martedì 10 maggio |
Altre News
/
Società
/

Il Buongiorno di Cuneo24

10 maggio 2022 | 08:04
Share0
Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1987 per la prima volta una squadra del Sud vince il campionato di calcio di serie A: è il Napoli

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:04 e tramonta alle 20:49. Durata del giorno quattordici ore e quarantacinque minuti.

Santi del giorno
San Giobbe, sapiente, è il protettore degli allevatori dei bachi da seta.
San Calepodio, martire.
San Cataldo di Rachau, vescovo.

Avvenimenti
1503 – Cristoforo Colombo scopre le Isole Cayman e le battezza Las Tortugas a causa delle numerose tartarughe marine che vi sono presenti.
1962 – La Marvel lancia “L’incredibile Hulk”. Diventare verde di rabbia per il Dr. Banner non è soltanto un comune modo di dire. È uno stato di alterazione fisica che lo trasforma in una creatura mostruosa dalla forza sovrumana, messa al servizio del bene. Il personaggio targato Marvel debuttò nel 1962, pochi mesi prima che un altro supereroe catturasse i fan nella sua “ragnatela”. Fondata nel 1939 come Timely Comics, la grande casa newyorchese di fumetti assunse lo storico nome Marvel Comics nel 1961, anno in cui furono lanciati i Fantastici Quattro, usciti dal felice sodalizio tra il fumettista Stan Lee e il disegnatore Jack Kirby. Una collaborazione foriera di numerosi successi già a partire dall’anno successivo, quando l’editore chiese alla coppia di inventarsi un nuovo supereroe, che risultasse davvero originale rispetto all’immagine tradizionale. Lee trovò l’ispirazione giusta nel personaggio biblico del Golem e in due capolavori del romanzo di fantascienza: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson e Frankenstein di Mary Shelley. Combinando i due personaggi prese forma nella sua mente l’idea di un personaggio dall’aspetto comune e innocuo, che a un certo punto desse libero sfogo a rabbia e dolore repressi, finendo col perdere il controllo di se stesso e del proprio corpo. Nacque così L’incredibile Hulk che debuttò in edicola il 10 maggio 1962. Protagonista del fumetto è il fisico nucleare Bruce Banner, al quale il ministero della Difesa americano dà l’incarico di sperimentare una bomba ai raggi gamma nel deserto del New Messico. Il segretissimo test, organizzato sotto il comando del generale Thaddeus Ross, ha inizio quando Banner si accorge della presenza del giovane Rick Jones. Si precipita a salvargli la vita e ci riesce spingendolo in un fossato. Banner, pur sopravvivendo all’incidente, rimane esposto alle radiazioni. Qualcosa in lui è cambiato e se ne accorge dopo il tramonto quando il corpo comincia improvvisamente a crescere, fino a trasformarlo in un gigante tutto grigio. Un colore della pelle scelto perché neutro (non identificabile con nessuna etnia) e in omaggio a Frankenstein. La resa tipografica fu ritenuta scadente e dai numeri successivi venne adottato il verde. Dal secondo numero cambiò anche la logica della trasformazione del personaggio, innescata non più dal calare delle tenebre ma da una forte emozione, come attacchi d’ira e dolori del passato (l’infanzia di Banner era stata tutt’altro che felice). Nel prosieguo della storia il protagonista vive questo suo stato come un handicap che cerca di tenere nascosto agli altri, in particolare agli uomini del generale Ross che lo considerano un pericolo per la società e gli danno la caccia. La prima serie si arrestò dopo il sesto numero, uscito nel marzo del 1963, facendo registrare un clamoroso flop di vendite, influenzato in parte dal debutto in quello stesso periodo del personaggio di maggior successo della Marvel: l’Uomo Ragno, che apparve per la prima volta sul numero 15 di Amazing Fantasy. Ripreso successivamente nella serie “Vendicatori” (insieme ad Iron Man e Thor) e in un episodio dei Fantastici Quattro, il fumetto di Hulk perse col tempo ulteriore smalto. Il mostro verde tornò in auge alla fine degli anni Settanta grazie all’attore Lou Ferrigno, che lo impersonò in un popolare telefilm del 1977. Seguì poi una serie animata. Più recentemente è salito alla ribalta con pellicole come L’incredibile Hulk (2008) di Louis Leterrier e la lunga saga The Avengers.
2006 – Giorgio Napolitano viene eletto presidente della Repubblica Italiana, è il primo presidente già esponente del Partito Comunista Italiano.
2007 – Il primo ministro britannico Tony Blair annuncia le proprie dimissioni dalla guida del governo.

Nati in questo giorno
Bono – Un mito del rock da oltre trent’anni, gli stessi che lo hanno visto dare anima e voce agli U2. Sui documenti è Paul David Hewson, nato a Dublino, capitale della Repubblica d’Irlanda. Quando è davanti a un microfono si trasforma in Bono Vox, nome d’arte che gli affibbia l’amico Guggi, ai tempi delle prime esibizioni con i “Lipton Village”, un gruppo di ragazzi ribelli del suo quartiere. Nel settembre del 1976 risponde al volantino del giovane batterista Larry Mullen e insieme al chitarrista The Edge e al bassista Adam Clayton inizia a scrivere la storia, come frontman e principale autore, di una delle migliori rockband di tutti i tempi. Con gli U2 incide innumerevoli successi, da “I will follow” a “Vertigo”, passando per l’immortale One, considerata quella dal testo più bello della storia della musica. Trentaduesimo nella lista dei 100 migliori cantanti stilata dalla rivista statunitense “Rolling Stone”, Bono è considerato dagli inglesi una delle persone più influenti in ambito musicale, tanto da essere inserito nella lista dei “100 Grandi Britannici” promossa dalla BBC, insieme a Sir Winston Churchill, la principessa Diana di Galles, la regina Elisabetta II d’Inghilterra. In prima linea in battaglie umanitarie e per i diritti civili (tra cui la lotta all’apartheid), nel 2002 fonda DATA, un’organizzazione il cui obiettivo è sensibilizzare i paesi industrializzati sui problemi africani del debito estero, sulla diffusione dell’AIDS e sull’impoverimento crescente, dovuto a squilibrate leggi di mercato. L’impegno umanitario gli è valso una candidatura al Premio Nobel per la pace nel 2005 e, due anni dopo, il titolo di “Cavaliere” dalla regina Elisabetta II. Festeggia 62 anni.
Ettore Scola (1931/2016) – Annoverato tra i maestri del cinema italiano del secondo Novecento, con le sue opere ha narrato i principali fatti del proprio tempo che hanno fatto da sfondo a drammatiche storie di amore, amicizia e familiari. Nato a Trevico, in provincia di Avellino, figlio di due attori di teatro, si trasferisce con loro a Roma e qui dà sfogo alla sua vena creativa, prima come vignettista per alcuni giornali della Capitale e poi come autore di programmi di varietà per la TV pubblica. Dopo le prime esperienze come sceneggiatore, passa a dirigere egli stesso i film e ottiene fama nel genere della commedia, con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? del 1968 (nel cast anche Alberto Sordi). Sei anni più tardi firma il suo capolavoro con C’eravamo tanto amati, affresco nostalgico (che il regista dedica a Vittorio De Sica) di trent’anni di storia italiana dal Dopoguerra agli anni Settanta, che trionfa nel 1977 a Cannes (Cesar per il “miglior film straniero) e porta a casa tre nastri d’argento. Premiato nuovamente a Cannes come “miglior regia” per Brutti, sporchi e cattivi, nel 1977 incanta pubblico e critica con Una giornata particolare, che grazie alla formidabile coppia Mastroianni-Loren gli fa conquistare il Golden Globe e due David di Donatello, sfiorando l’Oscar come “miglior film straniero”. All’agognata statuetta viene candidato altre tre volte con “I nuovi mostri”, “Ballando ballando” e “La famiglia”, non riuscendo a portarla a casa. Insignito del Premio Federico Fellini per l’eccellenza artistica e del David di Donatello alla carriera, nel 2013 presenta “Che strano chiamarsi Federico” alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e riceve il Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker (assegnato a coloro che hanno lasciato un segno nel cinema contemporaneo). Ricoverato nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma, qui scompare il 19 gennaio del 2016.

Eventi sportivi
1987 – Il primo scudetto del Napoli. Per la prima volta una squadra del Sud vince il campionato di calcio di serie A. Il Napoli, al primo posto in solitaria dalla quindicesima giornata (il torneo è a 16 squadre e la vittoria vale due punti), consapevole della posta in gioco, scende in campo contro la Fiorentina, in uno Stadio San Paolo gremito in ogni ordine di posti. A 180 minuti dalla fine del campionato, la classifica vede i partenopei al comando con 40 punti, l’Inter a 37, la Juventus a 36 e il Verona a 34. I nerazzurri perdono per 1 a 0 a Bergamo, la Juventus pareggia per 1 a 1 a Verona (che nell’ultima giornata fermerà sullo 0 a 0 l’Inter), gli azzurri di Ottavio Bianchi segnano con Andrea Carnevale ma una rete su punizione di Roberto Baggio fissa il risultato finale sull’1 a 1. Il pareggio è sufficiente ad assegnare lo scudetto, con una giornata di anticipo, al Napoli di Maradona. Alle 17.47 del 10 maggio 1987, al triplice fischio finale dell’arbitro, si scatena la festa prima allo stadio e poi in tutta la città per celebrare il concretizzarsi di un sogno, rincorso da decenni.

Proverbio/Citazione
Signor di maggio dura poco.
“Il cinema è uno specchio dipinto” Ettore Scola