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Il Buongiorno di Cuneo24

17 giugno 2022 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1970 si giocava la partita del secolo: Italia-Germania

Cuneo. Il sole è sorto alle 5:40 e tramonta alle 21:22. Durata del giorno quindici ore e quarantadue minuti.

Santi del giorno
Sant’Adolfo, vescovo.
Santi Nicandro e Marciano, martiri.
San Ranieri di Pisa.

Avvenimenti
1905 – Volo del primo dirigibile italiano. Circa 150mila lire, la cifra che occorse allo scienziato Almerico da Schio per mettere assieme i pezzi, fatti arrivare da varie parti d’Europa, con cui costruì l’Aeronave Italia, primo dirigibile italiano ad alzarsi in volo. Il progetto prese forma nel 1884 dalla collaborazione tra il conte Almerico e il professor Pasquale Cordenons. Alla morte di quest’ultimo il primo continuò da solo, allestendo un cantiere nel 1902 e costituendo l’Associazione in partecipazione per la costruzione e l’eventuale esercizio della prima aeronave. Alle 5,40 del 17 giugno del 1905 l’Aeronave Italia, guidata dal pilota Ettore Cianetti, si alzò in volo dal prato della fattoria Caussa, a Schio (provincia di Vicenza). Il velivolo era costituito da un involucro (lungo 37 m e appuntito a poppa e a prua) e da una navicella legata al primo con corde di seta. La propulsione era garantita dall’elica e dal motore posti a prua, mentre la direzione si regolava attraverso il timone collocato a poppa. L’impresa venne ripetuta altre quattro volte, in un’occasione alla presenza della Regina Margherita. Appassionato di studi matematici e di meteorologia, Almerico è considerato un pioniere dell’aviazione italiana e per questo nel 2005, in occasione del centenario della sua impresa, gli è stato dedicato un francobollo.
1944 – L’Islanda diventa indipendente dalla Danimarca e forma una repubblica.
1972 – Scandalo Watergate. Un vigilante scopre cinque scassinatori in azione nella sede del Partito Democratico al Watergate Hotel di Washington. Ben presto la polizia si rende conto di non trovarsi di fronte a un banale tentativo di furto, ma a una vera e propria azione di spionaggio orchestrata dallo staff del presidente Richard Nixon (membro del Partito Repubblicano), poi costretto alle dimissioni. Il mancato blitz, motivato dalla necessità di riparare le microspie precedentemente installate, rientra in una più vasta azione di boicottaggio nei confronti del movimento pacifista, contrario alla guerra in Vietnam, che l’amministrazione Nixon è intenzionata a portare avanti. La vicenda sale alla ribalta della cronaca grazie a due reporter d’assalto del Washington Post: Bob Woodward e Carl Bernstein, insigniti del premio Pulitzer proprio per l’inchiesta Watergate, dal nome dell’albergo che ospitava la sede dei Democratici americani. I due beneficiano delle rivelazioni di una fonte istituzionale, tenuta segreta e ribattezzata gola profonda (nel 2005, William Mark Felt, all’epoca dei fatti numero due dell’FBI, ammetterà di esser stato lui). Da quel momento il suffisso -gate entrerà nel linguaggio giornalistico come sinonimo di scandalo. Il film più famoso, tra quelli ispirati al Watergate, è Tutti gli uomini del presidente (1976) con Robert Redford e Dustin Hoffman nei panni dei due reporter.
1983 – Caso Tortora. Alle 4 del mattino di un venerdì di giugno, i Carabinieri bussano alla porta del noto presentatore televisivo Enzo Tortora, presso l’Hotel Plaza di Roma. Per lui scattano le manette con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Per Tortora, all’apice della carriera grazie al successo della trasmissione Portobello, inizia una lunga odissea giudiziaria destinata a concludersi quattro anni più tardi con la piena assoluzione. Si scopre che il castello delle accuse reggeva su un cognome, Tortona, trovato nell’agendina rossa di un camorrista e confuso con quello del presentatore. La vicenda Tortora resta, nell’immaginario collettivo, il più eclatante caso di mala giustizia nei confronti di un cittadino.

Nati in questo giorno
Elisa Rigaudo – Nata a Cuneo (in Piemonte), è un’atleta specializzata nella marcia. Corre per il Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle ed è allenata dal 2000 da un altro campione di questa disciplina come Sandro Damilano. I suoi migliori piazzamenti internazionali, ottenuti nella marcia 20 km, sono il terzo posto agli Europei di Göteborg 2006 e il bronzo ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, sotto una forte pioggia. Da ricordare anche il sesto posto ai Giochi di Atene 2004, il quarto ai Mondiali di Daegu 2011 e il settimo alle Olimpiadi di Londra 2012, comunque miglior risultato dell’atletica femminile ai Giochi inglesi. Nell’aprile 2010 è stata una delle identità misteriose nella trasmissione di Frizzi “I soliti ignoti”. Compie 42 anni.
Ken Loach – L’impegno sociale e il rifiuto della società borghese e capitalistica connotano il cinema di uno dei più autorevoli registi contemporanei, stimato da pubblico e critica, inviso a politici e governanti. Nato a Nuneaton, nelle regioni centrali dell’Inghilterra, Kenneth “Ken” Loach fa proprie le istanze della classe operaia, prendendo spunto dai genitori, entrambi operai. La radicale adesione al socialismo si traduce, nei suoi film, nella scelta di personaggi sfruttati, come emigrati e disoccupati, in cerca di riscatto contro la società ingiusta. I titoli più apprezzati sono “Terra e libertà” (1995), “My Name Is Joe” (1998), Il vento che accarezza l’erba (Palma d’oro al Festival di Cannes 2006), “Il mio amico Eric” (Premio della Giuria a Cannes 2009). Lontano dai riflettori di Hollywood, raccoglie riconoscimenti in tutte le principali manifestazioni cinematografiche, su tutti il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia nel 1994 e l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino 2014. Nel 2016 trionfa nuovamente a Cannes con I, Daniel Blake, che porta a casa la Palma d’oro come “miglior film”. Nel novembre 2019 è il regista del film drammatico Sorry We Missed You. Festeggia 86 anni.

Eventi sportivi
1970 – Italia – Germania Ovest: La partita del secolo (il Novecento!) è Italia – Germania Ovest 4-3, semifinale dei Mondiali di calcio di Messico ’70, giocata nello stadio Azteca di Città del Messico. L’Italia scende in campo con: Albertosi, Burgnich, Facchetti, Bertini, Rosato, Cera, Domenghini, Mazzola, Boninsegna, De Sisti, Riva. Il Commissario Tecnico Ferruccio Valcareggi sceglie nuovamente la staffetta tra l’interista Mazzola e il milanista Rivera (Pallone d’oro 1969), con il primo nella formazione iniziale. Dopo appena otto minuti, Boninsegna porta in vantaggio gli azzurri, che per i successivi ottanta minuti preferiscono controllare il gioco puntando sui contropiedi e confidando negli interventi decisivi del portiere Albertosi. Terminano i novanta minuti regolamentari, l’Italia tutta crede di essere già in finale ma il destino, per far diventare storica e indimenticabile questa partita, si serve dell’arbitro messicano Arturo Yamasaki Maldonado che non fischia la fine (non esistono ancora i minuti di recupero!), dando la possibilità, due minuti dopo, al “milanista” Karl-Heinz Schnellinger di portare le squadre in perfetta parità. Il telecronista Martellini definisce “clamoroso” il tempo ulteriore concesso dal direttore di gara. Iniziano così i tempi supplementari, con la Germania che passa subito in vantaggio con Muller, al quale però risponde il difensore italiano Burgnich. Con un contropiede vincente di Riva, l’Italia passa in vantaggio allo scadere del primo tempo supplementare. La tensione è forte anche in Europa, dove i tifosi rimangono incollati ai televisori, nonostante ormai sia notte inoltrata. L’altalena nel risultato continua nel secondo tempo: al quinto minuto i tedeschi pareggiano con Muller; dopo un minuto, con un’azione di squadra, Rivera (subentrato a Mazzola nel secondo tempo regolamentare) fissa il risultato memorabile sul 4 a 3. L’Italia, dopo trentadue anni, è in finale di Coppa Rimet e la notte è tutta azzurra, con la gioia degli sportivi scesi in strada e nelle piazze a festeggiare.

Proverbio/Citazione
Giugno ha tesori in pugno: raccolti e promozioni, nozze e delusioni.
“Se magari dicessimo la verità riguardo al passato, potremmo essere onesti con il presente” Ken Loach