.

Dal punto di vista strettamente numerico Cuneo appare tutto sommato a metà di questa graduatoria, con valori in linea a quelli della media nazionale. Diverso il discorso se si paragonano i dati della qualità dell’aria cuneese con i parametri continentali di riferimento: il livello PM10 nella nostra città è stato pari a 23 μg/mc, contro un valore di accettabilità di 16, quello delle PM2.5 pari a 17, contro i 5 stabiliti dall’OMS, e quello del NO2 pari a 19, contro i 10 della soglia minima. La situazione appare ancora più grave se si osservano le percentuali di riduzione delle concentrazioni necessarie calcolate da Legambiente sulla base di ciascuna città. Cuneo, per ritornare nel prossimo anno a respirare aria realmente pulita dovrebbe ridurre del 15% il suo livello di PM10, del 5% quello del PM2.5 e addirittura del 47% quello del biossido di azoto. È presente, insomma, nella nostra città, una necessità di cambiamento delle abitudini in materia di qualità dell’aria molto più urgente rispetto a molte altre realtà paragonabili a Cuneo per grandezza e numero di abitanti.