Spenti i ripetitori televisivi Mediaset: la protesta del Presidente UNCEM

4 luglio 2022 | 07:32
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Spenti i ripetitori televisivi Mediaset: la protesta del Presidente UNCEM
Il Presidente UNCEM Marco Bussone

Secondo Marco Bussone “Obbligare tutti ad acquistare e installare una parabola divide i cittadini e non è costituzionale; è indegno di un Paese moderno e di un moderno sistema delle telecomunicazioni”

Da ottobre 2021 è iniziato l’ennesimo “Switch Off”, una parola inglese che abbiamo imparato a conoscere guardando la TV. Il nuovo digitale terrestre ha imposto di spostare la trasmissione dei canali televisivi da una banda all’altra per liberare spazio da dedicare al 5G dei telefoni. In tutta Italia, chi prima, chi dopo, abbiamo fatto la “risintonizzazione” dei canali e, se non li vedevamo più anche dopo aver combattuto con il telecomando, non restava altro da fare che andare al centro commerciale per acquistare la TV smart nuova.

L’ennnesimo step è arrivato quale giorno fa, il 29 giugno 2022. Mediaset ha spento il Mux 4: i canali Rete4 provvisorio (104,504), Canale 5 provvisorio (105, 505), Italia 1 provvisorio (106, 506), TGcom24 (51,551) e le radio 101,  Monte Carlo,  105, Virgini Radio sono passati al Mux 1 Mediaset (canale 46 UHF). I canali Cine34 provvisorio (534), Focus provvisorio (535), Boing (540), Cartoonito (546) hanno cambiato frequenza e sono passati sul Mux 2 Mediaset (36 UHF). I canali Iris provvisorio (522) e La 5 provvisorio (530),  27 Twentyseven provvisorio (527), Mediaset Extra provvisorio (556), TopCrime provvisorio (539) sono passati nel Mux DFree (3D-Free canale 37 UHF).

Risultato? In alcuni comuni di montagna il Mux 4 si vedeva e adesso i Mux 1 e 2 non si vedono più. E alcuni abitanti delle “terre alte”, soprattutto proprietari di seconde case, sono rimasti senza canali Mediaset.

Il presidente nazionale della “Unione Comuni, Comunità, Enti montani” (UNCEM) Marco Bussone protesta vivacemente: «È Gravissimo, inammissibile lo spegnimento dei ripetitori Mediaset  sui territori montani italiani e nelle zone dei piccoli Comuni. Già lo spegnimento dei ripetitori di proprietà degli Enti locali montani, per il cambio di frequenze, a inizio 2022, era stato gravissimo: ora una situazione nuova e grave ai danni delle comunità locali».

«I Sindaci – continua l’UNCEM – sono arrabbiati e pronti alla mobilitazione. Il “digital divide” è gravissimo e pericoloso e aumenta di ora in ora. Intervenga subito il Governo, il ministero dello sviluppo economico (Mise)  per individuare urgenti soluzioni tecniche, vere e durature: si costringa la società Mediaset a riparare questo enorme danno, l’affronto alle aree interne e montane del Paese è gravissimo».
La soluzione per continuare a vedere i canali televisivi ci sarebbe, utilizzare il telefonino e un apparecchio chiamato Chromecast che costa meno di 30 euro e che, se applicato al vecchio televisore, replica il segnale dallo smartphone. Oppure installare sul tetto una parabola satellitare.

«Obbligare tutti ad acquistare e installare, con la spesa media di 300 euro, una parabola, divide i cittadini– sostiene ancora Marco Bussone – e non è costituzionale. Spegnere i ripetitori che servono bassi numeri di  ‘utenti’, come li chiamano loro, è indegno di un Paese moderno e di un moderno sistema delle telecomunicazioni, europeo ed italiano».