E’ mancato il buschese don Michelangelo Aimar, una vita a servizio dei “Kameños” in Bolivia

11 aprile 2022 | 16:47
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E’ mancato il buschese don Michelangelo Aimar, una vita a servizio dei “Kameños” in Bolivia

Da 44 anni era missionario nella Comunità Salesiana di Kami (Cochabamba)

Don Michelangelo Aimar è mancato nella mattina di ieri, domenica 10 aprile, a San Vitale di Busca frazione dove era nato 76 anni fa.

Don Michelangelo era missionario in Bolivia dal 1977, era parte della Comunità Salesiana di Kami (Cochabamba), ha dedicato la sua vita al servizio dei “Kameños”.

Nato nel 1945, da padre argentino e madre italiana, fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1975.

Si raccontava all’ANS (Agenzia iNfo Salesiana) così: “Ho vissuto un’infanzia festosa, in una famiglia numerosa. Quando avevo cinque anni, il fratello minore di mio padre tornò dalla Colombia, dove era stato ordinato sacerdote salesiano. Mi fece una tale impressione che anch’io volevo essere come lui, anche se all’epoca non capivo bene cosa volesse dire. Quando avevo 11 anni, uno dei miei fratelli decise di entrare nella casa di formazione salesiana e, su mia richiesta, mio padre scrisse al direttore perché potessi entrare anch’io. Il 16 agosto 1964 ho emesso la mia prima professione religiosa come salesiano di Don Bosco, nelle mani del quinto successore di Don Bosco.

Ricco di particolari il racconto di don Michelangelo sui primi giorni in Bolivia: “Il 20 novembre giungemmo a Santa Cruz, dove passammo una settimana nella casa di San Carlos, una missione tenuta da salesiani venuti dall’ispettoria del Veneto con un gemellaggio cominciato alcuni anni prima di noi: fu il primo affascinante incontro con la Bolivia. A fine novembre giungemmo a Cochabamba, dove ci accolse il Padre Carlo Longo, attuale ispettore, il Padre Lino Ferrari, attuale maestro dei novizi, e la Madre Luisa che con gioia immensa vedeva realizzarsi le sue preghiere. Nel collegio di Fatima in Cochabamba iniziammo a studiare spagnolo: Carlo Longo insegnante di conversazione e Lino Ferrari di grammatica. Intanto venimmo a conoscenza che a Kami stava lavorando un sacerdote italiano del gruppo delle diocesi di Bergamo, mancava il Vescovo, mancava l’ispettore che stava partecipando al capitolo generale, si cercava di temporeggiare, ma don Borello, il “divino impaziente”, voleva andare a Kami. E così il giorno 6 dicembre alle 8 del mattino, partimmo alla volta di Kami, il 7 visitammo Indipendencia, una parrocchia confinante con quella di Kami e l’8 dicembre 1977 celebrammo in Kami la prima Messa. Dopo questi giorni dovemmo viaggiare alla capitale La Paz, per fare i documenti per il soggiorno indefinito, e tornammo ai primi di gennaio: il giorno 8 dello stesso mese il Vescovo di Cochabamba, mons. Armando Gutierrez, consegna ufficialmente, davanti ad una bella rappresentanza di Kami, la parrocchia ai Salesiani“.