La ministra Fabiana Dadone commenta l’uscita del collega Di Maio e subito interviene Di Battista

26 giugno 2022 | 09:12
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La ministra Fabiana Dadone commenta l’uscita del collega Di Maio e subito interviene Di Battista
La foto postata da Fabiana Dadone a corredo del suo post

«Ancora una volta Signora Ministro il problema sono io – scrive Di Battista -, un libero cittadino che vive del proprio lavoro (senza essere pagato con denaro pubblico a differenza sua). Il problema sono io, sempre io»

La ministra Fabiana Dadone, monregalese di nascita e carrucese di adozione, è probabilmente rimasta spiazzata come tanti altri dalla sorpresa di veder uscire dal Movimento 5 Stelle il collega ministro Luigi Di Maio insieme con alcune decine di deputati e senatori, ma prima di tutto “colleghi di partito”, anche se i “portavoce”  respingevano e forse respingono ancora questa definizione. Ha aspettato un paio di giorni, ma infine giovedì 23 giugno, alle 19:15, in epoca di social, ha scritto il suo pensiero sulla pagina Facebook.

«Perdere tanti colleghi ed amici senza preavviso – ha scritto – ha spiazzato tutti ed ammetto che sono giorni in cui è importante fare autocritica ma senza rinnegare chi siamo, perché siamo qui e perché è importante non commettere altri errori. Lasciatemi però dire che non ritengo un errore la fiducia nel prossimo, la tolleranza e il rispetto reciproco».
«Abbiamo una responsabilità di governo dal 2018 – prosegue il sofferto post – che non abbiamo ceduto nonostante i costanti giochi di palazzo, dal Papeete alle bugie sul MES. Non dimentico che governiamo e gestiamo i soldi avuti dall’Europa grazie alla capacità contrattuale di Giuseppe Conte. Così come gli sforzi diplomatici per la pace di Luigi Di Maio sono innegabili. So che è più facile far saltare il banco ad agosto, non sarebbe neanche una novità, ma non abbiamo mai cercato soluzioni semplici a problemi complessi. Non esistono. Le sirene degli uomini della provvidenza che ci vogliono fuori dal governo dovrebbero restare in vacanza».
«Andiamo avanti a testa alta – conclude Fabiana Dadone – anche se restiamo vittime di noi stessi quando pensiamo di lottare con un braccio legato dietro alla schiena, quando ci poniamo regole rigide mentre nessuno degli avversari le rispetta».
I commentatori si sono sbizzarriti: da giovedì a sabato i commenti sono stati 3147. Molti invitano a rimanere al governo, altri chiedono di dire basta e di dimettersi, come Valentina Sganga, candidata sindaca di Torino alle amministrative di ottobre, che scrive: «Fabiana, sinceramente, sei una dei pochi di noi che realmente mi spiacerebbe non avere più come ministra, ma ci sono momenti in cui bisogna dire “basta”». La Sganga, come tutto il gruppo di Torino, ad eccezione di Laura Castelli, vice ministro all’economia, è fedele alla linea Conte: Chiara Appendino, Sarah Disabato, Ivan Marinetti e Sean Sacco“sostengono il percorso intrapreso dal presidente Giuseppe Conte ed appoggiato a larghissima maggioranza dagli iscritti della nostra comunità”.
Qualcuno chiede se il riferimento agli uomini della provvidenza che dovrebbero rimanere in vacanza sia indirizzato ad Alessandro di Battista e proprio l’ex compagno di politica, che i giornali dicono sia in questi giorni in Russia, interviene nel dibatito.
«Ancora una volta Signora Ministro il problema sono io – scrive Di Battista -, un libero cittadino che vive del proprio lavoro (senza essere pagato con denaro pubblico a differenza sua). Il problema sono io, sempre io. Mica Renzi con il quale governa. Mica l’ignobile legge Cartabia che ha avuto il coraggio di votare. Mica Brunetta che le siede accanto nel CDM. Mica l’avvocato di Berlusconi sottosegretario alla giustizia. Siete diventati ciechi. O qualcosa vi ha accecato. Auguri».