Cuneo, nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria

1 giugno 2022 | 12:10
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Cuneo, nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria
Cuneo, nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria
Cuneo, nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria
Cuneo, nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria

Plafond nazionale di 150 miliardi di euro: sostenibilità, innovazione e transizione digitale, rafforzamento patrimoniale, sostegno alle filiere e capitale umano al centro della collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria per dare nuove prospettive di crescita all’industria, in coerenza con il PNRR

Si è svolta oggi a Cuneo, nella sede di Confindustria Cuneo in Via Vittorio Bersezio 9, la presentazione del nuovo accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese. Un accordo basato sul percorso congiunto “Disegnare il futuro: Competitività, Innovazione, Sostenibilità” che mette a disposizione 12,5 miliardi di euro per le imprese del Piemonte, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita e in coerenza con il PNRR.

Alla presenza di numerosi imprenditori del territorio hanno aperto i lavori Mauro Gola, Presidente Confindustria Cuneo, e Andrea Perusin, Direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo. Riccardo Chiapello, Direttore Commerciale Imprese Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo, ha spiegato i contenuti dell’accordo nonché le prime iniziative congiunte. Romina Galleri, della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, ha commentato lo scenario economico in cui sono chiamate a operare le imprese regionali, introducendo così le tematiche di maggiore interesse per il sistema produttivo locale approfondite nella tavola rotonda moderata dal Direttore di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio, cui hanno preso parte Andrea Perusin, Alberto Biraghi, Presidente Piccola Industria Confindustria Cuneo e Presidente regionale di Piccola Industria, e Giovanni Battista Mantelli, Consigliere Delegato Venchi SpA.

L’accordo presentato oggi alle imprese cuneesi – di durata triennale e firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere, sostenibilità e capitale umano.

«Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione nei confronti del tessuto imprenditoriale piemontese mettendo in campo un plafond di 12,5 miliardi di euro e rinnovando l’azione congiunta con Confindustriadichiara Andrea Perusin, Direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa SanpaoloLe imprese di questo territorio hanno mostrato un’elevata capacità di reazione durante i periodi più duri della pandemia, oggi sono chiamate ad affrontare l’ulteriore sfida di una svolta verso la transizione ambientale e digitale, ancora più necessaria a fronte della complessità dei nuovi scenari geopolitici ed energetici. Continuiamo quindi ad essere al loro fianco per superare questa fase di rinnovata incertezza e dare vita a un’economia strutturalmente più robusta, sostenendone gli investimenti, in particolare quelli orientati ai criteri ESG e ai principi dell’economia circolare, aiutandole a ripararsi dal caro energia, valorizzando i rapporti di filiera. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare nell’arco del PNRR erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI.»

Commenta il Presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola: «Creare nuove prospettive di crescita sostenibile è uno step fondamentale per dare ossigeno alle imprese che, all’uscita dalla crisi pandemica, si trovano a fare i conti con il rincaro delle commodity, con il caro energia e con un conflitto alle porte dell’Europa che sta avendo forti ripercussioni sull’intero tessuto produttivo italiano. L’accordo, firmato da Confindustria con Intesa Sanpaolo, è uno strumento concreto, capace di adeguarsi, di volta in volta, a contesti operativi diversi, per dare una risposta efficace ai bisogni delle aziende, di fronte all’ulteriore sfida di una svolta verso la transizione ambientale e digitale, ancora più necessaria a fronte della complessità dei nuovi scenari geopolitici ed energetici.»

L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.

La provincia di Cuneo è caratterizzata da unaforte vocazione industriale, pari al 33,6%, una percentuale decisamente superiore a quanto osservato in Italia (23,9%), ma anche in Piemonte (28,8%). L’industria di questo territorio può far leva su una buona diversificazione produttiva e un’alta competitività sui mercati esteri (è cuneese il 19,2% dell’export piemontese). I settori di specializzazione territoriale sono: l’industria delle Bevande (vini in primis), la fabbricazione di Gomma e materie plastiche, le industrie Alimentari, l’Automotive, l’industria del Legno, la Meccanica e i prodotti e materiali da Costruzione. Nell’area del cuneese insistono anche tre distrettiindustriali costantemente monitorati da Intesa Sanpaolo: Dolci di Alba e Cuneo, Nocciola e frutta piemontese e Vini di Langhe, Roero e Monferrato.

La competitività di questo territorio si manifesta soprattutto sui mercati esteri. Lapropensione all’exportè particolarmente elevata: le esportazioni sfiorano, infatti, il 50% del valore aggiunto (48,5% per la precisione), una percentuale superiore a quella osservata in Piemonte (36,1%) e in Italia (29,3%). Nel 2021 l’export ha toccato quota 9,1 miliardi.Tra il 2008 e il 2021 si è registrato un aumento delle vendite all’estero pari a 3 miliardi di euro (+49,5%). Per performance e presenza sui mercati esteri spiccano Agro-alimentare, Automotive, Bevande (Vini), Meccanica e Gomma e Plastica, tutti con aumenti superiori ai 300 milioni di euro tra il 2008 e il 2021. Le esportazioni cuneesi hanno mostrato una buona resilienza anche durante il Covid; nonostante la pandemia infatti il calo nel 2020 è stato contenuto al 6,9% e nel 2021 le esportazioni hanno superato i livelli 2019 del 7,8%.

L’ampio avanzo commerciale della provincia di Cuneo, pari a 4,5 miliardi di euro nel 2019 e pari a 3,7 miliardi di euro nel 2021, offre una misura sintetica della capacità di questo territorio di creare valore aggiunto, occupazione e ricchezza. Basti pensare che il tasso di disoccupazione è pari al 4,7%, su livelli del tutto fisiologici e molto basso rispetto al dato piemontese (7,6%) e italiano (9,3%).

La forte vocazione industriale del territorio, tuttavia, non è accompagnata da un’alta intensità brevettuale (numero di brevetti registrati all’European Patent Office per milione di abitanti: 91,7), buona ma nettamente inferiore se confrontata al dato piemontese (112,7), probabilmente a riflesso della bassa specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità tecnologica (1,9 ogni 100 addetti, contro il dato piemontese di 5,1). Probabilmente sul territorio sono più diffusi processi di innovazione che passano attraverso meccanismi di diffusione della conoscenza tacita.

Oltre all’industria, nell’economia del territorio ha una grande importanza anche l’agricoltura: il 12,4% degli occupati lavora nel settore agricolo (4,6% in Piemonte e 5,7% in Italia), con un’incidenza sull’economia del valore aggiunto del settore del 5,1%, più alto del dato piemontese (1,7%) e italiano (2,2%). L’agricoltura e le specialità tipiche del territorio sono fortemente interconnesse con l’industria, dal momento che per alcuni settori ne costituiscono la materia prima (ad esempio vini e nocciole) e con il turismo, poiché costituiscono motivo di attrazione di visitatori.

Il conflitto in Ucraina penalizzerà in parte l’export della provincia di Cuneo che nel 2021 ha esportato verso Russia e Ucraina 226,3 milioni di euro, con un’incidenza di questi mercati sul totale esportato del 2,5%. Il punto di massimo dell’export verso questi territori era stato raggiunto nel 2007 con 254 milioni di euro e un peso del 4,2% sul totale. Alcuni settori risultano ancora esposti: tra questi spiccano le Bevande (3,5%) e la Meccanica (4,1%).

Il maggiore canale di trasmissione della guerra è rappresentato dai rincari dei prezzi delle materie prime. Il balzo dei prezzi di petrolio e, soprattutto, del gas naturale, penalizzerà in modo significativo il reddito disponibile dei consumatori e i margini delle imprese con effetti sia sui consumi che sugli investimenti.

Il conflitto in Ucraina rendeancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani che come il Cuneese sono caratterizzati dalla presenza di filiere strutturate a livello locale.

I prossimi anni saranno dunque decisivi per l’economia italiana e anche per quella cuneese. Il PNRR potrà favorire un intenso processo di riforme per poter rilanciare investimenti in digitale, transizione green, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare a giovani, donne e precari.