La Coldiretti chiede di uccidere i cinghiali e di aumentare il periodo di apertura della caccia

18 luglio 2022 | 08:34
Share0
La Coldiretti chiede di uccidere i cinghiali e di aumentare il periodo di apertura della caccia
Un cinghiale

Dopo l’incidente che ha provocato la morte di una donna di Villanova Mondovì e il ferimento del marito, il sindacato degli agricoltori sollecita interventi urgenti non solo a tutela delle campagne ma anche della sicurezza stradale e sanitaria

Il grave incidente stradale accaduto mercoledì 12 luglio a Villanova Mondovì, provocato da un cinghiale comparso improvvisamente sulla carreggiata stradale, che ha causato la morte di Marisa Verdirose, 55 anni, cassiera di un supermercato del paese, e del ferimento del marito, Davide Pipi, ora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Cuneo, ha costretto tutti i soggetti in qualche modo interessarti (Regione, Provincia, Associazioni) a concordare sul fatto che sia necessario intervenire per ridurre l’eccessiva proliferazione di cinghiali nella provincia di Cuneo ma in generale in tutto il Paese. Si chiede soprattutto di favorire gli abbattimenti che sono di appena l’uno per cento mentre si vorrebbe arrivare almeno al 25 per cento.

«Dopo tutte le segnalazioni, le manifestazioni, le denunce, le lettere inviate e tutte le azioni messe in atto in questi anni, è vergognoso che debbano ancora accadere fatti così gravi come l’incidente di Villanova Mondovì, nel quale ha perso la vita una donna – scrivono in un comunicato Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale -. La presenza incontrollata e sempre maggiore dei cinghiali sul territorio piemontese è stimata ad oggi intorno a 200 mila capi e, nonostante, lo scoppio, già da ormai 7 mesi, della Peste Suina africana, il numero degli abbattimenti è davvero esiguo: parliamo di 2000 cinghiali circa quando l’obiettivo è quello di arrivare ad almeno a 50 mila».

Gli esponenti di Coldiretti sostengono che l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette è rimasta lettera morta e che continua il ritardo nell’applicazione delle modifiche alla legge sulla caccia annunciate dal Governo. «La nostra Organizzazione ha condiviso e supportato la protesta degli assessori regionali all’Agricoltura di giovedí 13 luglio a Roma (che sollecitano un allargamento di due mesi della stagione venatoria e strumenti di contenimento dei cinghiali) perché servono interventi mirati e su larga scala. Non si tratta oltretutto, solo di un problema legato al mondo agricolo, come più volte abbiamo ribadito, ma di una situazione ormai insostenibile dal punto di vista sanitario e della sicurezza stradale».