All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi

1 maggio 2022 | 09:30
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All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi
All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi
All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi
All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi
All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi
All’istituto Cravetta Marconi di Savigliano la talentosa scrittrice “Zuzu” dona lezioni di vita agli allievi

Passione per il disegno e il ballo tra voglia di vivere e forza per sconfiggere anche i disturbi alimentari nella biografica “Cheese” della 26enne salernitana

Savigliano. Guarire dai disturbi alimentari si può e anche disegnare male ma riuscire comunque a comunicare qualcosa!

Parola di Giulia Spagnuolo, in arte ZUZU, la ventiseienne fumettista e illustratrice salernitana che quest’anno la nostra scuolaha conosciuto grazie al progetto “Adotta uno scrittore” promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino.

I primi due incontri sono avvenuti online, abitando lei a Roma, ma stamattina, 27 aprile 2022, l’abbiamo finalmente vista e accolta di persona.

L’aula magna si è trasformata, come per magia, in un laboratorio di disegno emotivo. Zuzu ci ha assegnato un esercizioche ci ha messo a dura prova, partire da un simbolo a scelta e rappresentare graficamente cosa fosse per noi,come ci facesse sentire e come avremmo voluto che fosse. Trasferire la nostra personalità su un foglio bianco, insomma!

Mentre pensavamo e lavoravamo, passava tra i banchi e ha avuto una parola per tutti, non una correzione, sempre un incoraggiamento a esprimerci.

Ci ha coinvolti molto sin da quando, il 4 aprile scorso e poi l’11, è apparsa sui nostri schermi, con la sua schiettezza genuina.

Ha risposto a tutte le domande che le abbiamo posto, sul suo primo libro “Cheese” (tesi di laurea allo IED voluta da Gipi)e sull’ultimo da poco uscito, “Giorni felici”; sulla gavetta e sul suo mestiere; sulle preferenze letterarie e cinematografiche;ma anche sulla sua vita personale. Senza remore.

Chi ha letto Cheese o la biografia di Zuzu lo sa, ha sofferto di disturbi alimentari,e ce lo ha raccontato («L’unica forma di controllo più che un’ossessione estetica»),non lesinando consigli per chi si ritrova in questo tunnel: un buon psicoterapeuta e un buon nutrizionista(«Farò un figlio solo se avrò i soldi per pagare uno psichiatra!»).

Ha condiviso con noi anche la sua passione per il ballo,la suggestionabilità dinanzi all’attualità, il gusto di deformare i soggetti («Se disegnassi iperrealistico, farei delle foto»),la fatica nel programmare da quando ci è piombato addosso il Covid e anche l’uscita con Rocco (ragazzo per cui in Cheese sfonda un portone) che si è rivelato noioso.

Ti rivedremo il 23 maggio a Torino, ma vogliamo scrivertelo.

Grazie, ZUZU, per averci ricordato quanto sia fondamentale chiederci cosa non ci piace, osservare fuori e cercarci dentro.

E grazie al Salone del Libro che ha reso possibile l’ennesima esperienza di crescita per noi,catartica quasi come il rotolare giù dalla collina di Zuzu Dario e Riccardo dietro il formaggio.