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Dopo il blackout nel carcere di Cuneo, in tre con 245 detenuti riescono a sedare la rivolta

24 luglio 2022 | 09:14
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Dopo il blackout nel carcere di Cuneo, in tre con 245 detenuti riescono a sedare la rivolta
Casa circondariale di Cuneo

Otto sigle sindacali segnalano a Prefetto e Provveditore Regionale la situazione ormai insostenibile: «Da alcuni giorni i principali Uffici cosiddetti “essenziali” quali Ufficio Segreteria e Ufficio Comando sono chiusi per mancanza di personale e l’Ufficio Matricola è costretta a chiudere nelle ore pomeridiane in contrasto con la disciplina del settore».

Mercoledì scorso (20 luglio) la luce elettrica è mancata per quasi un’ora nella casa circondariale di Via Roncata a Cuneo, che in questo periodo ha 245 persone recluse, in prevalenza uomini. Per un’ora tutti sono rimasti al buio, con le telecamere di sicurezza anch’esse spente. Il sistema che dovrebbe assicurare le luce di emergenza non è entrato in funzione.

Il blackout ha interessato alcune sezioni detentive del Reparto Giudiziario ove sono allocati i detenuti “comuni”.  Alle 21.30 circa la luce è mancata nelle camere e nella Sala Video, ovvero il locale dove sono presenti i monitor della videosorveglianza, sempre presidiato da almeno un operatore. Nell’arco di pochi minuti è scattata una feroce forma di protesta nella Quarta Sezione.
I rappresentanti di otto sigle sindacali (SAPPE, OSAPP, UIL PA, SINAPPE, USPP, FNS-CISL, FSA CNPP e FP-CGIL) si sono prontamente e nuovamente rivolti al prefetto Fabrizia Triolo e ai massimi dirigenti dell’amministrazione penitenziaria per denunciare la situazione ormai insostenibile.

«Il carcere di Cuneo, già noto alle cronache penitenziarie per i recenti avvenimenti sovversivi, dove ormai è in bilico il rispetto delle regole e della regolare condotta – recita il documento dei sindacati – ha visto nuovamente coinvolti molti reclusi nel tentativo maldestro di prendere il controllo delle sezioni. La situazione è degenerata in atti di violenza mediante lanci di frutta, uova, olio bollente e cibo nel corridoio nei confronti degli agenti presenti. Sono state scagliate violentemente bombolette di gas che hanno causato esplosioni simili alle bombe carta tipiche degli “ultras” negli stadi di calcio. Non contenti per la dimostrazione di forza, i detenuti hanno pensato bene di incendiare anche alcuni fogli di carta e lasciarli cadere fuori dalle finestre, causando un principio di incendio nelle sterpaglie intorno alla struttura».
«In quel drammatico momento – continuano i dirigenti sindacali nella loro denuncia – in servizio nel padiglione, con quattro piani detentivi e con ben 245 reclusi, erano presenti solamente TRE poliziotti penitenziari, considerato che nel frattempo altre unità erano impegnate a salvare la vita ad un recluso che ha tentato il suicidio. Con un enorme sforzo e solamente grazie alle loro capacità e professionalità, sono riusciti a sedare la protesta nell’arco di poche ore. Testimoni oculari dell’accaduto nonché vittime di un sistema penitenziario ormai al collasso, il medico di guardia e il personale infermieristico in servizio che, al pari di un agente di pubblica sicurezza, sono costretti ad operare in condizioni ormai non più accettabili anche ben oltre il loro orario di lavoro».

Ovviamente nel periodo estivo, quando parte del personale è in ferie, quando il caldo rende tutti più stanchi e nervosi, possono esistere tensioni e proteste. Ma a Cuneo l’episodio di mercoledì scorso si è aggiunto ad uno stato di tensione esistente da tempo. Lunedì 11 luglio un altro caso di violenza  denunciato dalle varie sigle sindacali: un detenuto che doveva essere spostato di cella perché inagibile, sembra abbia creato non pochi problemi  rifiutando lo spostamento e insultando ed aggredendo tre agenti che hanno dovuto far ricorso al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino. Nella cella del detenuto è stato rinvenuto un micro-telefono cellulare perfettamente funzionante.

Le organizzazioni sindacali segnalano poi che «da alcuni giorni i principali Uffici cosiddetti “essenziali” quali Ufficio Segreteria e Ufficio Comando sono chiusi per mancanza di personale e l’Ufficio Matricola è costretta a chiudere nelle ore pomeridiane in contrasto con la disciplina del settore».
Per questi motivi le organizzazioni sindacali preannunciano che attueranno come forma di protesta la “astensione dalla mensa” e lo sciopero “bianco” ossia il rigoroso rispetto degli ordini di servizio.