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Manca un mese al 12 giugno e pochissime persone conoscono i cinque quesiti oggetto di referendum abrogativo

12 maggio 2022 | 08:23
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Manca un mese al 12 giugno e pochissime persone conoscono i cinque quesiti oggetto di referendum abrogativo
Referendum

Oltre al rinnovo di sindaci e consigli comunali, si deve anche votare sui cinque punti in materia di giustizia proposti da Lega e Radicali

Manca un mese esatto al 12 giugno, quando saremo chiamati a votare per rinnovare i sindaci e i consigli comunali di 970 comuni, tra cui 21 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di regione, ma nello stesso giorno dovremo votare anche per i cinque referendum abrogativi sulla giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali e moltissime persone non sanno ancora il contenuto dei quesiti.

Tra i referendum, uno chiede di abrogare la legge Severino nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva. Un altro chiede di abolire la raccolta delle firme per presentare la candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura. Ce ne sono poi un terzo che chiede di ridurre i reati per cui è consentito il ricorso alle misure cautelari in carcere e un quarto che chiede la separazione delle carriere dei magistrati: l’idea è obbligarli a scegliere all’inizio della carriera se esercitare la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Il quinto referendum infine vuole introdurre la possibilità che negli organi che hanno il compito di valutare l’operato dei magistrati possano votare anche i membri non togati (ovvero gli avvocati).

Tre di questi referendum potrebbero essere non più necessari se il Parlamento approverà la cosiddetta legge Cartabia, dal nome della ministra della Giustizia in carica, ma rimarrebbero comunque due di questi cinque quesiti. La riforma della giustizia rimuoverebbe infatti il referendum sui consigli giudiziari, sulle correnti del Csm e sulla separazione delle funzioni, ma rimarrebbero i quesiti sulla incandidabilità derivante dalla legge Severino e sulla riduzione delle misure cautelari in carcere.