Cuneo perde 41 milioni del PNRR: ma sarà vero? Ecco cosa è successo

7 settembre 2022 | 07:29
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Cuneo perde 41 milioni del PNRR: ma sarà vero? Ecco cosa è successo
Condutture dell'acqua potabile

Il Ministero delle Infrastrutture (Mims) ha assegnato 607 milioni di euro a 21 progetti volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti. Undici interventi interessano le regioni del Nord e del Centro e dieci quelle del Sud, nel rispetto della disposizione di legge che riserva almeno il 40% degli investimenti al Mezzogiorno. Il progetto della provincia di Cuneo non è stato ammesso.

Giancarlo Boselli, capogruppo degli Indipendenti nel consiglio comunale di Cuneo, chiede alla sindaca Patrizia Manassero di convocare con urgenza il presidente dell’Ato Mauro Calderoni, il presidente della Cogesi Emanuele Di Caro, il presidente e l’amministratore delegato dell’Acda Livio Quaranta. Tema: la notizia della bocciatura dell’Ato Cuneese sui finanziamenti per le perdite delle reti idriche. «Significa una perdita di oltre 41 milioni di euro».

A ruota il coordinamento provinciale di Forza Italia, per mano del suo segretario, il sindaco di Boves Maurizio Paoletti. «Con molta amarezza abbiamo appreso dell’esclusione del territorio provinciale».
Subito dopo il comitato cuneese “Acqua Bene Comune” rincara la dose: «I cittadini di tutta la provincia si vedranno caricati in bolletta i costi degli interventi, ormai non rimandabili, per l’eliminazione delle dispersioni delle tubazioni. Poco probabile un ripescaggio nella seconda tranche di progetti autunnale».

Ma è successo davvero? E come mai? Andiamo con ordine. Nel maggio scorso è stato definito un progetto denominato “Distribuzione 4.0: Innovazione, efficientamento e riduzione delle perdite della rete idrica cuneese”, approvato dalla Conferenza dell’Autorità di Ambito 4 del Cuneese (ATO 4 CN), l’ente che coordina e governa il ciclo idrico in tutta la Granda. Un piano ambizioso, del valore di oltre 41 milioni di euro, per partecipare al bando circa la distribuzione di 900 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), finanziato dall’Unione europea per il post Covid, con l’obiettivo di rivoluzionare e rendere efficiente ed intelligente la rete degli acquedotti della provincia di Cuneo.

Sono cinque i gestori che gravitano sulla provincia (“Cogesi” con “Acda”, “Calso” e “Infernotto”, “AlpiAcque”, “Alse”, “Tecnoedil” e “Mondo Acqua”) ed insieme hanno trovato un accordo riguardante 67 comuni per circa 5.218 km di rete e una popolazione di circa 345.000 persone.

Il 25 agosto arrivano i risultati del bando. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha assegnato, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), 607 milioni di euro a 21 progetti volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti. Undici interventi ammessi al finanziamento interessano le regioni del Nord e Centro (per complessivi 342 milioni di euro) e dieci quelle del Sud (per 265 milioni), nel rispetto della disposizione di legge che riserva almeno il 40% degli investimenti al Mezzogiorno. La richiesta dell’ATO 4 CN risulta “Non Ammessa” con la motivazione “d – Per mancanza dei requisiti di ammissione”.

Ulteriori 293 milioni di euro saranno assegnati al termine della seconda finestra temporale del bando che si chiuderà il prossimo ottobre, per consentire la partecipazione anche agli ambiti territoriali che hanno nel frattempo individuato il gestore del Servizio Idrico Integrato (ad esempio, il Molise, la Calabria, parte della Campania e della Sicilia).

Ieri è intervenuto il sindaco di Saluzzo e presidente dell’Ato 4 CN Mauro Calderoni. «Comprendo bene che la coincidenza con la campagna elettorale spinga alcuni colleghi amministratori e gruppi, comitati e partiti a strumentalizzare la notizia per cercare un po’ di visibilità, ma gli eccessi polemici non aiutano a capire. Ritengo utile quindi cercare di fare un po’ di chiarezza. Intanto l’Ato4 Cuneese non ha perso milioni di euro come dicono alcune di queste critiche strumentali. Su circa 180 domande presentate ne sono state accolte 21, quindi è più corretto dire che non siamo stati finanziati. Non è questione solo nominalistica, ma trattandosi di bandi non c’è ovviamente nessuna garanzia di finanziamento. È utile ricordarlo e ristabilire la prima verità oggettiva».
«In seconda battuta – prosegue il Presidente Calderoni – l’Ato non è proprietà esclusiva del presidente protempore, ma un ente assembleare, composto da molti amministratori che rappresentano tutto il territorio provinciale e che hanno orientamenti politico-culturali variegati, parecchi di loro vicini a chi oggi punta il dito contro l’Ato stesso. Stando così le cose, sembrerebbe superfluo sottolineare che l’impostazione del progetto non ammesso a finanziamento, finalizzata a coinvolgere l’intero territorio provinciale, è stata decisa all’unanimità dei componenti della Conferenza d’Ambito! Ricordo, a tal proposito, i complimenti del collega di Fossano, la cui appartenenza politica è lontanissima da me, per lo sforzo di armonizzare le differenze gestionali ancora presenti nell’ambito».
«La bocciatura su questa finestra del Pnrr – sostiene Calderoni – sembra dovuta alla parzialità del percorso di definizione della consortile pubblica Cogesi, ma stiamo approfondendo col Ministero per tornare in conferenza d’Ambito e capire come approcciare la prossima finestra di ottobre».