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Il Buongiorno di Cuneo24

25 marzo 2022 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1585 veniva istituita l’Accademia della Crusca

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:20 e tramonta alle 18:52. Durata del giorno dodici ore e trentadue minuti.

Santi del giorno
Sant’Isacco, patriarca.
Santa Lucia Filippini, vergine.
San Mona di Milano, vescovo.

Avvenimenti
1436 – Consacrata la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Dal Medioevo al Rinascimento, la sua costruzione attraversò quasi un secolo e mezzo di storia cittadina. Quando venne ultimata era la più grande cattedrale d’Europa, oggi è la terza più alta al mondo dopo la Cattedrale di Beauvais e la Basilica di San Pietro in Vaticano. Ma soprattutto è uno degli esempi più sublimi del Rinascimento italiano. Con l’ascesa del ceto mercantile, appoggiato dalle famiglie di banchieri più potenti della città, Firenze visse tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento una fase di grande benessere economico, cui corrispose una crescita significativa dal punto di vista urbanistico. Insieme all’ampliamento di alcune piazze e alla realizzazione di una nuova cinta muraria, il governo cittadino promosse la costruzione di una cattedrale che incarnasse lo splendore di quegli anni. Fulcro architettonico e spirituale era considerata all’epoca piazza San Giovanni con il Battistero romanico, dalla caratteristica pianta ottagonale. In corrispondenza del lato est di quest’ultimo (di fronte alla celebre Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti), sorgeva la cattedrale paleocristiana di Santa Reparata, che venne giudicata inadeguata, per le sue dimensioni ridotte, a rappresentare le nuove ambizioni della città. Accantonata l’idea di ampliarla, se ne decise l’abbattimento per fare spazio a un edificio ex novo, per la cui progettazione venne incaricato Arnolfo di Cambio, che già dirigeva i lavori per il Palazzo della Signoria. L’architetto, allievo di Nicola Pisano, seguì uno schema classico a croce latina, con tre ampie navate. Fu il cardinale Pietro Valeriano Duraguerra, legato di papa Bonifacio VIII, a porre la prima pietra in occasione della Natività della Madonna del 1296 (8 settembre). Morto Arnolfo nel 1310, gli subentrò Giotto che, assistito da Andrea Pisano, si dedicò esclusivamente al campanile, conferendogli un’inconfondibile impronta attraverso i marmi policromi verdi, bianchi e rossi. Tra continui rallentamenti l’opera fu ripresa nel 1367 da un team di quattro architetti e quattro pittori (tra i quali Andrea di Bonaiuto, Benci e Andrea di Cione) e successivamente da Francesco Talenti che le diede la forma definitiva, ampliando l’originario progetto di Arnolfo di Cambio. All’inizio del XV secolo restavano incompiute la cupola e la facciata. Per la prima fu bandito un concorso nel 1418, che premiò il disegno rivoluzionario di Filippo Brunelleschi. L’ingegnere fiorentino concepì una cupola senza armature, che si reggeva grazie a un sistema di doppia volta con intercapedine: una sfida alla forza di gravità e ai canoni classici dell’architettura che sul momento fu giudicata una follia. L’opera, composta da mattoni rossi, lasciò senza fiato i fiorentini che la videro svettare su tutto il panorama della città. Ultimata la cupola, non restava che consacrare la cattedrale e l’onore di questo compito toccò a papa Eugenio IV, che il 25 marzo del 1436, in coincidenza con il Capodanno fiorentino, la dedicò alla Vergine del Fiore, dove per fiore si sottintendeva il giglio, simbolo di Firenze. Nel ventennio seguente la cupola venne dotata di una lanterna con copertura a cono, sormontata da una palla di rame dorato con la croce, scolpita da Andrea del Verrocchio. L’ultimo tassello, la facciata, fu al centro di continue dispute sul come dovesse essere concepita, rimandandone l’esecuzione fino alla fine del XIX secolo, quando venne incaricato dei lavori Emilio De Fabris. Lo stesso richiamò la struttura a marmi policromi del Battistero, perseguendo una sublime armonia stilistica tra i due monumenti.Il f ascino di Santa Maria del Fiore, oltre all’opera in sé, è legato all’impronta di grandi maestri del Rinascimento che qui operarono sotto la spinta illuminata dei Medici. Dal Vasari che affrescò l’interno della cupola con il tema del Giudizio Universale, a Donatello, Paolo Uccello e Andrea del Castagno cui sono attribuite le 44 vetrate del Duomo. Oggetto di recenti restauri (dopo l’alluvione del 1966 e negli anni Novanta), Santa Maria del Fiore risulta ogni anno tra i cinque monumenti più visitati in Italia. Tra i luoghi di maggior richiamo, il Museo dell’Opera del Duomo che raccoglie opere d’arte provenienti dai tre edifici di piazza San Giovanni, tra cui spicca la splendida Pietà Bandini di Michelangelo.
1585 – Istituita l’Accademia della Crusca. Da oltre quattro secoli la massima istituzione linguistica italiana, ogni suo parere sulla grammatica e sul lessico della “lingua del sì” è vangelo! In principio fu solo un’allegra brigata di poeti e letterati, che tra il 1570 e il 1580 si riuniva a Firenze sfidandosi a colpi di cruscate, ossia di versi giocosi, nell’intento di fare il verso al tono pedante degli studiosi dell’Accademia Fiorentina. Su iniziativa del filologo e umanista Lionardo Salviati il gruppo si costituì in “accademia” il 24 marzo del 1585, dandosi un proprio statuto. Il riferimento alla “crusca” richiamava l’opera di pulizia e selezione che sta dietro la produzione del “fior fior della farina”, metafora della minuziosa ricerca della forma linguistica più pura che si prefiggeva il nuovo organismo. Di qui la scelta di utilizzare come stemma un buratto (o “setaccio”) utilizzato per raffinare la farina. Dal 1590 nello stemma venne inserito il motto ufficiale: «il più bel fior ne coglie», adattamento del verso petrarchesco «e ’l più bel fior ne colse» (Canz. LXXIII, 36). Pubblicato a partire dal 1612, il suo Vocabolario della lingua italiana, oltre a dare forma e regole alla lingua italiana, rappresentò un modello lessicografico per le lingue francese, spagnola, tedesca e inglese. Considerata la più antica accademia linguistica del mondo, la Crusca ha sede nella Villa medicea di Castello, che ospita una biblioteca con oltre 120mila volumi (tra cui manoscritti, incunaboli e cinquecentine).
Gli studiosi ed esperti che vi lavorano continuano nella preziosa attività di conservazione e divulgazione dell’italiano, utilizzando anche il sito web per rispondere ai numerosi quesiti degli utenti.
1945 – Debutta Napoli milionaria di De Filippo. Napoli vive le fasi conclusive del secondo conflitto mondiale, tra rastrellamenti nazifascisti e bombardamenti alleati. Un’altra guerra sta per abbattersi sulla famiglia di Gennaro Iovine e in generale sul popolo partenopeo, colpevole e insieme vittima di una mancata ricostruzione materiale e morale e di una “nottata” non ancora trascorsa. Un lucido e profetico affresco della sua città che Eduardo De Filippo traspose nella commedia Napoli milionaria, portata in scena per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli, il pomeriggio del 25 marzo 1945. Scritta a guerra ancora in corso, segnò una fase di svolta nella produzione del grande drammaturgo che cominciò ad emergere come protagonista dei suoi lavori (mentre Titina figurava ancora nella compagnia, con Peppino si era già consumata la separazione). Tradotta in un film (nel cast anche Totò) nel 1950 e in un dramma lirico (musicato dal celebre Nino Rota) nel 1977, la commedia fece entrare nel linguaggio comune l’espressione «Adda passà ‘a nuttata», ad indicare l’attesa per la fine di un momento difficile.
1959 – Nella striscia giornaliera dei Peanuts nasce Sally, la sorella minore di Charlie Brown, la sorella minore di Charlie Brown.

Nati
Elton John – Musicista e cantautore tra i più valenti del rock mondiale, per le cronache musicali è il Baronetto. Nato a Pinner, quartiere nord-occidentale di Londra, Reginald Kenneth Dwight, in arte Elton John, impara da solo a suonare il pianoforte a 3 anni e a 11 anni, grazie a una borsa di studio, entra nell’Accademia Reale di Musica di Londra. Dopo gli esordi con il gruppo The Corvettes, nel 1969 debutta da solista mettendosi in mostra con i singoli “Lady Samantha” e “It’s me that you need”. Gli anni Settanta segnano la sua scalata ai vertici delle classifiche internazionali con brani evergreen, quali “Your song”, “Rocket man” e “Crocodile rock”, cui si aggiungono nel decennio successivo “Sacrifice” e Candle in the wind, dedicata inizialmente a Marilyn Monroe e poi rivisitata in memoria della sua più cara amica, la principessa Diana Spencer, e risultato il singolo più venduto di tutti i tempi. Vincitore nel 1994 dell’Oscar come “miglior canzone” per la colonna sonora del film d’animazione Disney Il Re Leone, quattro anni dopo viene nominato Cavaliere (Knight Bachelor) dalla Regina Elisabetta II per servigi resi alla musica, alla cultura inglese e alla beneficenza (con la sua fondazione lotta contro l’AIDS). Membro onorario della Royal Academy of Music di Londra (privilegio concesso in precedenza solo a compositori del calibro di Liszt, Mendelssohn e Richard Strauss), in carriera vanta oltre 400 milioni di dischi venduti, 25 dischi di platino, 35 d’oro e sei Grammy Awards. Ad inizio 2016 pubblica il 32° album di inediti Wonderful Crazy Night. Nel settembre 2018 inizia il suo ultimo tour Goodbye Yellow Brick Road con 300 date fino al 2021 ma poi posticipato con l’arrivo della pandemia. Nel 2020 vince il secondo Oscar per la “migliore canzone” con il brano (I’m Gonna) Love Me Again, del film Rocketman del 2019, sulla sua vita. The Lockdown Sessions è l’album con 10 inediti uscito il 22 ottobre 2021. Festeggia 75 anni.
Mina – Regina incontrastata della musica leggera italiana, con la sua voce dalle infinite possibilità ha interpretato migliaia di canzoni che hanno fatto la storia del Bel Paese. Nata a Busto Arsizio, in provincia di Varese, Mina Anna Mazzini trascorre metà della vita a Cremona, città cui rimane legata per sempre, come dimostra il soprannome Tigre di Cremona, affibbiatole dalla giornalista Natalia Aspesi. Dopo il debutto nel 1958 come voce della band cremonese “Happy boys”, l’anno seguente raggiunge la notorietà sul piccolo schermo grazie allo strepitoso successo di Tintarella di luna e “Nessuno”. Le delusioni del Festival di Sanremo (cui non prenderà più parte dal 1961) non fermano la sua corsa alla consacrazione internazionale, che passa attraverso brani indimenticabili come “Insieme”, “Grande, grande, grande”, “Se telefonando”, tradotte e reinterpretate da numerosi artisti. Il ventennio 60-70 saluta anche il trionfo televisivo, con le conduzioni di trasmissioni storiche quali Studio Uno (1961-1965-1966) e “Sabato sera” (1967). L’ultima apparizione è del 1974 in “Mille luci” di Raffaella Carrà e poi scompare per sempre dalla ribalta mediatica, trasferendosi in Svizzera e continuando a incidere album. I numeri sono strabilianti: oltre 150 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e più di 1.400 brani interpretati. Il record di vendite lo registra con l’album “Mina Celentano” (1.600.000 copie) e il singolo in lingua tedesca “Heißer Sand” (1.300.000 copie vendute in Germania). La raccolta di inediti Le migliori è del 2016 e prosegue il felice sodalizio con il “molleggiato”, arrivando a conquistare in poche settimane 5 dischi di platino. Il 23 marzo 2018 esce il suo 74° album in studio: Maeba. Il 22 novembre 2019 arriva l’album evento Mina Fossati con testi e musiche di Ivano Fossati e con gli arrangiamenti di Massimiliano Pani, figlio di Mina. Compie 82 anni.

Eventi sportivi
1928 – Si giocò la partita di inaugurazione dello stadio del Partito Fascista di Roma (l’attuale Flaminio). E fu il giorno della prima radiocronaca della di una partita di calcio in Italia. La gara era un’amichevole tra l’Italia e l’Ungheria. Per la prima volta il calcio entrava dunque nelle case degli italiani. L’Eiar, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, esisteva da pochi mesi. E il primo a raccontare le partite è stato Giuseppe Sabelli Fioretti, cronista della Gazzetta dello Sport. L’incontro finì con la vittoria degli azzurri per 4-3 e fu il primo successo degli azzurri contro i magiari. Trentaduemila gli spettatori e decine di migliaia gli appassionati collegati alla radio.

Proverbio / Citazione
A l’Anonsià (25 marzo) la ròndola sot ca. All’Annunziata la rondine sotto casa.
“Essere immortale non mi interessa. Mi piace invecchiare” Mina