Blengino (Radicali Cuneo) contro l’assenza di bandiere ucraine nella manifestazione pacifista di ieri

11 aprile 2022 | 12:00
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Blengino (Radicali Cuneo) contro l’assenza di bandiere ucraine nella manifestazione pacifista di ieri
Foto dal profilo Facebook del Segretario

Il Segretario dell’Associazione Gianfranco Donadei tuona su Facebook contro i “pacifinti” che nella manifestazione tenutasi ieri nel centro di Cuneo hanno sventolato solo le bandiere della Pace, equiparando, a suo modo di vedere, aggressori e aggrediti.

Cuneo. Sono parole durissime quelle scritte da Filippo Blengino, Segretario dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei, in merito alla manifestazione pacifista contro il conflitto in Ucraina che si è tenuta ieri nel centro cittadino. Nella lunga e lucida riflessione postata su Facebook dal giovane radicale, emerge in particolar modo l’insofferenza nell’aver visto sventolare soltanto le bandiere della Pace e nessun vessillo ucraino, equiparando, a suo modo di vedere, aggressori e aggrediti in quella che nei fatti è un’aggressione monodirezionale.

Scrive Blengino nel suo post: «A Cuneo ieri si è tenuta una partecipata manifestazione dal titolo “L’Italia ripudia la Guerra”, citando uno degli articoli più importanti della nostra Costituzione (che pochi hanno letto e meno ancora compreso). Una delle tante marce che in queste settimane vediamo nelle nostre città, dove l’ipocrisia si incontra con la voglia di lavarsi le coscienze con qualche canzone e cartello, per poi tornare alla vita quotidiana». A seguito di questo primo “attacco” diretto verso i manifestanti di ieri, ecco l’argomentazione circa il suo punto di vista: «Cari pacifisti, o come diceva Marco Pannella, cari pacifinti! La pace è un auspicio di chiunque, e ci mancherebbe! Ma gridare per le piazze e nelle strade “viva la pace”, senza neanche uno straccio di bandiera blu e gialla, e di conseguenza non riconoscendo che in questa Guerra c’è un aggressore ed un aggredito, è davvero un qualcosa che fa inorridire. L’equidistanza tra chi violenta e chi è violentato, evidentemente giustificata dal fatto che l’aggressore è una nazione figlia di Stalin e dov’è nata l’opposizione al “capitalismo e all’imperialismo americano”, è l’approccio più dannoso che possiamo avere. Già manifestare per chiedere “la pace”, il “rispetto dell’ambiente” o, che ne so, “la fine di ogni lite tra suocera e genero”, mi sembra davvero ridicolo. Ma questo è probabilmente un mio difetto, perché da sempre preferisco scendere in piazza per chiedere delle cose concrete, come (rispettivamente) l’embargo totale e l’invio di armi agli ucraini – per la pace e, soprattutto, per permettere alla Resistenza in Ucraina di difendersi e difendere dalla spietatezza russa – e l’introduzione di un sistema di tassazione per le grandi aziende inquinanti (che era un po’ lo spirito dell’ICE StopGlobalWarming.eu). Sulle liti genero/suocera, davvero non saprei!».

Il Segretario dei Radicali cuneesi, poi, non ha mancato di constatare alcune incongruenze delle forze politiche presenti o assenti alla manifestazione: «Grandi assenti di questa manifestazione, nonostante condividono praticamente ogni posizione sul tema di certa sinistra, i leghisti. Su di loro non starei a dilungarmi più di tanto: la difesa è sempre legittima solo quando un ladruncolo disarmato ti entra in casa, ma quando una potenza nucleare attacca un Paese sovrano è bene alzare le mani, non inviare aiuti, e prima o poi finirà! Speriamo presto, così da poter tornare a fare certi selfie con Putin e ad incassare un po’ di miliardi per la propaganda elettorale!». Dopodiché Blengino si è concentrato su chi invece ha partecipato all’evento: «Tra i presenti, le ACLI e diversi movimenti cattolici che vedono in Oltretevere il proprio punto di riferimento. Il Papa fa il Papa, per carità. Anche se c’è modo e modo di farlo, e non parlare mai di “Putin” e di “aggressori” già la dice lunga. Certo, Bergoglio & co. dovrebbero spiegarci come gli ucraini devono fare per difendersi, anche perché non credo che lanciando rami d’ulivo sia pensabile frenare la disumanità di chi non si ferma neanche dinnanzi a donne e bambini inermi. Poi vabbè, io ho quest’ulteriore difetto di considerare tutte le posizioni pacifiste di un’organizzazione che nella storia ha fatto più guerre che messe, totalmente ridicole… Ma questo, ripeto, è un mio ulteriore difetto. Scorrendo le foto poi ecco che intravedo pure un partito presente alla manifestazione: Rifondazione Comunista. I veri nonviolenti! Quelli che in Parlamento lanciavano posaceneri ai colleghi legisti per intendere. Ma poi ecco la mia organizzazione preferita, dinnanzi alla quale mi debbo inchinare: l’ANPI! La sacra Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, quell’organizzazione che ormai rappresenta tutti meno che i partigiani che diedero la gioventù (e la vita) per la nostra libertà. Quelli del “ciò che è successo a Buča va verificato da una commissione di Paesi neutrali”, per intenderci! Evidentemente lo sputtanamento dopo la tirata per le orecchie di Smuraglia (ex Presidente ANPI e, lui sì, partigiano) il quale giustamente faceva notare che i partigiani italiani – proprio come gli ucraini – hanno resistito con i fucili ai nazifascisti che trucidavano e seminavano terrore (anche grazie alle armi inglesi e americane), e di Liliana Segre, non bastava! Bisognava scendere in piazza, rigorosamente senza bandiere ucraine, per salire al primo posto sul podio delle posizioni vergognose. Ma evidentemente “l’invasor” è solo tale se saluta col braccio teso!».

In conclusione del suo lungo post, il giovane radicale ha notato come la manifestazione, benché piuttosto lunga, non abbia fatto vera informazione circa la situazione economica e politica che si sta verificando in Ucraina: «Nonostante la manifestazione sia durata molto, non è stata spesa una, nemmeno una parola sul fatto che il rapporto tra dollari dati all’Ucraina in armi e alla Russia in gas (con il quale si pagano la guerra) è di 1 a 35, ovviamente in favore della seconda. Non mezza, ripeto, nemmeno mezza parola, per chiedere l’embargo totale. Perché sì, sarà durissima! Ma continuare a comprare il gas di Putin vuol dire dargli fiato e permettergli di continuare questa Guerra, magari anche al di là dei confini ucraini». Un post, insomma, durissimo nei confronti della narrazione che si sta sviluppando a Cuneo e in moltissime altre città italiane da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina. Il testo completo del commento di Blengino si può leggere sul blog dell’Associazione Radicali Cuneo a questo link.