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Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione

7 maggio 2022 | 10:55
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Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione
Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione
Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione
Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione
Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione
Da Boves ad Elassona (Grecia) per porre un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione

Un gesto di pace e vicinanza in occasione della “Prima Conferenza delle Comunità Martiri: Storia-Società-Diritto”

Boves. Un pezzo di storia “archiviata” ma non dimenticata che l’amministrazione bovesana sente dal profondo di dover riportare alla luce, come gesto di pace tra Italia e Grecia, quella della strage del “Domenikon” ad opera dei fascisti italiani.

“Dopo il difficile quanto necessario gemellaggio conSchonodorf Am Ammersee, città in cui è sepolto il comandante Peiper che ordinò la rappresaglia su Bovesspiega la consigliera comunale Enrica Di Ielsi -, il nostro obiettivo è riconoscere e portare la nostra vicinanza a questo paese della Tessaglia che ha subito una rappresaglia che tanto ricorda il nostro terribile 19 settembre”.

Una storia archiviata nel 2010 (dopo un lunga inchiesta giudiziaria) dal giudice per le indagini preliminari, Isacco Giorgio Giustiniani, poiché: “oltre alla sopraggiunta prescrizione dei reati, non si arrivò mai all’individuazione di persone in vita responsabili”.

La strage di Domenikon si riferisce alla uccisione di circa 150 civili greci nella zona del villaggio di Domeniko, in Grecia, effettuata dal Regio Esercito italiano durante l’occupazione della Grecia nel corso del secondo Conflitto mondiale. Un pezzo di storia drammatico raccontato nel saggioDomenikon 1943” (Mursia) di Vincenzo Sinapi.

La strage, secondo la ricostruzione che venne fatta nell’inchiesta, fu giustificata dai militari come reazione ad un’azione partigiana avvenuta nelle zone circostanti il villaggio che provocò la morte di nove “Camice nere” italiane, il 16 febbraio 1943. Ben 43 greci, sospettati di essere fiancheggiatori, furono immediatamente uccisi a seguito dell’azione, ma la rabbia fascista non si fermò a queste morti e, per ordine del generale della 24°Divisone fanteria “Pinerolo” Cesare Benevelli, venne ordinata un’ulteriore repressione dei civili del villaggio. Centinaia di soldati circondarono il villaggio, lo distrussero e rastrellarono la popolazione, catturando tutti gli uomini tra 14 e 80 anni. Catturati e caricati su furgoni militari furono poi fucilatati nel cuore della notte.

“Un fatto terribile che noi, come città martire, non possiamo dimenticare. Per questo ci siamo mossi per portare la nostra vicinanza a questa città in occasione della “Prima Conferenza delle Comunità Martiri: Storia-Società-Diritto” in programma per sabato 7 maggio e domenica 8 maggio nel Comune di Elassona” prosegue la consigliere Enrica Di Ielsi che aggiunge: “Assieme al sindaco Maurizio Paoletti, la nostra delegazione bovesana, composta da Fabio Climaci e Nadia Tecco, è stata accolta con entusiasmo dal Sindaco di Elassona Gatsas e dai membri del Consiglio Comunale di Elassona, alla presenza, inoltre, del Presidente della Comunità Martire di Dominikos Stathis Psomiadis”.

“Questo nostro viaggio in Grecia rappresenta un nuovo tassello sul cammino della riconciliazione – spiega il primo cittadino  di Boves Maurizio Paoletti -, e spero possa essere l’avvio di un nuovo gemellaggio con la comunità di Elassona“. Un piccolo ma significativo passo all’insegna della pace e dell’amicizia tra le nazioni in un momento storico che troppo ricorda gli orrori della storia europea del ‘900.