“La frutta non può aspettare sugli alberi, chi ha il Reddito di cittadinanza venga ad aiutarci”

22 giugno 2022 | 07:01
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“La frutta non può aspettare sugli alberi, chi ha il Reddito di cittadinanza venga ad aiutarci”
Raccolta della frutta

Coldiretti Cuneo: “Occorre offrire ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani, l’opportunità di collaborare temporaneamente alle attività nei campi”. A fronte della richiesta di 1500 migranti per la provincia Granda, ne sono stati autorizzati meno del 20 per cento. E la piattaforma informatica ha avuto oltre un mese di blackout non permettendo neppure di “stabilizzare” i lavoratori già presenti da tempo sul territorio

Una volta, al tempo dei “boomers”, era abitudine nel mondo rurale aiutarsi a vicenda nella raccolta della frutta. Giovani studenti e anziani, vicini di casa e parenti lontani, tutti erano mobilitati. Adesso non si può, bisogna aspettare che qualcuno arrivi dall’Africa o dall’India per fare il lavoro più semplice del mondo, raccogliere i frutti della terra. Ma gli arrivi sono regolati dallo Stato: a febbraio si presenta la domanda, ovviamente solo per via telematica, e poi il Ministero Competente autorizza.

La Coldiretti Cuneo denuncia la situazione disastrosa che vivono i frutticoltori, costretti a subire le lungaggini del sistema e a fare i conti con l’aumento dei costi e le difficoltà economiche conseguenti al conflitto in Ucraina. «Nel primo giorno d’estate, con le raccolte nei frutteti alle porte, risulta rilasciato soltanto il 18% dei nulla osta necessari all’ingresso di 1.450 lavoratori stagionali extracomunitari in Provincia di Cuneo, ammessi con il Decreto Flussi». Dunque, a fronte della richiesta di 1500 migranti, ne sono stati autorizzati meno del 20 per cento, meno di 300.

«La piattaforma informatica che gestisce il rilascio dei nulla osta è stata ripristinata dopo oltre un mese di blackout – continua Coldiretti – e permangono grandi difficoltà operative. Ad esempio è ancora senza risposta la maggior parte delle domande di “conversione” degli stagionali già presenti che le imprese vorrebbero stabilizzare ma che, paradossalmente, non possono assumere».

«Una situazione insostenibile che rischia di mandare in fumo un’annata che, nonostante la siccità, si preannuncia abbondante. I produttori guardano alle imminenti raccolte con la preoccupazione di dover lasciare la frutta sugli alberi per carenza di manodopera» denuncia il Presidente  Enrico Nada, che continua: «Il ritardo è difficilmente recuperabile, perché gli imprenditori dovranno aspettare almeno un mese prima di avere a disposizione gli stagionali extracomunitari richiesti a febbraio».

La soluzione viene proposta dal Direttore di Coldiretti, Fabiano Porcu. «Sono indispensabili misure che riducano il costo del lavoro stagionale e semplifichino radicalmente le procedure di assunzione. Con strumenti concordati con i sindacati, occorre offrire ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani l’opportunità di collaborare temporaneamente alle attività nei campi. Tutto questo ancor più alla luce degli attuali scenari in cui è necessario garantire l’approvvigionamento alimentare in un momento particolarmente delicato con speculazioni, rincari, mancanza di alcuni prodotti e blocchi alle esportazioni causati dalla guerra tra Russia e Ucraina».

Difficilmente una richiesta del genere sarà presa in considerazione, ma poi non ci si deve lamentare perchè la frutta è rincarata o perchè arriva da lontano, mentre a pochi chilometri di distanza rimane sugli alberi o nei campi.