Andrea Marandola, il 23enne bovesano anima del Pride cuneese

12 giugno 2022 | 09:55
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“Vedevo un mare infinito di gente, quando ci siamo ritrovati all’altezza di Arione, guardando verso Piazza Europa, non riuscivo a vedere la fine. Quando mi hanno detto che le persone erano cinquemila non ci potevo credere, mai avrei pensato di trovarmi uno spettacolo tale sotto gli occhi. Avremmo dovuto occupare una sola carreggiata, ma c’era gente ovunque e i portici erano invasi. Una sensazione bellissima. E’ stata una tranquilla e partecipata manifestazione d’amore dove quello che conta è solo il volersi bene”

Sono ancora nelle orecchie e negli occhi di chi li ha vissuti i colori e i suoni che nella giornata di sabato 4 giugno hanno animato la città di Cuneo. Un fiume colorato formato, secondo gli organizzatori, da circa cinquemila persone che hanno sfilato in quello che è stato il primo Pride nella storia della città, per manifestare pacificamente contro le discriminazioni e per i diritti della comunità LGBTQ.

Una manifestazione che, al lato istituzionale che apriva il corteo, ha unito una vera e propria festa che si è sviluppata nel centro del gruppo dove su un camioncino adibito a discoteca ambulante, autentico mattatore e trascinatore dell’evento è stato Andrea Marandola, 23enne che vive a Boves e lavora a Cuneo come parrucchiere da 7 anni. Ha un fidanzato da un anno e mezzo e una famiglia che lo supporta in ogni aspetto della sua vita. Sua mamma è la sua prima supporter e insieme al papà lo segue e lo aiuta nelle iniziative che porta avanti, e sua sorella Marta è la sua spalla. L’abbiamo vista, infatti, sul camioncino insieme a lui: “Ha sei anni in meno di me ed è una forza della natura” ci spiega Andrea che aggiunge “non abbiamo mai litigato, e tanto di quello che faccio e sono lo devo a lei”.

Andrea ha la passione per la recitazione (fa parte della “Compagnia degli Episodi” di Elide Giordanengo di Boves), un aspetto che lo ha certamente aiutato nel muoversi con disinvoltura pur avendo di fronte un pubblico che sicuramente non immaginava così vasto: “fin da quando ero piccolo mi sono state affidate parti da protagonista e non mi è difficile improvvisare, forse è proprio per questo che mi hanno scelto come front man”. Le canzoni del Pride, naturalmente, non sono state scelte a caso, anzi, si tratta di un aspetto della manifestazione curato nei minimi dettagli, anche se gestito in meno di una settimana: “Abbiamo ricevuto una chiavetta con della musica da mixare e grazie all’aiuto dei miei amici che hanno strumentazione e passione per la musica abbiamo messo insieme le tracce e attrezzato in pochissimo tempo il camioncino per la sfilata. Non conoscevo l’ordine delle canzoni, ho improvvisato ogni singola parola e movimento, ma è stato facile perchè avevo sotto i miei occhi tantissima gente che mi trasmetteva energia, sono contento di come sono riuscito a gestire il tutto nonostante fosse la prima volta per me”.

Andrea, dall’alto del camioncino, aveva una vista privilegiata: “Vedevo un mare infinito di gente, quando ci siamo ritrovati all’altezza di Arione, guardando verso Piazza Europa, non riuscivo a vedere la fine. Quando mi hanno detto che le persone erano cinquemila non ci potevo credere. All’inzio ne attendevamo mille, poi le previsioni hanno iniziato a salire, ma mai avrei pensato di trovarmi uno spettacolo tale sotto gli occhi. Teoricamente avremmo dovuto occupare una sola carreggiata. ma c’era gente ovunque, i portici erano invasi dalla gente. Una sensazione bellissima. E’ stata una tranquilla e partecipata manifestazione d’amore dove quello che conta è solo il volersi bene. Occhi che giudicavano ce n’erano, ovviamente, anche se pochi in questa specifica occasione. Io personalmente ho ricevuto complimenti da tantissima gente, e tanti sono stati davvero inaspettati. Come associazione non pretendiamo di cambiare la visione delle persone nei confronti della diversità sessuale con una manifestazione, il cammino è ben più lungo, ma quello che è successo sabato 4 giugno è stato un grande passo avanti. Abbiamo avuto la possibilità di esprimerci e in tanti ci hanno ascoltato e seguito. Cuneo è una città molto chiusa e il lavoro da fare è ancora tanto, ma siamo fiduciosi che qualcosa stia cambiando”.

“Andrea è uno che butta il cuore oltre l’ostacolo e diventa l’esempio per tutti – ci dice Elisabetta Solazzi presidente di Arcigay Cuneo GrandaQueer. – Siamo molto contenti che ci sia stata tanta partecipazione, il Pride è un momento identitario e libero e ognuno l’ha vissuto come desiderava. Noi siamo contenti perché abbiamo raccolto tante persone che spesso ci raccontano un sentimento di solitudine; non siamo soli siamo tanti e sabato l’abbiamo visto. Cuneo è pronta a lasciare indietro chi ancora fa questioni sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e non riconosce le famiglie omogenitoriali come una sfumatura della nostra società civile”.