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Il senatore Lannutti chiede al Governo dimissionario garanzie per il Tenda Bis

8 settembre 2022 | 07:35
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Il senatore Lannutti chiede al Governo dimissionario garanzie per il Tenda Bis
Lavori del Tenda Bis

L’interrogazione ripercorre come premessa tutta la storia del traforo ed è interessante perché troppe volte si tende a dimenticare quanto accaduto. “L’opera eviterebbe a decine di migliaia di automobilisti di continuare a raddoppiare il tragitto e a ricorrere all’autostrada dei Fiori nella tratta da Savona a Ventimiglia, ingrassando i signori dei caselli per via dei salati pedaggi”

Il senatore Elio Lannutti, eletto con il partito Italia dei Valori e oggi nel gruppo misto dopo essere passato per qualche tempo nel M5S, ha presentato il 6 settembre un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile (Mims) Enrico Giovannini e al ministro dello sviluppo economico (Mise) Giancarlo Giorgetti, avente come oggetto la realizzazione della galleria Tenda bis.
Dopo la premessa che il 28 agosto 2022 sui media è apparsa la notizia che conferma l’apertura della galleria a ottobre 2023 ma che «la circolazione verrà garantita con precauzioni di sicurezza, ad esempio con le auto scortate da una safety car», l’interrogante ripercorre come premessa tutta la storia del traforo.

Il senatore chiede infine di sapere:
1. se il Governo intenda adoperarsi per garantire il completamento dell’opera nei tempi previsti, in quanto il nuovo tunnel del Colle di Tenda collegando le province di Cuneo e Torino con la valle della Roya in Francia, lungo l’itinerario che conduce alla Riviera ligure e alla Costa Azzurra, eviterebbe a decine di migliaia di automobilisti di continuare a raddoppiare il tragitto e a ricorrere all’autostrada dei Fiori nella tratta da Savona a Ventimiglia, ingrassando i signori dei caselli per via dei salati pedaggi;
2. se intenda intervenire per evitare soluzioni improvvisate come l’utilizzo delle safety car;
3. se voglia garantire la propria presenza nella zona dei lavori, come fatto dagli omologhi francesi, per lanciare un segnale alle popolazioni locali, che da anni attendono impazienti la fine di quest’opera.
Al di là dell’utilità della iniziativa, considerando che il governo è dimissionario e il parlamento sta per essere rinnovato, è interessante la sua lettura perché troppe volte si tende a dimenticare quanto accaduto e la storia invece ci può dare molti insegnamenti.

Ecco ampi stralci del documento parlamentare.
«Quella della realizzazione della galleria Tenda bis è una storia infinita, cominciata nel 1989, quando a seguito di una grossa frana, il traforo è stato chiuso per 50 giorni. In quell’occasione è emerso che il tunnel del Colle di Tenda, vecchio di un secolo, non poteva più considerarsi un transito adatto alle esigenze di un traffico rapido e sicuro, su una direttrice qualificata di rilievo europeo. I francesi avevano già un progetto pronto dal 1988, un Tenda bis a quota più bassa (circa 1.000 metri) approvato dal Consiglio generale del Dipartimento delle Alpi Marittime: ingresso dal versante francese appena sopra Vievola, uscita tra Limone (in provincia di Cuneo) e l’attuale valico internazionale. In tutto 6,3 chilometri, con pagamento del pedaggio, costo di 300 miliardi di lire, circa 150 milioni di euro».

«Nonostante le buone intenzioni, il cantiere non è partito: c’era chi voleva il Tenda bis parallelo all’attuale (1.321 metri sul livello del mare imbocco Italia e 1.280 metri sbocco Francia) e più basso di 100 metri, intorno ai 1200 metri di quota e, di conseguenza, lungo 5.000 metri (a fronte dei 3.186 metri dell’esistente); nel 2000 si arriva finalmente ad un progetto, perfezionato dall’ANAS, che prevede un nuovo tunnel quasi parallelo a quello esistente, a doppio senso di marcia, lungo 3.400 metri, con un costo di 294 miliardi di lire, stanziati metà dall’Italia e metà dalla Francia. Con la “legge Obiettivo” del 2001, per la prima volta vi è un intervento concreto dello Stato italiano: un milione di euro per la progettazione del nuovo tunnel, con caratteristiche turistiche e commerciali. I francesi però sono ancora propensi a raddoppiare la struttura, mentre gli italiani propendono per la costruzione di due nuove gallerie».

«Finalmente, nel 2005, a Roma la Commissione intergovernativa Italia-Francia approva la costruzione della nuova galleria di Tenda. L’opera deve terminare nel 2011 con un costo di 168 milioni di euro, 5 anni per la realizzazione, avvio dei lavori entro il 2007. Un anno dopo, il 25 settembre 2006 a Parigi la Conferenza intergovernativa Italia-Francia, stabilisce i tempi: dodici mesi per il progetto definitivo e l’appalto internazionale dei lavori; per la realizzazione 52 mesi per lo scavo del tunnel parallelo all’attuale, e altri 35 mesi per allargare la vecchia galleria. Costo: 54 milioni inseriti nella legge finanziaria, più altri 28 milioni nei successivi 4 anni, come da accordo di programma fra Governo, ANAS e Regione Piemonte. Mancano però 42 milioni: i costi nel frattempo erano lievitati rispetto al piano del 2006 e senza questa copertura non è possibile procedere all’appalto dei lavori».

«A febbraio 2009 il Consiglio di Amministrazione di ANAS approva il progetto definitivo. In Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il bando di gara europeo per l’assegnazione dei lavori: chi si aggiudica l’appalto deve redigere anche il progetto esecutivo. Apertura dei cantieri prevista entro il 2011 e la nuova galleria agibile per il 2017. A ottobre del 2012, l’ANAS approva il progetto esecutivo, che prevede la costruzione di due gallerie a senso unico di marcia per circa 3.300 metri di lunghezza. Nel 2014 i lavori però non sono ancora cominciati. E appena partono i lavori, nel 2016 cominciano le interruzioni. Una volta per crolli della galleria, un’altra volta per scongiurare la compromissione della falda acquifera che alimenta l’Acquedotto delle Langhe. Nel 2017 scoppia poi lo scandalo di alcuni dipendenti della società appaltatrice accusati di furto aggravato e frode in pubbliche forniture del tunnel. Il cantiere viene posto sotto sequestro. Ne consegue che nel 2018 il contratto con la Fincosit di Roma viene rescisso».

«A maggio 2019 vengono affidati al Consorzio Edilmaco di Torino (seconda classificata nella gara d’appalto) i lavori del Tenda bis. Per concludere i lavori (2024) vengono concessi 4 anni e 9 mesi, ripartendo dal 23 per cento realizzato da Fincosit. Ma i lavori effettuati in precedenza non sono stati fatti “a regola d’arte”. L’ANAS comunica così che “effettuerà un monitoraggio costante per seguire tutte le fasi dei lavori che sono aderenti al progetto approvato”. Nel frattempo tecnici, ambientalisti e amministratori insistono nel chiedere all’ANAS di cambiare il progetto: un tunnel a doppio senso di marcia per soccorso, ciclisti e pedoni. L’ANAS respinge le richieste. Nel contempo, Edilmaco congela i lavori per i fondi non sicuri e le troppe incertezze extra contratto».

«A febbraio 2020, dopo ben 31 mesi viene siglato a Roma fra l’ANAS e Edilmaco l’accordo per la ripresa dei lavori. Ma tra il 2 e il 3 ottobre 2020 si scatena nella zona del Colle di Tenda una disastrosa alluvione, che provoca 18 morti. I lavori vengono ancora sospesi. Il lato francese si presenta ora morfologicamente diverso rispetto all’epoca della redazione del progetto, per cui l’ANAS deve predisporre delle varianti. Si ritiene necessaria la nomina di un Commissario straordinario. I lavori del Tenda bis ripartono a giugno 2021, ma per finire l’intera infrastruttura servono altre risorse finanziarie: 76 milioni di euro in aggiunta ai 102 milioni e mezzo assegnati a Edilmaco all’atto del subentro alla Fincosit. Vengono confermati i tempi di realizzazione: nuovo tunnel a fine 2023, rifacimento della vecchia galleria entro fine 2025. Ad aprile 2022 Anas ed Edilmaco riavviano le operazioni di scavo del nuovo tunnel di Tenda nella canna in costruzione sul lato francese».

«Considerato infine che al Commissario straordinario per la ricostruzione della galleria, l’ingegner Nicola Prisco, nelle scorse settimane è stato offerto a mo’ di provocazione un soggiorno gratuito di una settimana a Limone, in provincia di Cuneo, per conoscere finalmente la valle Vermenagna, in quanto della sua presenza sul territorio non vi sarebbe traccia, poiché opera esclusivamente a 273 chilometri di distanza, cioè a Milano. Gli stessi “provocatori” locali hanno inoltre fatto notare che i politici francese, a partire dallo stesso presidente Macron, hanno più volte visitato la zona, interessandosi alla nuova costruzione».