Importante scoperta scientifica, il capo team è uno scienziato cuneese

8 giugno 2022 | 07:31
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Importante scoperta scientifica, il capo team è uno scienziato cuneese
Giuseppe Marra

Il gruppo, che comprendeva ricercatori dell’Università di Edimburgo, del British Geological Survey, dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica e di Google, ha testato la tecnica su un collegamento in fibra ottica sottomarino intercontinentale lungo 5.860 km tra il Regno Unito e il Canada

I nuovi “social” sono un mare di notizie e informazioni proprio come una volta lo erano i bar di paese, dove si trovava chi raccontava tutto di tutti. E in Facebook troviamo la notizia data da Felice Marra, che tutti conoscono a Cuneo e nella provincia per aver inventato quella grandissima comunità di amici conosciuta come “Cuneo2night”.

Scriveva Marra ieri sera sulla sua pagina: «Mio fratello a Londra fa lo scienziato ed è già alla seconda pubblicazione su Science per il sistema innovativo che si è inventato in grado di “sentire” i terremoti tramite le fibre ottiche sottomarine».

Curiosi, andiamo a vedere di cosa si tratta. Felice Marra rimanda al sito italiano “La Svolta” che a sua volta riporta la notizia pubblicata dal National Physical Laboratory (NPL) del Regno Unito, dove Giuseppe Marra è Principal Research Scientist del dipartimento “Time and Frequency”.

Qui troviamo davvero il link alla rivista statunitense famosa per la sua autorevolezza (la trovate a questo indirizzo). Science è una rivista scientifica pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science, ed è considerata una delle più prestigiose in campo scientifico, insieme a Nature. Riceve un’immensa quantità di articoli, dei quali solo una piccolissima parte, accuratamente scelta, viene pubblicata.

Ebbene, gli scienziati di NPL, capitanati dall’expat di Cuneo Giuseppe Marra, hanno dimostrato con successo una nuova tecnica dirompente che trasforma i cavi elettrici e di telecomunicazione sottomarini in “array” di sensori ambientali. La nuova tecnica ha il potenziale per rivoluzionare il monitoraggio della terra, consentendo agli scienziati di acquisire per la prima volta dati ambientali continui e in tempo reale dal fondo dei mari e degli oceani.

Nonostante la significativa espansione delle capacità di rilevamento, si spiega nel documento, i mari e gli oceani oggi rimangono ancora per lo più non monitorati. Solo una manciata di sensori permanenti del fondo oceanico esistono a livello globale, poiché l’installazione e la manutenzione sono tecnologicamente impegnative e proibitive. Ciò lascia un enorme divario nei dati geofisici, limitando la nostra comprensione della struttura della Terra e del suo comportamento dinamico.

Il lavoro precedente di NPL e dei suoi partner nel 2018 ha mostrato che i cavi sottomarini potrebbero essere riutilizzati come sensori per il rilevamento di terremoti sottomarini utilizzando tecniche interferometriche ultra stabili. Tuttavia, un cavo poteva fungere solo da sensore singolo e le misurazioni erano limitate solo alle modifiche integrate sull’intera lunghezza del cavo. La nuova ricerca dimostra come alcuni cavi possono essere convertiti in una serie di sensori anziché in un singolo sensore.

Il team guidato da NPL, che comprendeva ricercatori dell’Università di Edimburgo, del British Geological Survey, dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica e di Google, ha testato la tecnica su un collegamento in fibra ottica sottomarino intercontinentale lungo 5.860 km tra il Regno Unito e il Canada. Il cavo, fornito da EXA Infrastructure, è la più grande piattaforma di infrastruttura digitale dedicata che collega l’Europa e il Nord America.

Il team ha mostrato il rilevamento di terremoti e segnali oceanici, come onde e correnti, su singoli intervalli tra ripetitori sparsi sull’intera connessione transatlantica. La fibra ottica in ciascuna campata fungeva da sensore. Questa ricerca apre anche alla possibilità di monitorare altri fenomeni naturali, ad esempio migliorando la nostra comprensione dei flussi di acque profonde, compreso il rallentamento della Corrente del Golfo a causa dell’aumento delle temperature globali. Inoltre, i risultati della ricerca forniscono prove che il metodo potrebbe essere potenzialmente utilizzato per rilevare gli tsunami.
Dal sito NPL apprendiamo che Giuseppe Marra ha intrapreso gli studi universitari al Politecnico di Torino, in Italia, e gli studi post-laurea presso l’Optoelectronics Research Center di Southampton, nel Regno Unito, ed è entrato a far parte di NPL nel 2002.