a lezione di legalità |
Cronaca
/
Saviglianese
/
Scuola
/

A 30 anni dalle stragi mafiose, gli studenti di Savigliano si confrontano con il giornalista siciliano Paolo Borrometi

14 maggio 2022 | 15:00
Share0
A 30 anni dalle stragi mafiose, gli studenti di Savigliano si confrontano con il giornalista siciliano Paolo Borrometi
A 30 anni dalle stragi mafiose, gli studenti di Savigliano si confrontano con il giornalista siciliano Paolo Borrometi
A 30 anni dalle stragi mafiose, gli studenti di Savigliano si confrontano con il giornalista siciliano Paolo Borrometi
A 30 anni dalle stragi mafiose, gli studenti di Savigliano si confrontano con il giornalista siciliano Paolo Borrometi

“Perché essere educati alla legalità significa essere educati alla bellezza”

Savigliano. Nella mattinata di mercoledì 11 maggio gli studenti delle classi quinte dell’I.I.S. Cravetta-Marconi hanno dialogato online con il giornalista e scrittore siciliano Paolo Borrometi, classe 1983, in merito al trentennale delle stragi mafiose del ’92.

Paolo ha introdotto il tema complesso della lotta alle mafie, partendo anche dall’esperienza personale. Dal 2013 vive sotto scorta per via di minacce di stampo mafioso, ricevute in seguito agli articoli e alle indagini giornalistiche da lui condotte con serietà e trasparenza, nonché coraggio. Non si sente un eroe, ma un cittadino convinto dell’importanza del compiere il proprio dovere.

Grazie alle domande elaborate dagli studenti il dibattito ha messo in evidenza alcuni aspetti rilevanti quali l’impegno dei due giudici G. Falcone e P. Borsellino, uomini al servizio dello Stato cioè della comunità intera; la differenza tra testimone di giustizia e collaboratore di giustizia; la pluralità delle mafie coinvolte nelle azioni criminali.

Rispetto alla cultura della negazione e della rimozione del fenomeno mafioso ha sottolineato il valore della libertà e della scelta individuale, dell’impegno nel perseguire i propri sogni con determinazione e aspirazione alla verità che, pur se non raggiungibile, deve orientare il cammino.

Il sacrificio degli uomini, delle donne e dei bambini ammazzati dai mafiosi non può essere solo affidato alla memoria di pochi, ma deve diventare pensiero guida, capace di condurre alla scelta della parte giusta. Ha ribadito ancora l’importanza di non lasciar soli quanti scelgono l’impegno e il servizio civico. Con le parole di P. Borsellino ci ha salutati confidando nella nostra capacità di vivere nella quotidianità la forza della legalità.

“La lotta alla mafia deve essere un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza della contiguità e della complicità”.