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Il Buongiorno di Cuneo24

9 marzo 2022 | 08:04
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1955 presentata la Fiat 600: simbolo degli anni del boom

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:49 e tramonta alle 18:32. Durata del giorno undici ore e quarantatre minuti. Fase lunare: primo quarto.

Santi del giorno
Santa Francesca Romana, religiosa, è la protettrice degli automobilisti e delle vedove.
San Paciano di Barcellona, vescovo.
San Vitale di Castronuovo, asceta.

Avvenimenti
1842 – Il Nabucco di Verdi debutta alla Scala. Nella Milano occupata dagli Austriaci e attraversata da un malcontento crescente, prime avvisaglie dell’insurrezione del ’48, un poco più che sconosciuto compositore portò in scena al Teatro alla Scala un’opera destinata a diventare, per gli Italiani, un “inno di liberazione” dall’oppressione straniera. Nel 1841, l’allora ventottenne Giuseppe Verdi usciva da un periodo di dolore e sconforto: da un lato la contemporanea perdita della moglie Margherita e dei figli Virginia e Icilio; dall’altro la delusione per il flop del suo debutto al massimo teatro meneghino, con Un giorno di regno (5 settembre 1840). L’occasione per riprendersi gli fu fornita, l’estate seguente, dall’impresario Bartolomeo Merelli. Costui consegnò al “cigno di Busseto” un libretto di Temistocle Solera, intitolato al re babilonese Nabucodonosor II e incentrato sulla lotta degli ebrei per uscire dalla schiavitù. Dopo averla musicata in meno di un anno, Verdi la portò per la prima volta in scena alla Scala, il 9 marzo del 1842. Fu un successo strepitoso e l’inizio di una carriera luminosa. Il fatto che sui manifesti il nome del re, per la lunghezza eccessiva, venisse spezzettato in due parti, “Nabucco” e “donosor”, fece sì che nell’immaginario della gente l’opera venisse associata al titolo “Nabucco”, conservandolo per sempre. La sua popolarità rimase legata soprattutto al coro Va, pensiero, intonato dagli ebrei prigionieri in Babilonia e per questo assunto in chiave risorgimentale ad inno della lotta contro l’oppressore austriaco.
1955 – Presentata la Fiat 600: simbolo degli anni del boom, la Fiat 600 venne mostrata per la prima volta in pubblico al Salone dell’automobile di Ginevra, il 9 marzo del 1955. Ispirata alla storica Topolino, la nuova utilitaria “a due porte” presentava caratteristiche tecniche rivoluzionarie per quell’epoca: il motore “Fiat 100” montato posteriormente e con una potenza di 21,5 CV a 4.600 giri al minuto (con una velocità max di 95 km/h); la sospensione a 4 ruote indipendenti; i consumi limitati (in media 5,7 litri ogni 100km). Il vero punto di forza era il prezzo popolare, 590.000 lire (equivalenti a 6-7mila euro di oggi), che ne fece un bene di consumo di massa, con oltre 2 milioni e mezzo di esemplari venduti fino al 1969 (ultimo anno in cui fu prodotta).
1959 – Nei negozi arriva la bambola Barbie. Il primo giocattolo glamour della storia. Un ricercatissimo oggetto da collezione. Un modello estetico per tre generazioni di ragazzine. Barbie è stato tutto questo e continua ad esserlo confermando il suo successo senza tempo. Nella prima metà del XX secolo le bambole hanno ancora sembianze da neonati e solo dopo la Seconda guerra mondiale cominciano ad essere prodotte in plastica. Uno scenario che lascia scontente la maggior parte delle bambine, che, nell’epoca della prima conquista dello spazio, si aspettano qualcosa di più moderno e sofisticato con cui giocare. Tra di loro c’è Barbara, figlia di Ruth ed Elliot Handler, quest’ultimo cofondatore della Mattel, società produttrice di giocattoli fondata nel 1945. Nel corso di un viaggio in Europa, Ruth scopre l’esistenza di Bild Lilli, una bambola adulta e dall’aspetto decisamente più smaliziato rispetto alle precedenti, tratta dal personaggio di un fumetto tedesco. In essa trova l’ispirazione per un nuovo modello da proporre al marito, suggerendo come nome il diminutivo della figlia, Barbie. Vinte le iniziali riserve, Elliot propone il progetto agli altri soci che l’accolgono con entusiasmo. Il debutto sul mercato arriva nel marzo del 1959 alla fiera dei giochi di New York. La nuova bambola, il cui nome completo è Barbara Millicent Roberts, è un’indossatrice alta 29 cm, ha capelli biondi (o scuri) legati con una lunga coda, occhi azzurri e un corpo da donna, su cui indossa un costume zebrato. Costo della versione base 3 dollari, altri cinque per vestirla e per il kit guardaroba. In molti rivedono nelle sue forme e nel trucco le grandi dive dell’epoca, quali Elizabeth Taylor e Marilyn Monroe. Presentata in tv e sulla stampa, la Barbie diventa il primo giocattolo supportato da una capillare campagna pubblicitaria, con il risultato che nel primo anno di vita ne vengono venduti 350.000 esemplari. Il successo spinge la Mattel ad arricchirla di ulteriori dettagli introducendo negli anni altri personaggi della sua famiglia e della sua cerchia di amici. Nel 1961 debutta Ken (diminutivo di Kenneth, nome del figlio maschio degli Handler) che rimane per lungo tempo il suo fidanzato, tre anni dopo tocca alla sorella Skipper. La stessa Barbie si rinnova continuamente lanciando sempre nuove mode e avendo come sarti d’eccezione stilisti del calibro di Gaultier e Yves Saint Laurent. Nel contempo, cambia il suo status professionale: da principessa a ballerina, da astronauta a dottoressa (1986-88), da ginnasta a fotografa (2000-07). In ciò sono chiare le ambizioni dei produttori della bambola, intenzionati a proporre con essa un modello da seguire nell’idea di donna artefice del proprio destino e come standard di eleganza e femminilità. Proprio come modello la Barbie entra più volte nel mirino di associazioni genitoriali e organismi per l’infanzia, che ne giudicano negativamente ora il fisico eccessivamente magro (paventando il rischio anoressia), ora lo stereotipo di donna bella e stupida, costringendo la casa produttrice rispettivamente ad aumentare le misure del corpo o nel secondo caso a ritirare dal mercato la versione parlante che manifesta difficoltà di apprendimento della matematica. A dispetto delle critiche, delle grane legali e delle numerose concorrenti, la Barbie non perde mai il suo appeal e il suo essere fuori dal tempo rispetto alle mode e i costumi di ogni epoca. Ciò giustifica i numeri esponenziali delle vendite: in mezzo secolo oltre un miliardo di esemplari venduti in più di 150 paesi. Il 2009, l’anno del cinquantesimo anniversario della sua nascita, vede uscire una versione speciale. I modelli più antichi e quelli rari sono oggi ricercati da frotte di collezionisti, disposti a pagarli a peso d’oro, al punto che qualcuno arriva a sborsare 27.000 dollari per aggiudicarsi all’asta la versione del 1959!
1987 – Gli U2 pubblicano The Joshua Tree. Quinto album della band irlandese, “The Joshua Tree” fece entrare Bono Vox e compagni nella grande storia del rock. Gli U2 lo concepirono, fin dal titolo, come un omaggio alla bellezza selvaggia del deserto californiano, disseminato di piccoli alberi a forma di “Y” che i coloni mormoni ribattezzarono albero di Giosuè, in inglese Joshua tree. Sul piano musicale l’opera segnò la contaminazione del loro originario genere “post-punk” con sonorità legate al blues e al gospel. Dalla romantica With or Without You all’esplosiva Where the Streets Have No Name, passando per la contagiosa I Still Haven’t Found What I’m Looking For, il disco s’impose ai vertici delle principali classifiche musicali, consegnando agli U2 due Grammy Awards (“album dell’anno” e “miglior performance rock eseguita da un gruppo”). Venduto in circa 26 milioni di copie, “The Joshua Tree” figura al 26° posto nella lista dei “500 migliori album di tutti i tempi”, stilata dalla rivista Rolling Stone.

Nati
Jurij Gagarin (1934/1968) – Entrato nella storia come primo uomo a volare nello spazio, con lui è nato il mito dell’astronauta. Entrò come collaudatore di aerei nell’aviazione sovietica nel 1955, due anni prima che venisse lanciato lo Sputnik (primo satellite artificiale in orbita intorno alla Terra). Lo storico evento lo convinse a proporsi come cosmonauta, realizzando il suo sogno di sempre. Sogno che divenne realtà il 12 aprile 1961, quando con la navicella Vostok 1 (Oriente 1) fece un’orbita ellittica intorno alla Terra ad una velocità di 27.400 km/h. Accolto in patria come un eroe, la sua impresa segnò un punto a favore dell’Unione Sovietica nella corsa allo spazio e un grave smacco per gli USA. Tornato a fare il pilota, scomparve nel marzo del 1968, durante un volo di addestramento, poco prima di partire per una seconda missione spaziale. Oggi porta il suo nome il centro di addestramento per cosmonauti in Russia.
Umberto Saba (1883/1957) – Poeta di straordinaria introspezione psicologica, trovò nella psicoanalisi un nuovo linguaggio per esprimere il suo profondo malessere esistenziale. Nato a Trieste e morto a Gorizia nell’agosto del 1957, Umberto Poli (il vero nome) ebbe una vita tormentata, segnata da un lato dall’assenza di una figura paterna, dall’altro dalla persecuzione nazista in quanto ebreo. Molto legato alla balia Peppa Sabaz, da cui fu allevato, in suo onore scelse lo pseudonimo “Saba” (un’altra versione lo fa risalire all’ebraico saba, ossia “nonno”) per l’attività poetica. Dopo aver tentato invano la strada della musica, nel 1911 diede alle stampe il primo libro, “Poesie”, seguito dalla raccolta “Coi miei occhi”. Passato attraverso vari impieghi (tra cui quelli di dattilografo e direttore di cinematografo), nel 1929 si rivolse allo psicoanalista Edoardo Weiss, allievo di Freud, che aveva già in cura lo scrittore Italo Svevo. L’esperienza segnò una definitiva maturazione della sua poesia, incentrata principalmente sul suo rapporto con Trieste, sul senso della quotidianità e sul rapporto con la natura. Le liriche, raccolte nel 1945 nell’edizione completa del Canzoniere, gli fecero conquistare diversi riconoscimenti, tra cui il “Premio Viareggio” e il “Premio Taormina”.

Eventi sportivi
2002 – Seedorf eroe di San Siro, Juve beffata. In notturna si giocava il derby d’Italia tra Inter e Juventus, distanziate da un solo punto. Il protagonista di quella serata fu Clarence Seedorf, che sbloccò subito il risultato dopo sei minuti di gioco. A pareggiare i conti ci pensò il solito Trezeguet e, quando la gara sembrava terminare in parità, Tudor ribaltò tutto portando in vantaggio i bianconeri. Finita? Macché. E’ ancora l’olandese a far esplodere letteralmente San Siro. Con una staffilata da lontanissimo, al 91′, trafigge Buffon e fissa il risultato sul definitivo 2-2.

Proverbio / Citazione
L’acqua di marzo è peggio delle macchie ne’ vestiti.
“Patriottismo, nazionalismo e razzismo stanno fra di loro come la salute, la nevrosi e la pazzia” Umberto Saba