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Il Buongiorno di Cuneo24

1 aprile 2022 | 08:01
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1966 Milano campione d’Europa nel basket, la la prima volta per una squadra italiana

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:07 e tramonta alle 20:01. Durata del giorno dodici ore e cinquantaquattro minuti.

Santi del giorno
Sant’Ugo di Grenoble, vescovo.
San Celso (Cellach) di Armagh, vescovo.
Sant’Agape, martire.

Avvenimenti
1925 – In funzione a Milano il primo semaforo italiano. Undici anni dopo il primo semaforo elettrico della storia, comparve a Milano una colonnina con tre luci, rosso-giallo-verde, ancora sconosciuta in Italia. Installato all’incrocio tra piazza del Duomo, via Orefici e via Torino, il primo semaforo italiano venne accolto con evidente scetticismo dai milanesi, al punto che i più misero in dubbio che avrebbe avuto lunga durata. Una previsione che fa sorridere considerando i 720 impianti semaforici (cui corrispondono oltre tremila lanterne) che oggi scandiscono la quotidianità del capoluogo lombardo. Se il primo impianto elettrico entrò in funzione a Cleveland, nel 1914, il più antico esempio di semaforo fu installato a Londra nel 1868: si trattava di un’asta collegata a un palo e azionata a mano, che se in posizione perpendicolare indicava il segnale di “STOP”.
1965 – Nasce la rivista Linus. Con la rivista “Linus” il mondo dei balloon, fino a quel momento rivolto in gran parte ai più piccoli, acquisì sempre più le caratteristiche di letteratura per adulti. All’inizio degli anni Sessanta il fumetto italiano trovò nella città di Milano una straordinaria fucina di nuovi personaggi, su tutti Diabolik, il celebre ladro in calzamaglia disegnato dalle sorelle Giussani nel 1962. Tre anni dopo l’editore Giovanni Gandini, ammaliato dalla serie Peanuts che in America spopolava dal decennio precedente, decise di lanciarla nel contesto italiano, pubblicandola sulla rivista Linus, apparsa per la prima volta in edicola il 1° aprile del 1965. Intitolato al personaggio simbolo della striscia di Charles Monroe Schulz, il periodico si distinse subito per le forme raffinate del linguaggio e dei disegni, più vicini a un taglio letterario, come testimoniavano le collaborazioni di insigni scrittori quali Umberto Eco ed Elio Vittorini. Da Corto Maltese ai Fantastici Quattro, numerosi fumetti europei e americani trovarono spazio su Linus, accanto alle vignette satiriche di grandi firme come Altan, Jacovitti e Vauro.
1942 – Seconda guerra mondiale: gli aerei italiani bombardano Gibilterra.
1976 – Jobs e Wozniak fondano la Apple. Metti due Steve appassionati di informatica in un garage della California, con pochi dollari in tasca e pochi componenti da assemblare: il risultato è l’inizio di un’avventura imprenditoriale senza precedenti, che in pochi anni mette in discussione il primato di grandi multinazionali dell’elettronica. Dopo la mela di Newton entra nella storia la “mela morsicata”. Verso la metà degli anni Settanta la “Silicon Valley” è già una realtà nella Contea di Santa Clara (California settentrionale). Qui fanno il bello e il cattivo tempo, nella produzione di microchip e altri componenti legati all’informatica, aziende rinomate come la Hewlett-Packard (attiva dal 1939), l’Intel e la Xerox. È qui che si formano e hanno le prime esperienze professionali le nuove leve dell’elettronica. Frequentando le stesse conferenze della HP a Palo Alto nasce l’amicizia tra Steve Jobs, che in quel periodo si occupa di videogames per Atari, e Steve Wozniak, grande appassionato di elettronica che aveva messo a punto una radio amatoriale e un computer a transistor. Quest’ultimo ha in mente da tempo un progetto: progettare un computer tutto suo. Dal momento che quelli in commercio hanno prezzi inaccessibili per le sue tasche, si accontenta di buttare giù degli appunti che incontrano l’entusiasmo di Jobs. È lui a convincere l’amico a costruire la macchina, impegnandosi personalmente a trovare un compratore. La disponibilità arriva da un negoziante di apparecchiature elettroniche che si offre di comprarne 50 esemplari al prezzo di 500 dollari ciascuno, chiedendo di averli già assemblati. La richiesta costringe i due Steve a racimolare i fondi necessari all’acquisto dei componenti da assemblare e a creare un vero e proprio laboratorio nel garage dei genitori di Jobs, a Cupertino. È qui che insieme a un vecchio amico, Ronald Wayne, il 1° aprile del 1976 fondano la società Apple Inc.. Il nome pare sia legato alla passione di Jobs, fruttariano convinto, per il popolare frutto, già reso famoso dai Beatles come simbolo della loro casa discografica. Da quel garage esce l’Apple I, che in sostanza è una scheda madre assemblata, che per funzionare necessita di alimentatore, tastiera e display. Rapportato ai giorni nostri sembra una cosa bizzarra, in realtà in quegli anni il computer è appannaggio degli hobbisti dell’elettronica, esperti di assemblaggio e con una certa disponibilità economica. Occorrono infatti 666,66 dollari per acquistare un Apple I, messo in commercio nel luglio del 1976 e in numero di 200 esemplari in tutto. L’anno seguente viene lanciata la versione “II” che ottiene un considerevole riscontro di vendite, facendo guadagnare alla società i fondi necessari per i progetti futuri. In questa fase viene adottato como logo ufficiale la “mela morsicata” in versione multicolore, mantenuta fino al 1998 quando subentrerà quella “grigia”, tuttora in uso. Gli anni Ottanta segnano l’ingresso in borsa di Apple, con conseguente ritorno milionario per la proprietà, ma è un benessere che dura poco. L’Apple III si rivela un flop e stessa sorte tocca nel 1983 al progetto Lisa, da cui Jobs viene tenuto fuori per i rapporti sempre più tesi che ha con gli altri soci, al punto di rischiare più volte l’allontanamento dalla società che lui stesso ha fondato. La crisi viene temporaneamente superata con il lancio del primo Macintosh, presentato dallo stesso Jobs in grande stile, il 24 gennaio del 1984. Vuoi per il prezzo, vuoi per alcuni difetti di funzionamento, il Mac 128 non sfonda e l’anno dopo i due Steve abbandonano la Apple, lasciando il ruolo di CEO a John Sculley. Gli anni Novanta fanno calare il buio sull’azienda di Cupertino, che viene schiacciata dalla spietata concorrenza di Microsoft Windows. Il ritorno di Jobs, nel 1997, inverte la tendenza e quattro anni dopo matura il primo di una serie di progetti rivoluzionari: esce l’iPod che cambia il modo di ascoltare la musica e insieme il mercato delle case discografiche. Il resto è storia recente con i successi strepitosi di iPad e iPhone che nel 2012, nonostante la prematura scomparsa di Jobs (5 ottobre 2011), consegnano alla Apple il primato di società con maggiore capitalizzazione di mercato di sempre, scalzando i rivali di sempre della Microsoft. Il 2013, che vede l’uscita del potente PC Mac Pro insieme ai nuovi modelli di iPhone “5S” e “5C”, segna un fatturato di 170 miliardi di dollari, arrivando a superare i 260 miliardi nel 2019.

NatiSimona Ventura – È la Simona nazionale della televisione italiana, amata e chiacchierata ma senza dubbio una delle presentatrici più popolari di sempre del piccolo schermo. Nata a Bentivoglio, in provincia di Bologna, lo sport è il suo primo amore, che la spinge a iscriversi all’ISEF di Torino e a prendere parte a gare di sci. Il fascino non le manca e con esso conquista la fascia di Miss Muretto ad Alassio nel 1986, giungendo quarta due anni dopo al concorso “Miss Universo”, come rappresentante dell’Italia. Il battesimo televisivo avviene come concorrente ma come professionista compare a 23 anni accanto a Magalli, nel ruolo di valletta, nel programma “Domani sposi” su RAI Uno. L’antipa passione per lo sport le apre le porte del giornalismo sportivo, approdando a Telemontecarlo (oggi LA7), dove segue i Mondiali di calcio del 1990 e gli Europei del ’92. Dopo aver condotto “Domenica In” insieme a Pippo Baudo, nel 1993 passa a Mediaset, dove la sua popolarità decolla definitivamente grazie a programmi cult quali Mai dire gol, Scherzi a parte, Festivalbar e soprattutto Le iene. Il terzo millennio saluta il ritorno in RAI, sul secondo canale, e la piena consacrazione con la conduzione di Quelli che… il calcio (2001-2011) e del reality show L’isola dei famosi (2003-2011), il cui successo la proietta sul palco dell’Ariston nel 2004. Vincitrice di quattro Telegatti e tre Premi TV come “personaggio femminile dell’anno”, nel 2011 lascia la TV pubblica (tra mille polemiche e controversie) e sbarca sul satellite con Sky, per cui figura come giurata nel talent show X Factor e conduce “Cielo che gol!”, chiuso per gli scarsi ascolti. Tra le performance sul grande schermo, si ricordano in particolare quelle nelle commedie “Fratelli coltelli” e “La fidanzata di papà”. Nel settembre 2019 torna su Rai 2 per condurre il programma La domenica Ventura, diventato Settimana Ventura dal mese di novembre. Per la revisione dei programmi Rai, a causa dei provvedimenti di contrasto alla diffusione del Covid 19, viene sospeso nel mese di marzo 2020. Dal 31 marzo 2021 conduce il programma Game of Games – Gioco Loco, in onda per 6 puntate su Rai 2. Festeggia 57 anni.
Arrigo Sacchi – Nato a Fusignano (in provincia di Ravenna) è un ex allenatore di calcio. Dal 2010 al 2014 è il coordinatore tecnico delle Nazionali Under 21 e Under 16, ma la maggior parte degli sportivi lo ricorda per essere stato il commissario tecnico della Nazionale italiana vice Campione del mondo nel 1994. I suoi esordi lo vedono indossare la maglia di difensore in squadre dilettantistiche. Solo nel 1977 passa in panchina ad allenare squadre come Fusignano, Alfosine e Bellaria. Nel 1982 con il Cesena vince lo scudetto Primavera. Dopo numerose esperienze che lo vedono impegnato a dirigere il Rimini nel campionato di Serie C1, le giovanili della Fiorentina, il Parma, col quale riconquista la Serie B, sale alla ribalta delle cronache calcistiche eliminando il Milan dalla “Coppa Italia” nella stagione 1986-87. Impresa che gli vale l’ingaggio come allenatore dello stesso Milan. Arrigo Sacchi, in questi anni, sperimenta il rivoluzionario metodo del 4-4-2, un modulo che dà importanza ai movimenti difensivi e nel quale i giocatori giocano sia in fase difensiva che offensiva. Con il Milan, conquista lo scudetto nel campionato 1987/88, arriva terzo in quello del 1988/89 e secondo nel campionato 1989/90 e 1990/91. Vince poi la “Supercoppa Italiana” nel 1989, due “Coppe dei Campioni” nelle stagioni 1988/89 e 1989/90 e, infine, due “Coppe Intercontinentali” e due “Supercoppe Europee” nel 1989 e 1990. Dopo la parentesi con la Nazionale, che perde la finale americana ai rigori contro il Brasile, torna a sedersi su una panchina di un club, prima del Milan, poi dell’Atletico Madrid e infine del Parma. Successivamente, per sopraggiunti problemi di salute, abbandona la panchina per diventare direttore tecnico prima dello stesso Parma e poi del Real Madrid.
È ancora noto al grande pubblico degli appassionati di calcio come opinionista televisivo sulla piattaforma digitale a pagamento. Compie 76 anni.

Eventi sportivi
1966 – Milano campione d’Europa nel basket. La nona edizione della Coppa dei Campioni di pallacanestro maschile è la prima vinta da una squadra italiana. Il primo aprile del 1966, nel PalaDozza di Bologna, la Pallacanestro Olimpia Milano batte per 77 a 72 i cecoslovacchi dello Slavia Praga, conquistando il titolo di club Campione d’Europa. Questo risultato sarà nuovamente raggiunto dalla gloriosa società meneghina solo nel 1987 e nel 1988, battendo in entrambe le occasioni il Maccabi di Tel Aviv.

Proverbio / Citazione
Aprile dolce dormire.
“Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare” Arrigo Sacchi