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Il Buongiorno di Cuneo24

27 aprile 2022 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1840 posta la prima pietra per il Palazzo di Westminster

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:22 e tramonta alle 20:33. Durata del giorno quattordici ore e undici minuti.

Santi del giorno
Santa Zita, Cita, vergine, è la protettrice delle domestiche e dei fornai.
San Liberale.
Sant’Antimo di Nicomedia, martire.

Avvenimenti
1840 – Posta la prima pietra per il Palazzo di Westminster. La casa del più antico parlamento della storia ha avuto due diverse vite sulla riva settentrionale del Tamigi. La prima finì con un incendio che la distrusse quasi completamente. La seconda iniziò a pochi anni di distanza da quell’evento funesto e la vide assumere quell’aspetto inconfondibile che insieme con il “grande Ben” è ancora oggi il simbolo di Londra. Fin dall’anno Mille nelle acque del Tamigi si era specchiata una costruzione destinata alle massime istituzioni del regno d’Inghilterra. Residenza reale dai tempi di re Canuto il Grande, il Palazzo di Westminster (nome ripreso dalla celebre abbazia, formato dall’unione delle parole west, “occidente”, e minster, “monastero”, quindi “monastero occidentale”), iniziò ad ospitare il Parlamento inglese fin dalla sua nascita (il cosiddetto Model Parliament), nel lontano 1295. Di dimensioni molto più ridotte rispetto a quelle che ha attualmente, l’antico edificio era comunque considerato una fortezza inespugnabile, che aveva superato indenne diversi tentativi di distruggerlo. L’episodio rimasto memorabile, per le trasposizioni letterarie e cinematografiche (il film più recente è V per Vendetta del 2005), è quello della Congiura delle polveri, avvenuto nel 1605: un gruppo di estremisti cattolici capeggiato da Guy Fawkes tentò di farlo saltare in aria ma venne scoperto poco prima di mettere in atto il piano. L’incendio che si scatenò il 16 ottobre 1834 gli fu invece fatale. Le fiamme, originate da una stufa utilizzata per bruciare la corrispondenza, risparmiarono soltanto Westminster Hall, la Jewel Tower, la cripta della cappella di Santo Stefano e il chiostro. Dopo un lungo dibattito condotto all’interno di un’apposita Commissione Reale, incaricata di decidere come e dove ricostruire l’edificio, si stabilì di conservare l’antica collocazione e che la nuova struttura avrebbe dovuto inglobare le parti sopravvissute all’incendio. Una nuova discussione nacque sullo stile architettonico da adottare. Una parte preferiva lo stile classico, ritenuto più consono al prestigio dell’istituzione parlamentare. Altri invece sostenevano lo stile “gotico”, in quanto tratto identitario delle costruzioni cristiane e in particolare della vicina Abbazia di Westminster, da secoli un luogo simbolo della capitale britannica. Prevalse questa seconda ipotesi, in base alla quale venne bandito un concorso. Tra 97 progetti presentati venne premiato quello dell’architetto Charles Barry, che disegnò un palazzo di quattro piani, articolato in 1.100 stanze, 100 scalinate e 5 km di corridoi. All’esterno risaltava la facciata neogotica, nella linea esile e slanciata terminante in una serie di piccole guglie. Un aspetto importante è che nel progetto era previsto che le due camere avessero ognuna una sede propria, riconoscendo di fatto il ruolo principale di casa del Parlamento. Completavano la struttura tre torri, una di medie dimensioni in posizione centrale, e due più alte poste alle due estremità, rispettivamente a sud la Victoria Tower (chiamata così successivamente in onore della regina Vittoria) e a nord la Torre dell’orologio, poi ribattezzata Big Ben e più recentemente Elizabeth Tower. Fu la moglie di Barry, Sarah, a presiedere la cerimonia della posa della prima pietra, il 27 aprile 1840. Nel 1847 venne completata la Camera dei Lords, cinque anni dopo la Camera dei Comuni. I lavori terminarono definitivamente nel 1870. I bombardamenti tedeschi della Seconda guerra mondiale distrussero completamente la Camera dei Comuni, per cui si rese necessaria un’opera di restauro completata nel 1950. Posto sotto egida UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, Westminster è oggi uno dei luoghi più visitati di Londra.
1861 – USA: il presidente Abraham Lincoln sospende il diritto dell’Habeas corpus.
1865 – La nave a vapore Sultana, con 2.300 passeggeri, esplode e affonda nel Fiume Mississippi: 1.700 morti, in gran parte reduci unionisti della Prigione di Andersonville.
1945 – Il Völkischer Beobachter, il giornale ufficiale del Partito nazista, cessa le pubblicazioni.

Nati in questo giorno
Riccardo Iacona – Nato a Roma, apprezzato giornalista per le sue inchieste sempre caratterizzate da un forte coinvolgimento personale. Dopo la laurea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna, inizia la carriera come aiuto regista sia per il cinema che la televisione. Alla fine degli anni Ottanta incomincia a lavorare per la terza rete della Rai, prima in “Scenario” di Andrea Barbato e “Duello”, poi in “Samarcanda”, “Il Rosso e il nero” e “Temporeale” di Michele Santoro. Intraprende una fattiva collaborazione con quest’ultimo e, per seguirlo, lascia la Rai ed entra in Mediaset. Qui veste i panni di autore, insieme a Sandro Ruotolo, dei programmi “Moby dick” e “Moby’s” su Italia 1. Ritorna in Rai, ancora insieme a Santoro, lavorando in “Circus” e “Sciuscià”. Dal 2004, firma per Rai Tre, una serie di inchieste giornalistiche sulle varie realtà della vita italiana, spaziando dalla politica alla ricerca, dagli ospedali ai tribunali, dal mercato alle guerre. Nel 2008 ha, infatti, realizzato due reportage sui conflitti in Afghanistan e in Kosovo.
Dal 2009, sempre per Rai 3, conduce Presa diretta, programma di approfondimento giornalistico che analizza un particolare fenomeno sotto svariati punti di vista, così da fornire allo spettatore un’ampia panoramica, più sviscerata rispetto a quella normalmente proposta dal servizio radiotelevisivo in generale. Per la sua attività d’informazione, gli sono stati attribuiti numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ilaria Alpi, il Premio Flajano, il Premio Città di S. Marinella, il Premio giornalistico “Nino Culicchia” 2006, il Premio Itaca 2007 e, infine, il Premio giornalistico Sulmona 2008, assegnato da una commissione presieduta da Sandro Curzi. Festeggia 65 anni.
Vittorio Cecchi Gori – Produttore cinematografico, imprenditore e politico, è nato a Firenze. Ex presidente della Fiorentina, è stato un protagonista delle cronache rosa, per la relazione con la showgirl Valeria Marini, e giudiziarie (è in detenzione domiciliare in seguito all’arresto del 29 febbraio 2020 per reati finanziari e per una condanna confermata in Cassazione). Figlio del noto produttore cinematografico Mario Cecchi Gori, ha ereditato l’azienda e la nota squadra di calcio alla scomparsa del padre, avvenuta nel 1993. Deciso ad allargare la sua sfera imprenditoriale, si inserisce nel mondo televisivo con la creazione di un terzo polo alternativo alle reti Rai e Mediaset. Nel 1995, infatti, acquista le reti Videomusic e Telemontecarlo e acquista azioni di Telepiù. Produce numerosissime pellicole, dirette da grandi registi, tra cui Ermanno Olmi, Damiano Damiani, Ettore Scola, Federico Fellini, Carlo Verdone, Pasquale Festa Campanile, Mario Monicelli e Giuseppe Tornatore. Tra le più celebri pellicole figurano “Il postino” (vincitore di un Oscar per la migliore colonna sonora) e La vita è bella (premiato invece con tre ambite statuine). Eletto senatore nelle liste del Partito Popolare Italiano, rimane in carica dal 1994 al 2001. Compie 80 anni.

Eventi sportivi
1975 – La Lombardi in zona punti in F1. Il Gran Premio di Spagna del 1975, sul Circuito del Montjuich, entra nella storia della Formula Uno. Le barriere di sicurezza del circuito di Barcellona sono in un pessimo stato (sarà l’ultimo GP corso su questa pista) e i piloti per protesta non effettuano le prove del venerdì. Quelle ufficiali del sabato, dopo approssimativi lavori e minacce di azioni legali, si svolgono regolarmente con il campione Niki Lauda in pole position. La sorpresa arriva dal 24° tempo ottenuto da Lella Lombardi, al volante di una March 751. Emerson Fittipaldi, pilota McLaren e campione in carica, decide di rinunciare alla gara mentre il fratello Wilson e Arturo Merzario, per protesta, si fermano dopo un solo giro di gara. Ma al 25° giro arriva la tragedia. La Hill di Rolf Stommelen perde l’alettone e travolge la folla; il bilancio è di 5 morti e numerosi feriti. La direzione di gara sospende la corsa al 29° giro e, per la prima volta nella storia della Formula Uno, ai piloti ed alle scuderie viene dimezzato il punteggio, non essendo stata percorsa la distanza minima prevista. A quel punto della corsa, Lella Lombardi è sesta a due giri dal leader Jochen Mass; pertanto, è la prima (e ancora unica) donna a conquistare punti nel Mondiale. La Lombardi è anche la seconda donna ad aver guidato una monoposto di Formula Uno ed è quella che ha disputato più Gran Premi (12).

Proverbio/Citazione
Aprile, rondini intorno al campanile.
“Dico subito che non la vendo [la Fiorentina] , piuttosto la disintegro con le mie mani” Vittorio Cecchi Gori